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Molfetta. I Giovani Democratici dicono no al nucleare in Puglia
06 febbraio 2010

MOLFETTA - Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei Giovani Democratici, contrari nella maniera più assoluta alla costruzione di centrali nucleari in Puglia. 
"No al nucleare in Puglia. Da Roma giungono voci poco confortanti per noi circa la creazione effettiva di centrali e depositi di scorie nucleari nella nostra regione.
Voci che mettono in serio pericolo la decisione, più volte palesata, di un popolazione che non ha la minima intenzione di mettere a repentaglio la propria salute solo per una decisione che viene presa a centinaia di chilometri di distanza dai diretti interessati.
Il governatore Vendola sta più volte ribadendo il dissenso della Puglia a diventare in centro passivo di "affari nucleari e radioattivi del governo centrale".
È l'ennesima dimostrazione di un centrodestra sordo davanti alle vere esigenze dei cittadini dal quale hanno avuto il prezioso compito di amministrare.
L'avanzamento del ddl sul legittimo impedimento ne è poi un'altra dimostrazione.
Una legge fatta su misura per il Presidente del Consiglio dimostra ancora una volta quanto la maggioranza ritenga più importante tutelare i propri interessi che quelli della nazione.
Noi dei Giovani Democratici non ci stiamo a questo gioco perverso che sta facendo diventare il Paese un luogo dove la gente continua ad essere sempre più sfiduciata verso la politica. I nostri valori e le nostre idee son ben altre ed è per questo che continueremo a dimostrare tutto il nostro disaccordo riguardo decisioni così poco politiche, poiché quest'ultima definizione la si dà a quelle arti che consentono di governare una società e, obiettivamente, quello che sta succedendo ne è parecchio distante". 

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Dalla cultura della paura all'ideologia del progresso. Sintesi da un articolo di Ronald Bailey, su "Reason". Cosa si nasconde dietro i nostri timori-oltre destra e sinistra? Il ritorno di superstizioni pre-moderne: ogni incidente nasconde una lezione da imparare. Nel Medio Evo la mano di Dio o del Diavolo erano viste dietro ogni sciagura. Oggi è l'intervento maligno di entità governative o commerciali. - Siamo tutti vittime: non siamo più in grado di superare le avversità, di tornare alla vita normale dopo una sciagura, anzi, siamo incoraggiati ad assumere il ruolo di vittime a vita. Il problema è che trattare la gente come vittime permanenti e preoccuparsi costantemente di possibili disgrazie future è una ricetta per la paralisi sociale ed economica. - La sicurezza come principio etico: la sicurezza pratica è sicuramente un bene, ma oggi la sicurzza in se viene innalzata a bene massimo, a dovere morale. Portando il bambino a scuola, ci sentiamo dire: "Non si preoccupi, la nostra priorità numero uno è la sicurezza di suo figlio" a cui dovremmo rispondere: "Speravo che fosse l'insegnarli a leggere, scrivere e far di conto......." - Nonostante queste tendenze, le società avanzate riescono ancora a produrre innovazioni e a prendere rischi in maniera positiva. Ma sul piano culturale, la battaglia sembra persa. - Baily conclude constatando che nonostante il boom economico previsto (Khan), si sia realizzato, le classi intellettuali rimasero e rimangono succubi di un'ideologia anti-progresso che è tutt'oggi un freno all'innovazione scientifica, tecnologica e sociale. -





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