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Molfetta, altro che futuro: con i PDO 2012 si resta al palo Piani Dettagliati, casse comunali in affanno. Obiettivi, risicati per un Comune come Molfetta. Pochi gli approfondimenti tecnici. Difficile immaginare una crescita per la città
09 ottobre 2012

MOLFETTA - Ordinaria amministrazione per un 2012 di vacche magre. Lo dimostrano i Piani Esecutivi di Gestione e i Piani Dettagliati degli Obiettivi (PDO) approvati dalla giunta Azzollini per i vari settori comunali. Elementi determinanti per la redazione del cosiddetto Piano della Performance che, secondo il D.Lgs. n.150/09, dev’essere coerente con i contenuti e il ciclo della programmazione finanziaria del bilancio comunale.
In effetti, i PDO 2012 del Comune di Molfetta rispecchiano in toto la situazione economico-finanziaria delle casse comunali, davvero in affanno come Quindici ha già spiegato nel numero di settembre. Gli stessi tempi di approvazione ed esecuzione (dicembre 2012) sono davvero ristretti per quegli obiettivi che richiederebbero maggiore attenzioni, anche solo per evitare errori grossolani che ricadrebbero sulla collettività a livello contabile e strutturale-amministrativo.
Tra l’altro, l’assegnazione di obiettivi incoerenti con le nuove regole e l’attivazione balbuziente e claudicante di tutte le fasi del ciclo di gestione previste dalla Legge Brunetta, come anche la mancata adozione di un sistema di valutazione basato sui principi dettati dal D.Lgs n.150 (già in passato Quindici ha affrontato questo argomento tecnico), potrebbe anche bloccare l’erogazione delle indennità di risultato e di produttività collegate alle performance. Sarà, perciò, opportuno non solo monitorare correttamente e obiettivamente l’attività dirigenziale, ma anche assumere i relativi provvedimenti nei casi previsti dalla legge.
Discutibile è anche la redazione dei PDO comunali che avrebbe dovuto contenere gli obiettivi strategici e operativi, distinguendo quelli finali, quelli da raggiungere nell’arco del triennio e quelli intermedi, quindi le fasi a cui pervenire nel corso dell’anno. Fondamentali anche gli indicatori per la misurazione della performance organizzativa dell’ente e di quella individuale dei singoli dirigenti.
Al minimo, si sarebbe dovuta eseguire una divisione tra attività di miglioramento e di funzionamento per tutte le unità operative comunali. Con le prospettive fissate da questi PEG e PDO sarà difficile immaginare un rinnovamento e una crescita amministrativa e sociale per Molfetta: assente una programmazione per la viabilità, lo sviluppo economico e lo sport, il commercio e il turismo, la cultura e i minimi servizi al cittadino.
 
SOCIALITA’ ED ECONOMICO-FINANZIARIO
Risicati appaiono i 3 obiettivi del Settore Economico-Finanziario (attuazione del federalismo fiscale, revisione del regolamento di contabilità, questionari SOSE e censimento delle auto della pubblica amministrazione), riduttivi quelli dell’unità operativa della biblioteca comunale, che necessità di un restyling organizzativo e operativo immediato, in particolare per la catalogazione di tutti i volumi stipati e nascosti negli scaffali (dunque, non ancora accessibili al pubblico).
Anche il Settore Socialità presenta zone d’ombra. Appena poche righe sono dedicate agli obiettivi, senza nemmeno illustrare le attività da svolgere, i tempi di esecuzione e le risorse economiche e umane. Ad esempio, maggiore dovrebbe essere l’attenzione per l’esecuzione del Piano Sociale di Zona, soprattutto per definire l’aggiornamento di alcune procedure (apertura al cittadino e affidamenti dei servizi).
Alcuni obiettivi del Settore Appalti e Contratti pare siano stati raggiunti già nel primo semestre 2012, anche se l’attuazione del programma per l’alienazione degli immobili a uso diverso da quello abitativo, da chiudersi entro il 31 dicembre, procede a singhiozzo e con alcune difficoltà. Alquanto inconsueto l’intervento di allestimento delle sale matrimoni comunali, che richiederà l’investimento di risorse economiche comunali.
 
TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI
Anoressico il PDO dei settori Lavori Pubblici (la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico, efficiente solo in alcuni casi, è purtroppo macchiata da affidamenti diretti non del tutto giustificati) e Territorio che, oltre a interventi minori (adeguamento del Prgc al Putt/p, ormai trascinato da anni, e gestione informatica delle pratiche) tralascia obiettivi primari come la redazione di un Piano delle Coste, di un Piano dei Servizi o di provvedimenti ad hoc per la riqualificazione urbanistica di alcune aree urbane. Si punta, invece, sull’adozione della variante del comparto 18, nonostante sia di iniziativa privata e non pubblica: un nonsense tutto molfettese.
Sei mesi il periodo in cui il Comune di Molfetta dovrebbe riassettare il mercato settimanale: purtroppo, mancano dei termini fissi e, peraltro, non ne è stato previsto lo spostamento nel comparto 15 (alle spalle di via Aldo Fontana), come fissato dal Piano del Commercio.
Adempimento da chiudere entro dicembre, la programmazione del fabbisogno del personale che, secondo indiscrezioni, avrebbe creato non pochi problemi di contabilità. Infatti, sul bilancio comunale peserebbe il costo di dipendenti in “esubero” e consulenze scadute e non rinnovate (ma pagate). Purtroppo, il Settore Affari Generali ha dimenticato di includere la riforma della burocrazia comunale, che oggi rappresenta la zavorra del Comune.
 
SICUREZZA E TRIBUTI
Diversi gli obiettivi del Settore Sicurezza che, però, avrebbe dovuto concentrare la massima attenzione all’elaborazione di provvedimenti per arginare la microcriminalità urbana. Oltre al rilascio di contrassegni e stalli per gli invalidi (vicenda che ha suscitato non poche lamentele nell’ultimo anno per presunte ingiustizie e possibili “favoritismi”), dovrebbero essere potenziati i controlli nel comparto del commercio, ma soprattutto sulla idoneità sanitaria degli esercizi commerciali e sul possesso delle autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico. È questo uno dei programmi per il 2012 che, di fronte all’ambulantato dilagante di frutta e frutti di mare e al continuo proliferare dei chioschi della frutta (solo recentemente adeguati in parte alla normativa sanitaria), sembra essere uno degli anelli deboli della sicurezza urbana.
Non solo, ma una stessa considerazione potrebbe essere legittimata per la sicurezza stradale (quando sarà riutilizzato il telelaser?), la tutela dell’ambiente e del territorio in materia di edilizia e urbanistica. Settori amministrativi che dovrebbero essere maggiormente curati per una città ormai allo sbando.
Tra l’altro, la gestione amministrativa e contabile del mercato diffuso rientra nella programmazione del Settore Tributi, che dovrebbe dedicarsi maggiormente a sanare le anomalie amministrative, tecniche, contabili e normative causate da questa invenzione azzolliniana, cha sta trapiantando a Molfetta una qasba africana.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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