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Molfetta dopo 6 anni piange di nuovo morti sul lavoro. Due vittime e un ferito per un pozzo maledetto. Indagate due persone
15 aprile 2014

Ancora un incidente del lavoro a Molfetta con un flashback tremendo come un incubo, che riporta la città indietro di 6 anni, alla terribile tragedia della Truck Center nella quale morirono il titolare e 4 operai. E’ successo l’8 aprile scorso nella zona industriale, presso l’azienda ittica Di Dio Srl. Tre operai sono rimasti coinvolti in un drammatico incidente nel corso del quale, due hanno perso la vita e uno è rimasto ferito seriamente, anche se ora è fuori pericolo. I fratelli Alessio e Vincenzo Rizzi con il padre Nicola, tutti e tre impiegati nella ditta di famiglia “Rizzi ecologia”, sono accorsi presso la “Di Dio Srl” per spurgare un pozzo, operazione che hanno svolto spesso in passato, senza nessun particolare problema. UN INCIDENTE FATALE L’operazione si sarebbe trasformata in tragedia in seguito a un banale incidente divenuto fatale: il coperchio della cisterna sarebbe finito in acqua e l’operaio Alessio l’avrebbe accompagnato nella cisterna nel tentativo di recuperarlo. A quel punto il fratello maggiore Vincenzo (di anni 28) e il padre Nicola (di anni 50), si sarebbero precipitati per salvarlo, riuscendo a issarlo all’esterno della cisterna. Ma se Alessio, è stato trasportato in gravi condizioni al reparto malattie infettive di Bisceglie, dove ora è fuori pericolo di vita, Vincenzo e Nicola Rizzi, frastornati dalle esalazioni della cisterna sono rimasti uccisi annegati. Il drammatico incidente rilancia inquietanti interrogativi sulle eventuali responsabilità delle aziende coinvolte e sulle dinamiche della vicenda (la zona della cisterna doveva essere messa in sicurezza?). La “Rizzi Ecologia” è una ditta di Bitonto specializzata in pulizie di cisterne ed è stata chiamata nella tarda mattinata dell8 aprile dalla Di Dio di Molfetta, azienda ittica, dopo aver compiuto già dei lavori nelle città di Trinitapoli e Modugno. L’incidente mortale si sarebbe consumato attorno alle 11. Sul posto sono accorsi immediatamente i vigili urbani di Molfetta, guidati dal comandante Giuseppe Gadaleta, i carabinieri, il sostituto Procuratore della Repubblica di Trani, Mirella Conticelli e il medico legale per i rilievi del caso. Dopo poco sono giunti anche i parenti delle vittime straziati dal dolore. I COMMENTI DELLE ISTITUZIONI Sul luogo Leo Caroli, assessore regionale al Lavoro, che ha testimoniato lo sgomento della Regione Puglia: “sembra di rivivere la tragedia della Truck Center, 6 anni dopo. Non possiamo rassegnarci a queste tragedie. Dobbiamo insistere su prevenzione e sicurezza. In queste occasioni il nostro pensiero non può non andare ai parenti delle vittime. Cosa potremo raccontare a mogli e madri che hanno visto partire stamattina, i loro cari per una normale giornata di lavoro e adesso non possono vederli rientrare? E’ inaccettabile”. Sgomento l’assessore allo sviluppo e all’innovazione per il comune di Molfetta Francesco Bellifemine: “in questo momento possiamo manifestare solo il cordoglio e la vicinanza dell’amministrazione alle famiglie coinvolte in questa terribile tragedia”. Massima chiarezza, viene invece invocata da Gianni Porta (accompagnato sul posto dal presidente dell’ASM Antonello Zaza), consigliere comunale di Rifondazione Comunista: “dopo 6 anni sembra riproporsi una dinamica simile a quella della Truck Center. Non si può che manifestare tutta la nostra vicinanza a chi ancora una volta è rimasto colpito dalla sciagura. Speriamo vengano accertate tutte le varie componenti di responsabilità, evitando come spesso succede di ridurre tutto a una tragica fatalità, che non ha mai nulla a che vedere con le morti sul lavoro”. Giulio Germinario, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale, ha invitato tutti a “rispettare il dolore in silenzio e a esprimere la massima solidarietà e vicinanza alla ditta Rizzi, colpita da questa immane tragedia”. Su Facebook arriva il cordoglio del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio: “stavano lavorando. Un padre e due figli, di Bitonto. Una ditta della nostra Molfetta. Esalazioni, catena di solidarietà. Il padre e uno dei fratelli sono morti. L’altro combatte nel reparto malattie infettive di Bisceglie. Ci sentiamo addosso l’orrore della Truckcenter. Sgomento, senso di ingiustizia, fragilità. Con Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto, siamo accanto alle famiglie delle vittime. In segno di rispetto e cordoglio, dichiareremo lutto cittadino”. MORTI PER ANNEGAMENTO I due operai di Bitonto sarebbero morti per annegamento: questo il primo responso ufficioso dell’autopsia compiuta dal prof. Alessandro Dell’Erba all’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari sui corpi di Nicola e Vincenzo Rizzi, di 50 e 28 anni. Ma l’indagine sulle cause della morte dei due operai non si ferma qui, perché il Pm Antonio Savasta, titolare dell’inchiesta ha affidato al prof. Roberto Giuliano Candela ulteriori esami tossicologici per verificare se l’annegamento possa essere stato causato dall’asfissia per mancanza di ossigeno nel vano cisterna fognaria o ai forti miasmi provocati dai reflui della lavorazione del pesce. Insomma, si vuole capire se i due uomini sono stati storditi dalle esalazioni e quindi non sono riusciti a risalire dal pozzo, che ha una profondità di circa 2 metri attraverso il tombino, unica strada per la salvezza. L’inchiesta giudiziaria mira anche ad approfondire altre situazioni possibili come quella di un eventuale continuazione dell’attività della azienda “Di Dio” con lo scarico di altre acque reflue nella vasca in contemporanea alle operazioni di svuotamento della ditta “Rizzi ecologica”. Insomma, il Sostituto Procuratore dott. Savasta non intende trascurare alcun particolare per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente e quindi attribuire le relative responsabilità. LE INDAGINI: DUE INDAGATI Per questo motivo lo stabilimento di trasformazione dei prodotti ittici nella zona industriale di Molfetta è stato messo sotto sequestro bloccando ogni attività al fine di controllare l’intero impianto e non soltanto il vano fognario luogo della tragedia. Ed è stato indagato anche il titolare Vito Di Dio di 37 anni. E quindi da controlli sono interessati anche la Cooperativa di lavoro “Adriatica” che si occupava della lavorazione del pesce all’interno dello stabilimento “Di Dio”: sono stati fatti controlli nella sede legale di Bisceglie e sono stati prelevati documenti. Indagato anche l’amministratore delegato della cooperativa Antonio Papagni, 54 anni. Dall’acquisizione di documenti e dalle perquisizioni giudiziarie non è stata esclusa nemmeno la ditta “Rizzi Ecologica snc” di Bitonto specializzata nello spurgo fognario, per accertare altre responsabilità di eventuali soci e per capire quale tipo di rapporto ci fosse fra il padre Nicola e i figli: soci, dipendenti, collaboratori. Sarà anche accertato l’eventuale rispetto delle norme di sicurezza e il possesso delle attrezzature necessarie a tale scopo. Ma dai documenti si dovrà rilevare anche se l’intervento dei Rizzi nello stabilimento di Molfetta fosse periodico, oppure se si trattasse del primo lavoro per l’azienda ittica di Molfetta. Questo al fine di accertare se le vittime conoscevano la tipologia del pozzo che li ha uccisi. Nicola Rizzi lascia la moglie Enza Natilla di 48 anni e due figli Alessio di 21 anni ferito nell’incidente e le cui condizioni sono migliorate e dopo qualche giorno ha lasciato l’ospedale di Bisceglie e Michelangelo di 24 anni; mentre Vincenzo la sua compagna Concetta di 24 anni e un bimbo di 5 anni.

Autore: Onofrio Bellifemine
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