Marzia Peragine, stylist legata alla sua terra
Abbinare un cappello con delle scarpe, scegliere il colore di un vestito o decidere quale borsa portare con sé. Molti pensano che la moda sia solo questo, ma in realtà la moda è molto di più. L’aspetto esteriore è come un “bigliettino da visita”: fa capire a tutti chi sei, il tuo carattere, le tue passioni e le emozioni che vuoi trasmettere, ancor prima di aprire bocca. La moda ovviamente è strettamente legata all’arte, sono un “binomio inscindibile”: un bel vestito, o qualsiasi accessorio che permetta a una donna di sentirsi bene con se stessa e soprattutto di sentirsi bella, diventa arte, poiché dona alla donna delle emozioni, che vengono poi percepite anche da chi le sta intorno. L’arte permette quindi alla donna (ma anche all’uomo) di diventare arte, di diventare quindi unica e bellissima. “L’abito non deve appendersi al corpo, ma seguire le sue linee. Deve accompagnare chi lo indossa e quando una donna sorride l’abito deve sorridere con lei” diceva Madeleine Vionnet, stilista francese, creatrice di una delle più prestigiose maison di alta moda dell’intera Francia. Per far si che l’abito “sorrida” con la donna, quest’ultima deve sentirsi non al passo con la moda, ma d’accordo con se stessa. Per questo la giovane Marzia Peragine, stylist di sangue pugliese (nonostante la sua giovane età vanta un portfolio di shooting molto vasto) ha deciso di condividere la sua esperienza nel settore della moda, affermando che seguire la moda va bene, ma solo se ci dona sicurezza e ci fa stare bene. Come ha scoperto la sua passione per la moda e cosa rappresenta questa per lei? «Ho scoperto la mia passione per la moda a 17 anni, perché sentivo la necessità di “uscire” dai panni stereotipati della ragazza di liceo con maglioncino e polo Ralph Lauren e volevo sentirmi unica. La moda per me rappresenta espressività, creatività. E’ la mia comfort zone, senza mi sento persa». Secondo lei è giusto seguire la moda o crearne una propria? «Io credo sia giusto innanzitutto stare bene con se stessi e con ciò che si indossa. Seguire necessariamente la moda, magari esagerando fino a sfociare nel ridicolo, non lo trovo affatto costruttivo. Seguire la moda va bene, ma solo finché ci valorizza». Cosa ne pensa di chi è molto attento al suo aspetto esteriore, ma non ha carattere e “trascura” il suo aspetto interiore? «Io credo fortemente nelle anime pure, nella gentilezza e nell’educazione, se una persona è gradevole all’aspetto esteriore ma non ha queste caratteristiche, per me automaticamente perde di valore anche la sua bellezza fisica ». C’è un capo o un accessorio che ritiene indispensabile e senza il quale non esce di casa? «Il cappello. Che sia estate o inverno, non ne posso fare a meno». Se non fosse una beauty reporter, che lavoro farebbe oggi? «Al liceo pensavo di iscrivermi a medicina per fare chirurgia plastica. Poi ho deciso di assecondare la mia passione per la moda iscrivendomi al corso di Styling allo IED di Milano ». Cosa cerca di non far mancare mai quando pubblica dei consigli per chi segue il suo blog? «Cerco di non far mancare mai la mia spontaneità, senza questa non si arriva al pubblico». Purtroppo non tutti hanno le “caratteristiche” che sono richieste per essere modella, a volte, può essere più difficile per alcune donne. Credi che chi ha problemi come l’obesità, acne ecc. possa diventare comunque una modella o un’influencer? «Può sicuramente risultare un percorso più ostico, ma io credo che la carta vincente sia il carattere, la passione e la grinta che ognuno ci mette nel seguire le proprie passioni. Ultimamente il mondo della moda è molto attento alla fetta di mercato delle donne curvy. Infatti molte maison di moda hanno fatto sfilare in passerella Ashley Graham, la modella plus size con misure 107-76-117 cm, sfatando i rigidi canoni a cui erano sottoposte le modelle costrette a rimanere nei 90-60-90 cm». Lei è una delle poche stylist (se non l’unica) che da Bari è arrivata a Milano. Crede che la provenienza da diverse parti dell’Italia possa aumentare o diminuire le possibilità di avere successo? «Credo fortemente che bisogna sapersi creare delle opportunità anche fuori dalla Puglia, così come ho fatto io. Tuttavia per me è fondamentale riportare nella mia terra il know how che ho saputo costruire grazie all’esperienza lavorativa, alla ricerca e allo studio continuo, perché moda vuol dire anche non sentirsi mai “arrivati” e mettersi sempre in discussione ». Cosa sente di voler dire alle giovani ragazze che vorrebbero coronare il loro sogno e diventare un’influencer come lei? «Io non mi sono mai considerata un’influencer. Riccardo Pozzoli (Creative Director di Condé Nast Talent Agency, ndr), preferisce chiamare Talent noi componenti dell’Agenzia, perché abbiamo delle vite parallele e un lavoro aldilà dei social. Io sono stylist nella vita di tutti i giorni, curo l’immagine di svariate aziende pugliesi e non solo e a tutto questo associo la mia propensione alla comunicazione sviluppando progetti digital che mi vedono protagonista, progetti pensati e prodotti da me con o per il cliente». © Riproduzione riservata
Autore: Sara Mitoli