Mirko Azzollini: nostro obiettivo principale è la serie A1
La nuova stagione hockeystica inizierà ufficialmente a settembre, ma l'hockey nostrano è sempre in fibrillazione. Sono infatti tante le novità che caratterizzano questa calda estate molfettese: Vito Favuzzi infatti, si è dimesso dalla carica di massimo dirigente dell'Afp Giovinazzo. Il presidente molfettese, che in soli 3 anni ha portato il team biancoverde dalla B alla serie A1, riuscendo a conquistare nell'ultima stagione una prestigiosa salvezza, ha lasciato un vuoto incolmabile ai vertici della società giovinazzese, per via della sua bravura ed esperienza. Noi, ci auguriamo che ritorni sui suoi passi. Proprio mentre Favuzzi lascia, un altro molfettese illustre in materia hockeystica, vale a dire Gianni Massari, si rimette in discussione ricominciando da Matera, dove però eredita una squadra che ha perso gente del calibro di Persia, Santeramo e Trombetta. Al pluridecorato mister Massari, va il nostro più sincero in bocca al lupo. Passando alle vicende dell'H.C. Molfetta, sono ancora da definire le posizioni di due dirigenti “storici” dell'hockey cittadino, vale a dire, Michele Gadaleta e Leonardo Boccassini. Nonostante poi le smentite ufficiali, pare che la società sia ancora alla ricerca di un attaccante che vada a rinforzare il reparto avanzato della squadra biancorossa. Noi di Quindici, abbiamo avvicinato il talentuoso Mirko Azzollini, uno dei giocatori più attesi del prossimo campionato di serie A2, per cercare di capire le potenzialità del “nuovo” H.C. Molfetta. Mirko, quella appena conclusasi, è stata una stagione fatta di alti e bassi per l'H.C. Molfetta; una discontinuità che ha fatto sfumare l'obiettivo della promozione in serie A1. A suo parere, cosa non ha funzionato? «Quella passata, è stata una stagione sfortunata per via degli infortuni e delle squalifiche che hanno intaccato la serenità e la compattezza della nostra squadra». La squadra ha perso pedine del calibro di De Robertis, Spadavecchia e Aranda: in compenso sono arrivati Persia, Trombetta e Piscitelli. Quali sono, secondo lei, le reali potenzialità del “nuovo” Hockey Club? «La squadra ha perso sicuramente tre componenti fondamentali per l'Hockey Club Molfetta; tuttavia sono sicuro che i nuovi arrivati, riusciranno ad inserirsi al meglio nella squadra, così da creare un gruppo più forte, che sia in grado di raggiungere la serie A1». Viviamo in un paese dove il calcio è molto seguito, con una nazionale campione del mondo in carica. Cosa ti ha spinto da bambino a scegliere l'hockey su pista? «La passione per l'hockey è nata in maniera casuale, guardando altri bambini pattinare. Iniziai infatti con il pattinaggio, che tante gioie mi regalò: collezionai numerose vittorie e molti trofei. Quando la società di pattinaggio chiuse i battenti, l'ex presidente dell'Hockey Club, Mario Cantatore, mi propose di entrare a far parte della squadra. Accettai volentieri ed ebbi fin da subito grandi soddisfazioni vincendo numerosi campionati, riuscendo ad arrivare fino alla chiamata nella nazionale italiana». Sei stato protagonista di un inizio di stagione molto positivo, realizzando in poche partite, la bellezza di 10 reti. Cosa è successo dopo? «Ho subito prima un infortunio al ginocchio, per via di un brutto fallo di un altro giocatore, che ha causato il mio allontanamento dai campi di giocoper molto tempo. Successivamente, la società mi ha escluso per un piccolo periodo a causa di incomprensioni in seguito sanate, che però al momento in cui si verificarono, provocarono in me grande sconforto e delusione». Durante la stagione, hai avuto delle incomprensioni con società e allenatore, che hanno portato addirittura ad una tua esclusione dalla prima squadra. Come vanno adesso i tuoi rapporti con il mister e la società? «Come ho già detto precedentemente, le incomprensioni con la società e con il mister sono state sanate. Mi auguro vivamente di riuscire ad instaurare un feeling migliore con il mister, nella prossima stagione, così da essere più sereno e riuscire a seguire nel modo migliore, le sue indicazioni». Hai la fama di essere un grande talento, ma con un carattere difficile; per i più rappresenti il cosiddetto “genio e sregolatezza”. Chi ti conosce bene invece, non la pensa proprio così. Allora dov'è la verità, che tipo di giocatore è “ghibli” Azzollini? «Non credo di rappresentare il cosiddetto “genio e sregolatezza” ma piuttosto di rappresentare in pista la passione che nutro nei confronti dello sport che pratico. La passione, la dedizione e la disciplina caratterizzano il mio essere giocatore. Chi non mi conosce, si limita solo alle apparenze». Chi è il giocatore che ammiri e a cui magari ti ispiri quando sei in pista, e in particolare, qual è quello con cui hai legato di più all'interno dello spogliatoio biancorosso? «Non ho un solo idolo, quindi ammiro diversi giocatori di hockey e anche all'interno del nostro spogliatoio, ho un buon rapporto con tutti i miei compagni di squadra». Quali sono i tuoi obiettivi e più in generale quelli della squadra, in vista della prossima stagione? «Il nostro obiettivo principale, è raggiungere la serie A1, e mi auguro di giocare nel modo più sereno possibile, il nuovo campionato».
Autore: Massimiliano Napoli