MOLFETTA - Sessantasette anni dopo, come allora, la data del 25 aprile rappresenta un’occasione per mettere da parte i contrasti di natura politica, o meglio, partitocratica. È quello che ha espresso il sindaco. «Oggi non ci sono dittature, regimi da abbattere, ma difficoltà - ha sostenuto il sindaco Antonio Azzollini durante la celebrazione tenutasi in villa comunale ai piedi del monumento ai caduti in occasione della festa di Liberazione Nazionale -. C’è bisogno di ritrovare coesione e pensare ai giovani che sono l’energia, il futuro, il cuore che salta l’ostacolo».
Mentre il sindaco concludeva il suo discorso, esprimendo anche posizioni forse non da tutti condivisibili (come, ad esempio, che i veri pacifisti sono gli uomini d’armi, perché hanno visto in prima persona gli orrori della guerra), sul lungomare partiva il corteo del Coordinamento Antifascista Molfettese (nella foto) che, al grido di «Ora e sempre resistenza» e intonando la canzone «Bella ciao», manifestava contro ogni fascismo e discriminazione.
Mentre sventolavano le bandiere di Pd, Sel e Prc, de Le Macerie - Baracche Ribelli, quelle di Cuba e del Sudafrica, si ricordavano gli episodi di cronaca avvenuti a Firenze lo scorso 13 dicembre e si denunciava il proliferarsi di associazioni e partiti che si rifanno più o meno apertamente agli ideali fascisti (come Casa Pound).
Le date-simbolo dell’Italia dovrebbero essere un momento per riflettere sulla storia italiana anche per riprendere coralmente il cammino per il bene della collettività. Dimenticarsi delle differenze e mettere da parte l’orgoglio e i particolarismi per collaborare in un clima disteso può essere la soluzione, oggi come allora, per ritrovarsi e superare un periodo difficile che riguarda tutti.
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