Mercato ortofrutticolo nella bufera: il Comune cita in giudizio ditta e direttore dei lavori
Che la struttura del nuovo Mercato ortofrutticolo (nella foto) non fosse proprio un gioiello funzionale, nonostante presenti un'architettura gradevole, era la lamentela che gli operatori hanno avanzato sin dal primo giorno.
Per noi era chiaro che il trasferimento delle attività commerciali era stato deciso non tanto perché la nuova struttura fosse pronta, quanto per l'emergenza di lasciare la vecchia struttura che rischiava di chiudere per gravi carenze igieniche, sanitarie e strutturali. Francamente, nessuno si sarebbe aspettato che dopo appena 80 giorni d'attività, le inefficienze e le lacune si palesassero in maniera così evidente da spingere l'amministrazione comunale a citare in giudizio la ditta che ha eseguito i lavori.
A memoria d'uomo è forse l'opera più costosa realizzata interamente dal Comune (circa 13 miliardi di vecchie lire), perché ritenuta necessaria sia per liberare la città di una struttura non più idonea, sia per creare ulteriori opportunità di sviluppo per le attività interne ed esterne alle operazioni commerciali
Progettata nel '96, iniziata nel '98, nel corso degli anni sono stati necessari i lavori d'adeguamento e completamento, anche perché l'idea progettuale era di realizzare una struttura semplice e successivamente allestirla per renderla funzionale alle attività mercatali. Nel 2001 fu effettuato il collaudo e rilasciato dal Comune il relativo certificato.
Nel frattempo nel 2003 le autorità accertavano gravi carenze igieniche e sanitarie nella vecchia struttura, che rischiava d'essere chiusa da un momento all'altro. Ciò spinse il Comune ad accelerare le fasi del trasferimento e che forse determinò anche un'accelerazione degli ultimi lavori. Il 4 ottobre scorso, in pompa magna la nuova struttura fu inaugurata e il mercato di “Via Nino Bixio” dopo 60 anni di servizio fu chiuso definitivamente. Un'apertura comunque forzata, basti pensare che mancavano gli allacciamenti telefonici, era stata allestita una Direzione disadorna nei locali della guardiania, assenti i servizi (banca, bar, ecc.). Alla prova dei fatti, la scelta di qualche anno fa di destinare la palazzina uffici al distaccamento dei Vigili del Fuoco si è rivelata infelice.
Si sperava che superati i primi mesi di rodaggio le cose sarebbero andate per il verso giusto. Invece, le inefficienze sono apparse talmente evidenti che il Comune, su pressioni degli operatori, ha prima monitorato la situazione per poi avviare un'azione legale, per accertare in sede processuale le eventuali carenze progettuali o di realizzazione e le relative responsabilità.
Il dirigente del Settore lavori pubblici, ing. Vincenzo Balducci, in una prima relazione ha evidenziato in sei punti le lacune: cedimento della pavimentazione stradale che causa difficoltà nel movimento dei carrelli che spesso si ribaltano; insufficiente pendenza della pavimentazione all'interno della galleria; insufficiente fondazione della strada perimetrale della galleria di stoccaggio e vendita; scolo a pavimento dell'acqua piovana con conseguenti infiltrazioni nei box; errato montaggio delle tende parapioggia; inidoneo sistema di protezione dall'acqua piovana dalla copertura della galleria commerciale. Una successiva relazione ha rilevato ulteriori 16 anomalie nelle strutture e nella funzionalità del mercato.
La Giunta comunale ha deliberato, una volta acquisita la perizia del consulente tecnico nominato dal giudice, di procedere senza indugi alla realizzazione dei lavori necessari per dare alla struttura la piena efficienza per evitare che, il protrarsi dell'attuale situazione, possa aggravare le anomalie e farne sorgere altre.
Di conseguenza sono stati appaltati lavori per oltre 92mila euro per la manutenzione delle 60 serrande dei box, interventi vari di fabbri, ripristino della continuità delle coperture esterne, manutenzione della copertura centrale della galleria commerciale. Trattandosi di lavori a danno dell'impresa “Mucafer”, la relativa spesa è riportata a bilancio nella voce “Servizi per conto terzi”. Insomma per il Comune sono chiare le responsabilità. Inevitabile per un cittadino comune pensare che i lavori siano stati effettuati “all'acqua di rosa”.
Naturalmente spetterà al giudice stabilire se le cause sono attribuibili alla mancata manutenzione, a lavori non eseguiti perché non previsti dal capitolato, a vizi nell'esecuzione delle opere e se qualcosa non ha funzionato nella catena dei controlli.
Vedremo chi pagherà, se mai pagherà.
Francesco del Rosso
francesco.delrosso@quindici-molfetta.it