MOLFETTA - Arrivano gli “sceriffi” a Molfetta. Lo ha deciso il consiglio comunale nell’ultima sua seduta, varando, con i voti solo della maggioranza di centrodestra e l’astensione dell’Udc, il nuovo regolamento della polizia municipale (il precedente risale al 1995) che sarà dotata di pistole semiatomatiche calibro 9x19.
Peccato che ad utilizzarle saranno gli stessi vigili urbani in servizio che, in fatto di coraggio e determinazione (almeno alcuni) lasciano un po’ a desiderare. Ma per loro è previsto un corso di addestramento – ha assicurato la maggioranza – che li trasformerà in perfetti sceriffi in grado di garantire tranquillità ai cittadini.
Insomma, il timore di sanzionare i bulli di periferia e gli automobilisti arroganti sarà un ricordo del passato, ora con le armi in pugno sarà più facile garantire l’ordine pubblico. I problemi della sicurezza a Molfetta saranno risolti e non si verificheranno più episodi di teppismo, né scippi o rapine, perché la “squadra speciale anticrimine” potrà intervenire oltre che con le pistole anche con spray antiaggressione al peperoncino, bastone estensibile, oltre alla mazzetta di segnalazione, anche se le radio sono guaste e servono a poco. Ma vuoi mettere la pistola?
Il comandante Gadaleta è sicuro che l’efficienza del servizio sarà garantita e soprattutto i vigili urbani si sentiranno più sicuri con l’arma nella fondina, perché la pistola, a suo parere, è uno strumento di autotutela.
In passato avevamo espresso preoccupazione per questa scelta, che, riteniamo, più pericolosa per gli uomini del corpo. Ma l’amministrazione comunale ha un’idea diversa e allora... vai con lo sceriffo. Vedremo col tempo se avranno avuto ragione per questa scelta intempestiva e azzardata, come hanno fatto rilevare anche le opposizioni di centrosinistra, mettendo in evidenza sia la mancanza di uno studio o un monitoraggio della situazione della sicurezza a Molfetta, prima di fare una scelta che appare solo ideologica (la destra, com’è noto, privilegia questi metodi). C’è chi, invece, come il capogruppo della Primavera, Mauro De Robertis, aveva proposto di attendere il varo della legge nazionale in materia, per adeguare il regolamento a tale normativa chiedendo di dotare i vigili urbani anche di giubbotti antiproiettile e di casco.
Forse, anche una bella mitraglietta, non sarebbe male (ndr).
Pino Amato, capogruppo dell’Udc, ha proposto in alternativa l’aumento dell’organico dei vigili urbani che oggi hanno 50 unità in meno, che sarebbero più utili delle pistole a garantire la sicurezza, ma poi al momento della votazione si è astenuto.
La maggioranza ha risposto picche all’opposizione (quando si dice il dialogo) e, come sempre, è andata avanti sulla sua strada perché come ha assicurato il capogruppo del Pdl, Angelo Marzano, solo con le armi si può dare una risposta di sicurezza alla città. Mentre Mauro Spaccavento ha detto che solo col nuovo regolamento (con le pistole?) si può ridare dignità a questi lavoratori (?!).
Ci sembra che questa decisione sia un modo per distrarre l’attenzione dai veri problemi di sicurezza, con una risposta solo di facciata a un problema reale, che con questa scelta rischia di aggravarsi, mettendo a rischio la vita di questi uomini.
Non c’è che dire: per la città della pace di don Tonino quella degli sceriffi, non è una bella soluzione.
Ultima annotazione, non secondaria: ogni pistola costerà circa 1.000 euro, che pagheremo di tasca nostra.