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Marittimi liberati: orgogliosi di essere molfettesi
15 settembre 2009

Consiglio comunale in seduta straordinaria con l’unico punto all’ordine del giorno: incontro tra i due marinai che erano a bordo della nave Buccaneer sequestrata dai pirati somali e la comunità molfettese. Sono stati accolti da un caloroso applauso della giunta e dei cittadini presenti, che hanno riempito la sala consigliare, i due “eroi silenziosi” Filomeno Troilo e Ignazio Angione. Lieto fine per una terribile disavventura iniziata l’11 aprile scorso. Presenti per l’occasione il sindaco Antonio Azzollini, il Vescovo Mons. Luigi Martella, i rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto oltre agli Ammiragli Cormio e Di Biase. A dirigere i lavori il presidente del Consiglio Comunale Nicola Camporeale, che ha aperto la seduta ringraziando il sen. Azzollini per il suo impegno nella liberazione dei marittimi e il governo. Ringraziamenti anche da parte del Vescovo a nome della comunità cristiana che è stata presente accanto ai due fratelli molfettesi con la preghiera. Mons. Martella ha citato il “sentimento di fraternità della città che affonda le radici nei secoli e nei millenni, nella storia. La stessa storia fatta di valori veri, di fede e di solidarietà” e ha confessato che nei vari momenti di difficoltà ci si è dovuti affidare alla propria mamma, alla Madonna dei Martiri. “D’altra parte – ha sottolineato il vescovo – questa vicenda ci ha fatto pensare ai molti concittadini che operano sul mare ed è per questo che mentre auguro il ben tornato a questi due fratelli, è doveroso pensare a chi lavora in mare per portare il pane a casa”. Il capo dell’opposizione, consigliere Mino Salvemini, ha parlato di un grande momento di gioia per la città. “Si è parlato di un riscatto forse pagato – ha detto l’esponente del PD – ma a noi non interessa se è stato eventualmente pagato”. Ha continuato affermando che un plauso va alle Istituzioni, in qualsiasi modo esse abbiano agito, perché tutto è stato fatto per riportare due molfettesi a casa. Il presidente del Consiglio comunale ha poi letto tre telegrammi di Associazioni della Madonna dei Martiri di New Jersey, Venezuela e Australia e il consigliere Angelo Marzano che ha posto l’accento sul silenzio stampa che era atto dovuto, sul ruolo centrale del sindaco Azzollini come senatore e sul fulcro della vicenda costituito dei due marittimi protagonisti di una storia “brutta, brutta assai”. Prima dell’intervento di Azzollini, hanno preso la parola proprio i due marittimi Angione e Troilo che hanno espresso orgoglio di essere molfettesi e di avere un sindaco come Azzollini. Infine lo stesso sindaco nel suo intervento ha parlato di un momento di gioia e felicità per la città. Ha confessato di non aver voluto vedere le fotografie dei due marittimi prima del loro rilascio. “In queste vicende tragiche si imparano molte cose. La prima tra tutte – ha detto il sindaco – è la ritrovata dimensione vera del vivere civile”. Azzollini ha riferito di aver imparato che la gente che lavora è il meglio della città perché “ha tenuto la barra dritta del timone come i migliori comandanti” ricordando come, nei giorni del sequestro, si era spesso confrontato con le mogli dei due marittimi: l’una, la moglie di Angione, che capiva al volo, l’altra, la consorte di Troilo “che atteggiava un mesto sorriso di speranza”. Poi il Primo Cittadino ha ribadito di aver ricevuto l’insegnamento che è questa la società a cui fare riferimento: “ho imparato che stare vicino ai semplici è molto più utile e lo farò di più”. Continua e incalza: “Più si schiamazzerà e più mi allontanerò”. Poi il discorso di chiusura ha preso un’altra piega e il sen. Azzollini ha raccontato delle intercettazioni telefoniche per capire le intenzioni dei pirati, dell’impossibilità da parte delle mogli di parlare liberamente ai mariti. In tali telefonate alle volte erano le mogli a rincuorare i mariti, ma il ruolo si scambiava volentieri in uno “straziante tira e molla, non c’è niente di più terribile”. Berlusconi, Letta e Frattini erano costantemente informati, all’inizio non si sapeva con chi dialogare, di fronte ad un nemico che non ha una struttura verticale, “un unico capo”. Conclusione scherzosa con Azzollini che si è fatto promettere da Troilo, cuoco sul Buccaneer, di offrire le stesse braciole che ha fatto mangiare agli incursori che hanno liberato l’equipaggio e ha consegnato “ai due marinai ed alle loro famiglie” la medaglia d’oro della città di Molfetta. Peccato solo per i commenti un po’ annoiati di qualche consigliere e per l’assoluto silenzio su un eventuale aiuto finanziario ai due marittimi: prima di iniziare i festeggiamenti si vociferava che ad Angione mancherebbe un anno di lavoro per andare in pensione anche se ora è fermo per un’infinità di accertamenti in parte coperti dalla Cassa Marittima.

Autore: Sergio Spezzacatena
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