MOLFETTA – Torna il mistero a “Coda della volpe” a Molfetta, la discarica dell’Asm oggetto di vari articoli da parte di “Quindici”, dove non si comprende bene se l’area sia stata bonificata (e come, con la monnezza?) oppure no e non si capisce cosa avvenga in un sito che potrebbe anche risultare pericoloso per l’ambiente.
Stranamente di questa discarica (possibile bomba ecologica?) non si occupa nessuno, nemmeno coloro che a parole si dichiarano paladini dell’ambiente e della tutela del territorio, parlano di bombe e veleni nel porto (e quelli nelle campagne?), di sicurezza, di incendi delle auto, ma non di questa “cava dei misteri”. Chissà perché? Quali condizionamenti esistono? Quali pressioni?
Fatto sta che una cava che sembrava abbandonata e la cui destinazione è cambiata diverse volte (chissà perché?): da isola ecologica per conferimento di frigoriferi e altri elettrodomestici ad area per la raccolta differenziata di vetro e legno, da stazione di trasbordo di rsu ad area di stoccaggio e stazione di inerti, fino ad area destinata ad un parco fotovoltaico, oggi torna di interesse per un nuovo progetto. Quale? A noi, ai nostri lettori e ai cittadini di Molfetta piacerebbe saperlo.
Intanto all’interno della cava si sta costruendo un grande capannone: a che serve? Ma soprattutto è autorizzato? Chi ha rilasciato il permesso a costruire? Oppure si tratta di un’opera abusiva? Ne sanno qualcosa i vigili addetti al territorio e ambiente?
A suscitare non pochi dubbi e a destare quantomeno sospetti, sta il fatto che, fino a qualche giorno fa, sul cancello del “cantiere coda della volpe” non c’era alcun cartello che indicasse, come vuole la legge il committente, il direttore dei lavori, l’impresa che li sta eseguendo, la delibera a cui fa riferimento e soprattutto l’oggetto di queste opere, le date di inizio e fine lavori. Come si può cominciare a costruire un caoannone senza fornire queste indicazioni.
Poi, come confermano le foto che abbiamo realizzato ieri sul posto, è apparso un cartello, ma è completamente vuoto. E va bene che a coda della volpe i cartelli appaiono e scompaiono, come "Quindici" ha dimostrato in un'inchiesta precedente. Ma mettere un cartello vuoto è il colmo.
Come si spiega tutto ciò? Dimenticanza? Come mai non è stata indicata alcuna informazione? E’ legale tutto ciò? Oppure siamo di fronte all’ennesima illegalità di cui poi dovrà occuparsi la magistratura? Essendo l’Asm un soggetto pubblico, questa mancanza è ancora più grave? Che dicono l’amministrazione comunale di centrodestra del sen. Antonio Azzollini e l’assessore Mauro Magarelli responsabile dell’Asm?
Altro mistero: ieri quando siamo andati per fotografare dall’esterno l’area, esercitando il nostro diritto di cronaca, siamo stati avvicinati da un giovane che ci ha chiesto il motivo della nostra azione e soprattutto perché stessimo fotografando il cartello (era questo che lo preoccupava di più). Non abbiamo avuto timore a qualificarci e a spiegare all’individuo che non facevamo nulla di male e se riteneva il contrario poteva chiamare i carabinieri (come accadde quando stavamo fotografando il cantiere dell’Hotel Tritone e fummo aggrediti dal capo cantiere; poi si è visto com’è finita quella storia, con ben 9 arresti fra cui l’ing. Rocco Altomare, dirigente dell’Ufficio territorio del Comune: avevamo visto giusto anche allora).
Abbiamo chiesto all’individuo (al quale a dare manforte poco dopo è arrivato un altro signore, che poi ci ha riconosciuto tranquillizzando l’amico dicendogli che eravamo giornalisti) che ruolo avesse. Custode, ci ha risposto. Come mai quest’area che prima era abbandonata, oggi è messa sotto controllo? Nasconde qualcosa? Oppure la presenza di questo “custode” serve a giustificare la costruzione del capannone in atto?
I misteri della cava crescono, ma ci piacerebbe che il presidente dell’Asm, Giovanni Mezzina, spiegasse a noi (e forse alla magistratura) quali lavori sono in corso e come mai il cartello esterno è bianco e non contiene le indicazioni previste dalla legge? Noi non crediamo ad una illegalità, ma tolgano ogni dubbio ai cittadini. Del resto, se non c'è nulla da nascondere, perché non spiegare all'opinione pubblica la funzione di questa nuova opera?
Siamo sicuri che come le altre volte né il presidente Mezzina né il direttore ing. Silvio Binetti daranno spiegazioni all’opinione pubblica di questi misteri. Ma il silenzio, a volte, può essere controproducente.
© Riproduzione riservata