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Minervini: "Entro fine anno completato il passante ferroviario per l'aeroporto di Bari" Bari sarà la terza città in Italia, dopo Milano e Roma, a beneficiare di un treno diretto che in 15 minuti coprirà il percorso tra la stazione e l'aeroporto. Ma il passante permetterà sulla linea della Ferrotramviaria di entrare direttamente nella stazione dell'aeroporto anche da nord. Partenze ogni 30 minuti
18 gennaio 2012

"Siamo alle battute finali. Oggi possiamo solo pregustare gli enormi riflessi positivi del passante ferroviario tra la stazione di Bari e l'aeroporto che entro fine anno permetterà ai pugliesi da nord e da sud della regione di prendere l'aereo lasciando l'auto a casa". L'assessore alle infrastrutture e mobilità Guglielmo Minervini ha sottolineato questo aspetto in una nota stampa dopo la visita al cantiere del collegamento ferroviario con l'aeroporto condotta con i giornalisti, l’amministratore unico della Ferrotramviaria Enrico Maria Pasquini, il direttore generale Massimo
Nitti e l’amministratore unico di Aeroporti di Puglia Domenico Di Paola.
Si è trattato del primo viaggio per non addetti ai lavori lungo i binari che collegano il centro del capoluogo con l'aerostazione Karol Wojtyla. "Bari sarà la terza città in Italia, dopo Milano e Roma, a beneficiare  di un collegamento diretto che in 15 minuti coprirà il percorso tra la stazione e l'aeroporto - ha spiegato Minervini - ma il binario della Ferrotramviaria non morirà lì, si innesterà sulla linea per Barletta e quindi anche da Foggia si potrà arrivare in aeroporto senza passare da Bari centrale.
Siamo alla vigilia di una trasformazione radicale del sistema dei trasporti pugliesi nel quale finalmente potrà accadere quello che avevamo pianificato: il treno sarà al centro del sistema di mobilità pugliese. Ecco perchè difendiamo i treni e abbiamo aperto una vertenza nazionale con Trenitalia. Noi siamo convinti di essere nella direzione giusta, quella europea, la poltica di Trenitalia e del governo nazionale sono andati in senso contrario negli ultimi anni, noi vogliamo continuare a camminare verso il futuro".
L'opera consiste nella realizzazione di un tratto di ferrovia a doppio binario lungo circa 7,7 km quale deviazione dell’attuale linea in esercizio Bari-Barletta gestita dalla Ferrotramviaria S.p.A. in concessione per conto della Regione Puglia.
Due le fermate realizzate: “Europa”, a sud della sede della Legione Aerea (ex Aeroporto Militare) e ad ovest della Cittadella della Finanza; “Aerostazione”, a servizio ed integrazione del nuovo terminal passeggeri dell’aeroporto di Bari Palese. L'investimento per l’intero intervento ammonta a 81,83 milioni di euro, di cui 51,96 milioni per opere civili, armamento e trazione elettrica, 12,99 per impianti di segnalamento e sicurezza ferroviaria e 16,88 per spese generali (spese tecniche,
espropriazioni, interferenze, collaudi). La copertura finanziaria dell’opera è garantita per 41,02 milioni di euro da fondi nazionali trasferiti alla Regione Puglia e per 40,81 milioni da fondi comunitari. Ad oggi il contratto d’appalto con l’ATI DEC, che si è aggiudicata l'appalto, risulta in una percentuale di esecuzione lavori pari a circa il 92%. Risultano infatti ultimate tutte le opere civili (stazioni/fermate, edificio di transito, tunnel di collegamento, galleria/trincea ferroviaria). Le maestranze di cantiere sono attualmente impegnate nei lavori finalizzati all’ultimazione dell'elettrificazione dei binari, poi seguiranno le procedure di collaudo. I lavori sono cominciati a
maggio 2009 e sono state brillantemente risolte tutte le grandi interferenze scaturite dall’ingombro delle opere ferroviarie e della realizzazione della galleria sotto gli spazi dell'Aeronautica Militare, Guardia di Finanza, Aeroporto Karol Wojtyla e binari di RFI. "È la dimostrazione - ha concluso Minervini - di come anche al Sud le opere si possano realizzare con i costi e i tempi previsti. Viene così smentita l'immagine di un Mezzogiorno incapace di programmare e spendere per la realizzazione di grandi infrastrutture. Non solo abbiamo guardato lontano investendo in un'opera con un respiro profondo e strategico per le ricadute che potrà generare sul territorio, ma tutto sta procedendo nel migliore dei modi".

(nelle foto alcune immagini del sopraluogo effettuato ieri dall'assessore Minervini con la stampa. Una vista dall'alto della stazione ferroviaria e dell'aeroporto, l'interno della galleria all'arrivo del treno, il tunnel di collegamento tra i binari e la stazione, alcune foto dall'interno della nuova stazione)

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Ogni giorno aumentano gli italiani (non solo molfettesi) che si lamentano. Mentre altrove ai lamenti hanno sostituito i progetti ad ampio respiro, la democrazia che decide e il controllo sui comportamenti dei politici e il conseguente premio o rimprovero con il voto: come a scuola. Oppure il rinnovo della fiducia o la sfiducia come in azienda, perché i politici sono, o dovrebbero essere al lavoro per un progetto: se lo realizzano, meritano la riconferma; altrimenti, a casa. Le tabelle e i grafici della European Social Survey che, ribaltando i luoghi comuni dell'antropologia climatica e del Belpaese, portano in vetta alla fiducia e alla felicità i danesi, seguiti dai finlandesi, irlandesi, svedesi e olandesi. In coda alla classifica? Proprio noi italiani. Se qualcuno aveva delle illusioni, adesso deve ricredersi. Lo stereotipo dell'Italia paese spensierato e della dolce vita è ormai ufficialmente da cancellare: il sole, il mare e la buona cucina non bastano più a essere felici. Risultiamo tra i popoli meno felici e soddisfatti in Europa, e anche i più sfiduciati verso la classe politica. Gli italiani sono (siamo) stufi di “questa” politica: della politica che non decide e non risolve i problemi (tranne poche e perciò più lodevoli eccezioni, anche perché non hanno voce tra la logorrea e le frequenti urla esagitate dei salotto televisivi); della politica che ha fatto crescere il distacco tra istituzioni e cittadini e, in questi ultimi, la voglia di allontanamento dalla cosa pubblica. Vorrebbero “riaffezionarsi alla politica”. E ne vorrebbero una diversa, più giusta, più moderna, più efficace, più europea, che realizzi di più e meglio. Una politica meno autoreferenziale, meno bulimica (a partire dal 2008 il finanziamento pubblico dei partiti è salito a duecentocinquantamilioni di euro l'anno, una cifra pari al doppio del tetto massimo previsto per i contributi pubblici alla politica in Germania: paese che ha ottantadue milioni di abitanti, contro i circa sessanta milioni dell'Italia). Una politica che se dice no ad alcune soluzioni, deve avere contemporaneamente il coraggio di dire sì ad altre e affrontare strade alternative. Una buona politica per soddisfare la voglia di cambiare e combattere la mancanza di fiducia nel futuro di molti giovani.


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