MOLFETTA - Numerosi i dubbi esposti dal Comitato di quartiere Molfetta Vecchia sulla riqualificazione di Cala sant’Andrea (nella foto, il progetto), durante l’incontro alla Sala Turtur in cui l’arch. Lazzaro Pappagallo, progettista, avrebbe dovuto spiegare gli aspetti tecnici del progetto, aprendo poi un dibattito con il Comitato. Questo, però, non è stato possibile perché l’architetto non si è presentato per motivi personali e il Comitato ha deciso di redigere un documento di proposta da presentare al sindaco senatore Antonio Azzollini in un ennesimo incontro che dovrebbe tenersi domani sera. In caso contrario, sarà inviato al Comune nella speranza che possa essere almeno leggiucchiato.
Proposte e dubbi. Quale sarà l’impatto ambientale sull’area? Sono state rispettate le fasce di rispetto per il Duomo? Possibile evitare la congestione di elementi, come per il giardino di via Mammoni?
Senza dubbio, l'area dev'essere riqualificata per sanare lo scempio che ancora oggi si perpetra in quella zona. Ma il Comitato punta a una semplificazione del progetto, riprendendo alcune formule e modalità delle città vicine, per rendere l’area più funzionale alle esigenze e alle richieste dei residenti. Ma l’amministrazione Azzollini ha davvero intenzione di ascoltare le proposte del Comitato, se il progetto è già esecutivo?
Sono stati convocati incontri e consultazioni con i residenti come previsto dalla il D.M. n.24050/01, che ha avviato i Contratti di Quartiere II a Molfetta? In particolare, secondo l’art. 2, comma 2 «il programma, promuovendo la partecipazione degli abitanti alla definizione degli obiettivi, è finalizzato prioritariamente ad incrementare, anche con il supporto di investimenti privati, la dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati di comuni e città a più forte disagio abitativo prevedendo, al contempo, misure ed interventi per favorire l'occupazione e l'integrazione sociale». I membri del Comitato hanno denunciato l’inosservanza dell’art. 2 da parte del Comune, perché i Contratti di Quartiere II disponevano la partecipazione dei cittadini con l’intento precipuo di far fronte al degrado sociale.
Qualora si fossero tenuti incontro e consultanti, le proposte dei residenti sono state tenute in conto nella redazione del progetto o si è preferito procedere con il paraocchi, promettendo senza poi mantenere? L’assessore al centro storico, dimessosi lo scorso luglio 2011 per il sequestro della sua villa nell’operazione “Mani sulla città”, aveva assicurato al Comitato che l’amministrazione Azzollini avrebbe assunto la proposta di un’area semplice, che rispettasse l’ambiente e i monumenti circostanti, che fosse chiusa al traffico (i pilomat di piazzetta Giovene sono quelli acquistati per il Centro Storico?) e che fosse caratterizzata dall’uso della chianca locale. Le promesse hanno le gambe cortissime, più delle bugie. Ed è questa la beffa che ha irritato più di un residente.
Qualcuno, durante l’incontro, ha tuonato contro il sindaco Azzollini, perché ormai esasperato da un’amministrazione comunale poco incline ad ascoltare bisogni e proposte di tutti i cittadini, credendo poi di interpretarle nel modo corretto. È pur vero che un’amministrazione deve saper far sintesi, ma fermarsi all’interesse di pochi o all’ideale personale di un singolo potrebbe profanare gli articoli 8 del TUEL, 6 e 53 dello Statuto comunale e, in particolare, gli articoli 58 (Forum dei cittadini) e 59 (promozione di consultazioni popolari) dello Statuto. Allo stesso tempo, i cittadini, se necessario, possono rivolgere al sindaco interrogazioni (art.60 Stat.) e promuovere azioni popolari e petizioni al consiglio e alla giunta (artt.61, 64 Stat.).
Il Comitato non potrebbe imporre decisioni proprie all’amministrazione. Perché, dunque, non sostenere un’iniziativa simile a quella del Documento di Rigenerazione Urbana? Sarà possibile apportare in extremis delle piccole varianti al progetto esecutivo? Perché accettare sic et impliciter un progetto piovuto dall’alto?
Sul prossimo numero di Quindici, in edicola il 15 marzo, un’ampia pagina sul progetto di riqualificazione di Cala sant’Andrea, oltre al Giardino di via Mammoni e alla piazza di via Amente.
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