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Molfetta, domani assemblea pubblica delle donne firmatarie del manifesto “Vorrei ….”
02 dicembre 2012

MOLFETTA - Prima uscita pubblica del gruppo di donne molfettesi firmatarie del manifesto “Vorrei …. vivere in una città di cui non dovermi vergognare”.
Domani, lunedì, 3 dicembre, alle ore 18.30, presso il Teatro del Carro, in via Giovene n. 23, a Molfetta incontro delle 200 cittadine che hanno sottoscritto l’appello.
L’intento è quello di mettere assieme storie ed esperienze, differenti punti di vista sulla città e competenze, per lavorare assieme a un progetto che, dopo essersi confrontato sul terreno comune dello sdegno rispetto alla situazione esistente, a partire dalla convinzione che sia il momento di diventare protagoniste e di valorizzare un approccio al femminile alle pratiche politiche, abbia come approdo finale la costruzione di “un’alternativa all’attuale classe dirigente”, così come si legge nell’appello iniziale.
All’assemblea è invitata la cittadinanza.
Queste le duecento firmatarie: Alina Gadaleta Caldarola, Franca Carlucci, Maddalena de Fazio, Lella de Gennaro, Rossana de Gennaro, Serena de Gennaro, Isa de Marco, Giulia Finzi, Francesca la Forgia, Teresa Mancini, Betta Mongelli, Dora Salvemini, Lella Salvemini, Nunzia  Scardigno, Angela Sciancalepore, Cinzia Sciancalepore, Antonella Zezza, Anna Gianfrancesco, Anna Fracchiolla, Paola Brattoli, AntoniaBrattoli, Rosaria Carlucci, Caterina Aurora, Erminia Abbattista, Anastasia de Felice, Rosa Dibattista, Ottavia Sgherza, Laura Valente, Gianna Sallustio, Vittoria Giardinieri, Olga C. Bucchieri, Marta Giancaspro, Mariapia Piccininni, Giorgia Ciccia, Angela Brattoli, Patrizia Michela Nappi, Susanna Sciancalepore, Lucia M. Amato, Alessandra Palmiotto, Elena Tinelli, Marianna Ciccolella, Rita Mezzina, Mastantuoni Gabriella, Maddalena Salvemini, Giovanna Mezzina, Ilaria Gaudio, Rossella Abbondante, Isabella di Stefano, Claudia Tedesco, Antonietta Belfiore, Dora Pisani, Maddalena de Fazio, Isabella Copertino, Angela Altomare, Giovanna Pansini, Giuditta De Ceglia, Maria F. De Ceglia, Isabella Sasso, Marilina Pansini, Carmina Germinario, Angela de Ceglia, Anna Corrieri, Maria Michela Belgiovine, Rita Germinario, Maddalena Azzollini, Emilia Altomare, Angela Murolo, Caterina Massari, Caterina Dragone, Benedetta Mastropierro, Pasqua Irma Gadaleta, Maria Saveria Fasciano, Francesca Massimo, Gaetana Sancilio, Maria R. La Grasta, Rosa De Candia, Silvia De Ceglie, Maria Spaccavento, Maria Teresa De Ruvo, Valentina Paparella, Rita Massimo, Porzia Scardigno, Olimpia Rana, Donatella Prisco, Marilina D’Abramo, Vittoria Silvestris, Lena Copertino, Marina Tangari, Anna Crudele, Lina Andreula, Patrizia de Gioia, Maria Pia Minervini, Annamaria Gagliardi, Elena Germano, Adelaide Altamura, Sara Valente, Caterina Binetti, Fiorella dell’Olio, Annamaria Bufi, Lucia del Vescovo, Grazia Altomare, Rita Uva, Silvia Altieri, Teresa Petruzzella, Carmela Piccininni, Luisella Sparapano, Maria Stella de Trizio, Patrizia Salvemini, Susanna Mezzina, Maria Rosaria de Pinto, Anna Laura del Vescovo, Anna Caterina La Forgia, Vittoria Petruzzella, Mariantonietta Masciopinto, Emanuela Pansini, Raffaella Patimo, Margherita de Gennaro, Arianna Pansini, Carolina Uva, Mariangela Gallo, Elisabetta Gallo, Isabella Maria Croce, Beatrice De Virgilio, Clotilde De Feo, Angela De Ceglia, Elisabetta Petroli, Elisabetta Gadaleta, Claudia Caputi, Angela Salvemini, Paola Coviello, Giuliana Pappagallo, Antonia Costantino, Georgia Pesce, Lilith Pesce, Maria Rosaria Nappi, Cordelia de Cosmo, Nella de Cosmo, Anastasia Caldarola, Marta Tattoli, Maria Grazia Domenica de Gennaro, Emanuela de Leo, Lucrezia Palumbo, Simonetta Spaccavento, Cecilia Marzocca, Rossana Massarelli, Luciana Giancaspro, Tea Salvemini , Maria Andriani , Anna Maria De Redda , Carmela Aurora, Giovanna Panunzio, Ignazia La Forgia, Marta Silvestri, Antonia Cappelluti, Vincenza Cormio, Giulia Lazzizzera, Vincenza Mitoli, Caterina Spaccavento, Luigia Gadaleta Caldarola, Giustina Minervini, Caterina Sallustio, Elisabetta De Gioia, Anna Panunzio, Giuliana Panunzio, Loredana Murolo, Carmela Sasso, Valentina de Pinto, Paola de Pinto, Rosalba Gadaleta, Teresa De Leo, Stefania Copertino, Giacoma Gramegna, Cecilia de Gennaro, Margherita Mezzina, Maria de Tullio, Francesca Muratori, Vittoria Sallustio, Rosaria Tavella, Luciana Palumbo, Pasqua Salvemini, Maria Luisa Grasso, Gabriella Valente, Angiola de Gennaro, Antonia Porta, Angela Pansini, Giuseppina Lucivero, Vincenza Tattoli, MariaLuisa Silvestri, Maria Porta, Lucia Addolorata Rosaria Liace, Doriana Leone, Maria Caputi , Katia Giorgio, Angela M. R. Amato, Angela Maria Marzocca, Giovanna Centrone, Maria Paola Marzocca, Eleonora de Pinto, Caterina La Rocca, Angela Altomare, Rosa di Franco,Sonia Paduano
Per contatti e info: vorrei.partecfipare@yahoo.it
 
 
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Tratto e condensato da: “Il mal francese, ovvero: donne emancipate e bambini pacifici – 1943. – La famiglia è la base della moderna società occidentale. E' nell'ambito famigliare che la donna, spesso soggetto di un conflitto psicologico, esercita la sua forte influenza. Non esistono fatti umani nei quali l'elemento femminile non intervenga come causa o come effetto. Non esistono espressioni del sentimento, della virtù, delle reazioni umane, senza che la donna vi inserisca il vivace lievito della sua personalità. Per questo oltre ad essere la compagna dell'uomo essa è una delle leve fondamentali della società. La rivoluzione francese fece scorgere i primi segni di un attivismo femminile di una certa organicità ed importanza. La letteratura francese della fine dell'800 ci dà un'immagine sufficientemente convincente di questo particolare travaglio sociale. Chiunque abbia dimestichezza con le lettere e il teatro francese degli ultimi sei o sette decenni non avrà difficoltà a riconoscere l'importanza che prende la donna nel mondo fenomenico della Francia con un andamento quanto mai preoccupante per coloro che hanno a cuore le sorti delle basilari istituzioni della società. Nelle lusinghiere forme di un pariginismo spensierato, reso seducente dalle fantasiose risorse di una moda gelosa delle sue prerogative, è facile scorgere l'invadenza della donna nel fenomeno francese. Ma non sarebbe ciò diverso o antitetico da quanto accade altrove, se non fosse accompagnato da un gravoso regresso della personalità maschile. Un poco alla volta l'uomo ha ceduto terreno, ha rinunziato alla sua funzionalità in seno alla famiglia e nell'ambito stesso della sua sfera sociale. Abdicazione consentita con egoistico senso conservativo del proprio tornaconto, abbandonando cioè alla donna le iniziative, le cure dirette e indirette del complesso mondo che vive attorno all'uomo e che per molti ha un sapore tedioso e opprimente. Questo fatto, che va inquadrato nella grande cornice del fenomeno individualistico francese, dev'essere considerato come espressione di quella tendenza evasiva che cova nell'animo umano, ma che ha preso in Francia un significato sociale perché ha ridotto il marito, l'amante, il compagno, alle proporzioni di uno strumento della personalità femminile………La sincerità nasce, secondo i latini, nel vino, ma è nell'amore che essa diviene convincente. Ed il linguaggio dell'amore ha presso i francesi una terminologia depressiva, avvilente, debilitante. Nello smarrimento dell'amplesso la donna mormora nomignoli ridicoli, vezzeggiativi frivoli, immagini minute, che riducono la persona amata a umilianti e tenui sembianze alle quali si ribella chiunque non rinunzia alle prerogative della virilità. Dal fervore della partecipazione femminile nelle tumultuose vicende della rivoluzione dell'89 si è giunti all'azione de virilizzante dell'epoca contemporanea. Il clero francese ha certo avuto una cura smisurata della donna con il proposito di salvare, a suo mezzo, i concetti patriarcali della famiglia che nell'uomo s'andavano lentamente diluendo. Ha cercato, mediante il controllo dell'animo femminile, di poter recuperare il cittadino che s'allontanava dal tempio sotto l'influenza delle ideologie massoniche e socialdemocratiche, schiavo com'era del materialismo pagano. Ma c'è riuscito in minima parte perché la dissoluzione dei valori morali trovava nella donna più un'alleata che una vittima, una protagonista, anzi, del dramma della sterilità. Quando la donna perde il senso della maternità nega irrimediabilmente Dio. -
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