Molfetta, amaro ritorno: scivola al 3° posto
CALCIO
Le prime quattro gare di ritorno ci consegnano un Molfetta ridimensionato. Quattro punti in 4 gare e i biancorossi dalla prima posizione si trovano ora ad inseguire al 3° posto insieme al Corato (38), dietro Capurso (41) e Conversano (40). Dopo la sconfitta di Capurso (2-0), maturata su un campo impossibile, nella successiva giornata i biancorossi ritornavano provvisoriamente in testa. Infatti, mentre Pro Gioia e Capurso non si disputava per le avverse condizioni atmosferiche, il Molfetta si aggiudicava i 3 punti contro il Castellaneta, in una gara dall'epilogo inusuale.
Gli ospiti scesi al “P. Poli” con solo 11 ragazzini e senza allenatore, dopo mezz'ora erano sotto di ben 7 reti (Tritta e doppiette di Paparella, Aloisio e Lapenna). Dopo il riposo il Castellaneta gettava la spugna e si presentava in campo con soli 6 giocatori. L'arbitro come da regolamento (si gioca almeno in 7), decretava la fine anticipata del match. Alla ripresa del torneo il Molfetta era atteso dalla difficile prova di Conversano. Lo 0-0 finale, in una gara in cui le difese hanno avuto la meglio sui reparti avanzati, confermava la competitività delle due squadre.
Nella successiva gara interna contro l'Acquaviva il “patratac”: i biancorossi sfoderavano la peggior prestazione della stagione e gli ospiti espugnavano meritatamente il “P. Poli”.
I risultati, senza considerare la vittoria sul Castellaneta che non fa testo, dimostrano che il Molfetta sta attraversando un periodo di difficoltà. La sconfitta interna contro l'Acquaviva, compagine di tutto rispetto, alla vigilia considerata tra le possibili protagoniste del torneo, ha messo in luce una squadra locale in regresso sul piano fisico, soprattutto nei giocatori di punta, come Cotugno, Tritta, Uva, D'Aloia e D'Alessandro. Se non girano questi atleti, anche gli altri ne risentono. A questo punto la gara contro il Pro Gioia sarà determinante per capire l'attuale livello di competitività della squadra.
Certamente l'obiettivo del primo posto ora si fa difficile, ma non ancora impossibile. Dopo il Pro Gioia, il Molfetta affronterà la trasferta di Toritto (29.01), poi in casa l'Arpifoggia e fuori il San Severo.
L'allenatore Barione: obiettivo promozione, possibile
A questo punto del campionato abbiamo rivolto alcune domande all'allenatore Gaetano Barione sul cammino fatto finora dalla squadra.
Mister, al contrario degli anni scorsi, il campionato non ha espresso una squadra leader. Molfetta, Capurso, Corato e Conversano si contenderanno il salto diretto in Eccellenza. Si aspettava un torneo così competitivo?
“A leggere i nomi nelle rose di queste squadre, non c'erano dubbi che sarebbero state protagoniste. Per me il livellamento è la conseguenza di questa nuova norma che prevede i play-off e che ha spinto molti club ad investire. Anche se questa seconda fase non garantisce delle certezze, perché si tratta stilare una graduatoria da far valere per i ripescaggi. Di sicuro l'Eccellenza si raggiungerà vincendo il campionato”.
Cosa ha in più il Molfetta rispetto alle altre contendenti e chi teme maggiormente?
“Non escluderei il Castellana in ritardo di soli 4 punti, anche se sarà difficile rientrare, perché pur avendo un buon organico non ha grosse individualità. Rispetto alle altre, il Molfetta spicca per delle individualità che nei momenti decisivi fanno la differenza e in tutti i reparti. Quindi non solo Uva, Tritta o D'Aloia, capaci d'inventare qualcosa in avanti, ma anche un portiere come Loporchio che è il meno battuto, una difesa tra le più organizzate. La squadra che temo di più è il Capurso, perché ha una rosa più completa, invece il Corato ha una maggiore forza fisica”.
Abbiamo visto la squadra mutare spesso assetto tattico. Dall'iniziale 3-5-2 è passata al 4-4-2 e poi al 4-2-3-1. Scelte fatte in funzione degli avversari o è un'evoluzione della squadra?
“Un allenatore non deve imporre nulla, ma mettere a disposizione le proprie conoscenze tecniche in base alle caratteristiche dei propri giocatori e della tipologia del torneo. Anche se conoscevo molti di loro, inizialmente avevo bisogno di un periodo di ulteriore conoscenza, anche per l'inserimento dei nuovi arrivati. Adesso la squadra è abbastanza equilibrata. Naturalmente gli avversari dopo si adeguano e si organizzano, quindi non escludo che in futuro possa apportare delle varianti”.
Chi più chi meno tutti i giocatori della rosa sono stati utilizzati. C'è qualcuno che si aspetta possa dare di più?
“Ho una rosa di 23 elementi, quindi cerco di mettere in campo i giocatori più in forma. Alcune volte mi rammarico di non poterne schierare altri che per l'impegno meriterebbero quanto gli altri. Di Vittorio, Malerba e Scardigno, sono ragazzi che giocherebbero titolari in qualsiasi altra squadra, verso i quali purtroppo non riesco sempre a soddisfare le loro aspettative”.
Alcune squadre si sono rinforzate. A Molfetta non è arrivato nessuno, perché non c'erano giocatori all'altezza, oppure è stata una scelta netta di continuare con o stesso organico?
“Giocatori che possono fare la differenza non ci sono in giro, sono soddisfatto della rosa ampia che ho a disposizione, quindi sarebbe inutile far spendere soldi alla società. Forse arriveranno degli under, ma stiamo parlando di ragazzi che possono tornare utili, ma nulla di più”.
I buoni risultati forse sta sciogliendo quel gelo che c'è tra lei e il pubblico. Ci tiene a dire qualcosa ai tifosi?
“All'inizio più che freddezza ho avvertito cattiveria e prevenzione. I risultati hanno certamente cambiato qualcosa. La mia opinione è la stessa e come ho fatto all'inizio della stagione, anche adesso rivolgo lo stesso invito: stare vicino alla squadra, sostenerla e valutare l'operato di Nino Barione alla fine del campionato. In questo momento conta la maglia biancorossa e la società che sta facendo dei grossi sacrifici, perché se riusciamo a raggiungere l'obiettivo, sarà poi una soddisfazione non di Nino Barione, ma della società, dei tifosi e della città”.
F. d. R.