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Maternità di Natale Addamiano
15 settembre 2020

È stata inaugurata a Molfetta presso la Galleria 54 Arte Contemporanea la mostra di pittura Maternità, di Natale Addamiano. L’allestimento resterà visitabile sino al 20 settembre. Il vernissage ha avuto luogo, con nutrito pubblico e nel rispetto delle norme di distanziamento per la prevenzione del Covid, in presenza dell’artista, dell’Assessore alla Cultura, Sara Allegretta, del gallerista Franco Valente e di alcuni membri della famiglia Vitulano, con interventi anche del sottoscritto e del prof. Gaetano Mongelli, storico dell’arte. Quest’ultimo ha ricordato con profonda emozione il proprio fratello, l’architetto Leonardo Mongelli, scomparso nel corso del 2020, a cui il pittore Addamiano ha deciso di dedicare la mostra. Il prof. Mongelli ha poi, con la consueta lucidità di sguardo, delineato un excursus sul motivo della maternità nella tradizione artistica internazionale, riuscendo, con tratto felice, a evidenziare il retroterra culturale in cui si innesta la produzione di Addamiano. Osservando la mostra, il fruitore potrà subito cogliere come si tratti di un percorso nella memoria individuale e collettiva. “Un pittore”, ha dichiarato l’artista “lavora sempre sulle cose che lo circondano e sulle emozioni. Sbaglia l’artista che rifiuta la realtà. In questi dipinti, si ritrovano le emozioni di un amore infantile”. Infatti, il momento della suzione finalizzata alla fruizione riaffiora in ricordi-fantasie come prima forma di eros. Quell’atto di suggere con voluttà su cui Sigmund Freud si è soffermato sotto il profilo psicanalitico rivive nelle tele di Addamiano dopo essersi stratificato nelle immagini delle Virgines lactantes dei vari Lorenzetti, Solari, Michelangelo o nelle madri della tradizione, dall’agonismo gioioso del Cecioni alla lettura simbolista di Bettinelli o alla visione più compassata di Severini. E chi tra gli appassionati non rammenta l’ossessiva ricorrenza del motivo dell’allattamento nell’opera di Mary Cassatt, cui era stata preclusa la gioia della maternità? L’itinerario di Addamiano muove da un dittico, quello che rappresenta il motivo della maternità nel contesto dello scenario irsinese (e qui rivivono le magiche suggestioni delle gravine, tra i soggetti più felicemente rappresentati dall’Addamiano) e in quello molfettese della Secca dei Pali, dove tra l’altro affiora, con discrezione, tra gli scogli l’immagine di una tela, allusione all’amore per la pittura en plein air. Pratica coltivata perché, come asserisce il pittore, “azione e reazione, realismo e astrazione si alternano nella mia arte”. Nel percorso dell’allestimento, l’icona della mater lactans rivive in ambientazioni differenti. Nel paesaggio murgiano, quello ch’è il paradiso pittorico dell’Addamiano, nei cui campi biondeggianti di grano e di luce echeggia una tensione alla wilderness, ch’è esaltazione della madre come altra Natura… Emblema delle creature umane capaci di riprodurre il ritmo di generazione che nella Natura conosce realizzazione. Il motivo ricorre anche negli ambienti dell’atelier, in cui l’atto di ritrarre il reale trova espressione nel silenzio, fattore fondamentale per Addamiano, nel contesto dello studio come nel momento in cui si dipinge all’aria aperta. La madre proiettata negli scenari dell’atelier, modella che campeggia tra le tele o magari soggetto di tele ella stessa o entrambe le cose – si veda il caso della mater lactans che ha dinanzi a sé una tela che raffigura una maternità –, finisce con l’assurgere a ipostasi di un’altra vocazione. La vocazione all’Arte, che il pittore in cuor suo percepisce di aver ereditato, nell’atto stesso del suggerne il nutrimento, da una figura materna amatissima e rievocata con tenera nostalgia. Un itinerario tra archetipi ed esperienza individuale, compiuto senza indulgere alle tendenze del momento. “Io lavoro soltanto per me stesso, non bado alle mode. Ogni cosa che dipingo diventa l’incarnazione di un aspetto del mio dramma interiore”, dichiara Addamiano. Un inno alla libertà d’espressione e all’onestà della pittura. “Non me ne importa nulla dell’approvazione delle generazioni future. Ho dedicato tutta la vita alla libertà e voglio continuare ad essere libero. Il responsabile di ciò che ho fatto e faccio sono soltanto io. La ricerca è un non senso in pittura. Ciò che conta è trovare, non cercare. Io cerco l’ispirazione nel reale, nella vita”. © Riproduzione riservata

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