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Molfetta, giorno della memoria: ricordare per non dimenticare, ricordare per non sbagliare ancora con l'Associazione Casa dei Popoli
27 gennaio 2014

MOLFETTA - L’Associazione “Casa dei Popoli” di Molfetta con il patrocinio del Comune di Molfetta, organizza per la città e per gli studenti degli istituti scolastici cittadini, il 30 e il 31 gennaio 2014, due iniziative per ricreare spazi di ascolto e riflessione su quanto accaduto tra la fine degli anni '30 e il 1945 in Italia e in Europa, per non dimenticare, per trasmettere il valore della memoria, per imparare, educarci e formarci a partire dalla storia.

Auschwitz, i cui cancelli furono abbattuti il 27 gennaio 1945 ad opera dell’esercito dell’Unione Sovietica, fu il simbolo del massacro scientificamente e razionalmente pianificato che portò alla morte ebrei, oppositori politici, zingari, omosessuali, disabili psichici e fisici, Testimoni di Geova, religiosi, mendicanti, senza fissa dimora, prigionieri di guerra e normali cittadini. Purtroppo, non fu l’unico luogo di morte e distruzione.

Con le iniziative organizzate il 30 e il 31 gennaio, la cittadinanza e gli studenti degli istituti scolastici cittadini potranno ascoltare la testimonianza di Amedeo Tedesco, della Fondazione CDEC/Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea-Progetto Memoria-Comunità Ebraica di Roma, che, pur testimone indiretto, racconterà della sua vita segnata da quegli eventi, dall’occupazione di Roma, ai rastrellamenti, alla morte di suo padre, trentunenne, vittima, assieme ad altri 334 italiani, dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Giovedì 30 gennaio con Amedeo Tedesco alle ore 18.30 presso la Sala Turtur, ci sarà un incontro pubblico a cui la cittadinanza tutta è invitata; mentre venerdì 31 gennaio alle ore 10 lo stesso Tedesco incontrerà delegazioni di studenti presso l’Auditorium del Liceo Psico-Pedagocico “V. Fornari” di Molfetta.

Non dimenticare, sostenere e rendere la memoria viva, ascoltare ancora testimonianze possono offrire una guida e un insegnamento per leggere fenomeni che nella nostra realtà (le continue erosioni dei diritti, le costrizioni e lo sfruttamento, la frammentazione della solidarietà e delle battaglie per una società giusta, la perdita di senso civico, il disprezzo della legalità, dell’equità, dell’uguaglianza) possono orientare il nostro futuro.

Il crescente bisogno di sicurezza, le situazioni di crisi internazionale, la necessità di individuare un nemico nell’altro da sé, diventano oggi gli strumenti culturali e politici attraverso i quali, a diversi livelli, si ripropongono i germi di nuovi e più sofisticati sistemi di razzismo, segregazione, discriminazione, odio, emarginazione sociale e privazione di diritti.

Primo Levi nel 1974 diceva: “Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere e attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, e in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti” (da “Un passato che credevamo non dovesse tornare più”, Corriere della sera, 8 maggio 1974).

L’iniziativa della Casa dei Popoli vuole essere un’occasione per riflettere, per combattere il silenzio, il revisionismo, la tensione a cancellare la memoria o a modificarla secondo le evenienze, ma anche un modo per fare della storia, della formazione e dell’educazione, gli strumenti attivi per rispondere alle sollecitazioni del presente.
 

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Da "Quindici" on line Homeward Bound|domenica 17 ott 2010 18:35:10 A oltre sei lustri dalla fine della Seconda guerra mondiale è possibile giungere a un'oggettivazione del fenomeno “ nazismo”, in pari tempo fornendo una risposta a domande che urgentemente l'attendono? Chi era Hitler? Da dove deriva e su che cosa si fondava il suo straordinario successo, e come si spiegano, il suo trionfo e la sua sconfitta? Ancora peggio e inspiegabile il ritorno, oggi, di quella idea disumana? Forse nessuna altra epoca è documentata quanto quella hitleriana, al punto che si può praticamente escludere l'eventualità che vengano alla luce documenti nuovi, tali da modificare, anche solo di poco l'atrocità storica, la disumana avventura nazista: una storia da ricordare per non dimenticare. L'ascesa del nazismo e di quelle altre forme di dittature contemporanee dell'epoca, non furono dovute soltanto a una genialità demagogica, a una totale mancanza di scrupoli, alla suggestività di un radicalismo almeno a parole totale: in Hitler va vista, non già l'antitesi, bensì la verità nascosta, addirittura l'avatar dell'epoca. Come nessun altro Hitler seppe fare propri e formulare i risentimenti, le scontentezze, ma soprattutto l'angoscia sentimento dominante di un'epoca al tramonto. E alla fine, la stragrande maggioranza dei tedeschi, e con essi molti europei, dalle masse disorientate alle classi dirigenti che si vedevano sfuggire il potere, puntarono le loro speranze sul rifiuto per la politica, sul rifiuto della convivenza civile e del rispetto della diversità naturale umana che arricchisce la bellissima esperienza passeggera di questa vita. Vogliamo ripeterci?


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