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Molfetta, Centro di Accoglienza: petizione cittadina su titolo soggiorno per asilo politico
08 dicembre 2011

MOLFETTA - Non è facile la condizione giuridica dei richiedenti asilo politico al Centro di Accoglienza «Don Tonino Bello» di Molfetta. Attendono ormai da giugno di essere interrogati dalla Commissione Territoriale di Bari, che dovrà stabilire se conceder loro il permesso di soggiorno. A quanto pare, la convocazione sembra sia stata programmata per questo mese o per gennaio 2012, ma il rischio è l’ennesimo slittamento per le numerose richieste di permessi di soggiorno per asilo politico (25mila ospitati all’interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile) e i continui arrivi degli immigrati in Puglia.
Intanto il Centro di Accoglienza ha lanciato un’iniziativa per i migranti ospitati nelle città delle diocesi. Si tratta della petizione cittadina per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia, ma nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d’Avorio, in Bangladesh o in Pakistan. Il rischio è il rigetto della domanda d’asilo da parte delle commissioni territoriali, che già stanno procedendo al diniego nella stragrande maggioranza dei casi.
Infatti, centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, stanno provvedendo alla ospitalità al di fuori del circuito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Ma ogni sforzo, ogni risorsa messa a disposizione, ogni percorso d’inserimento, rischiano di risultare vani senza la garanzia di un futuro, senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d’origine.
Siccome il ricorso al tribunale contro il diniego delle commissioni potrebbe essere oneroso, si prospetta una condizione d’irregolarità e lavoro nero per molti immigrati, alimentando lo spazio d’ombra della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o ai circuiti della criminalità.
Per questo motivo, la petizione, lanciata il 21 novembre scorso dal Progetto Melting Pot Europa, mira a ottenere l’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea, come sancito dall’art. 20 del Teso Unico sull’Immigrazione.
Per ulteriori informazioni o per firmare la petizione, rivolgersi al Centro di Accoglienza «Don Tonino Bello» in via Carlo Pisacane.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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