Mani sulla città, Picca racconta a Quindici: minacce e ingiurie di Altomare. I particolari inediti
Dopo 30 anni di costante e attenta attività nella Polizia Edilizia di Molfetta, Quindici ha incontrato il maresciallo Antonio Picca, omaggiato di una medaglia durante la Festa di san Sebastiano 2012. In pensione da poco più di un mese, Picca è stato uno dei protagonisti dell’attività di controllo in ambito edilizio, grazie anche al lavoro di squadra con gli istruttori di vigilanza Agostino Bufi, prima, Vito Bellifemine e, dopo, Mario Ficco. «Sono entrato in polizia nel 1973 come agente motociclista, ma, dopo l’ordine di servizio del 1983 del commissario prefettizio Iannelli e la delibera della giunta de Cosmo, sono stato scelto tra i componenti della Polizia Edilizia, con il compito di individuare e reprimere gli abusi edilizi - ha raccontato Picca a Quindici -. Numerosi sono stati i provvedimenti e i sequestri negli ultimi 30 anni, convalidati dall’autorità giudiziaria, su nostra iniziativa o dell’AG». Tra i vari illeciti edilizi in questi 30 anni, Picca ha ricordato il sequestro di ville nell’agro di Molfetta e immobili nel centro urbano, edificati in parziale o totale difformità dal permesso di costruire (pdc). Ma dal 2006 gli illeciti edilizi a Molfetta hanno assunto una valenza spropositata per quantità e qualità, rispetto alle “piccolezze” degli anni ’80 e ’90, come dimostrato dai reati contestati dalla Procura di Trani nell’indagine “Mani sulla città”. Lo stesso procuratore capo della Procura di Trani, Carlo Maria Capristo, ha comunicato al sindaco senatore Antonio Azzollini tutte quelle opere abusive realizzate negli anni passati senza pdc e andate in giudicato, invitandolo a emettere un apposito provvedimento coattivo a danno dei soggetti abusivi per adempiere a quanto prescritto dalla normativa edilizia. Quali sono stati i provvedimenti del sindaco in merito? Possibile che Azzollini non fosse a conoscenza degli illeciti contestati dalla Procura di Trani all’ing. Rocco Altomare? «Lo sapevano in molti, non so se anche il sindaco lo sapesse», il commento di Picca che ha collaborato nello svolgimento delle indagini come Polizia Edilizia. A Quindici ha proprio accennato allo svolgimento dei vari controlli come Polizia Giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta, ricordando alcuni degli attuali presunti illeciti, come un atrio scoperto da trasformare in garage e le false dichiarazioni per la realizzazione di manufatti residenziali nell’agro senza pdc (spacciati per cisterne). Senza dimenticare la collaborazione nelle indagini per il Piano dell’Agro o l’attività di controllo per i lavori all’Hotel Tritone, su cui la Procura ha accertato false dichiarazioni sullo stato dei luoghi e sulle opere da realizzarsi. Allo stesso tempo, secondo Picca, ci sarebbero da verificare ulteriori presunti illeciti nella costruzione delle nuove palazzine, soprattutto di edilizia convenzionata (ma dovrebbero verificare le autorità competenti): su alcuni lastrici solari sarebbero stati realizzati vani tecnici adibiti ad appartamenti in totale inosservanza del pdc e delle normative in vigore. «Negli anni ’80, su nostra iniziativa - ha continuato Picca - l’AG con proprio decreto o con delega alla Polizia Municipale ha sequestrato e fatto demolire una palazzina della vecchia 167, perché i vani tecnici sul terrazzo erano stati adibiti ad alloggio». Cosa potrebbe succedere se la stessa irregolarità fosse riscontrata su alcune nuove palazzine? Forse non sarebbero abbattute, perché già abitate, ma potrebbero scattare anche le sanzioni penali sancite per legge. MANI SULLA CITTÀ, MINACCE E INGIURIE Per l’impeccabile attività di controllo e denuncia, Picca ci ha raccontato come lui e i suoi colleghi abbiano ricevuto numerose minacce e ingiurie da parte dell’ing. Altomare (l’autorità competente valuterà se prendere gli opportuni provvedimenti). Infatti, secondo quanto contestato dalla Procura di Trani, «la strategia del sodalizio si completa con l’eliminazione dell’Unità Operativa Polizia Edilizia della Polizia Municipale di Molfetta»: infatti, «il dirigente Rocco Altomare al fine di agire indisturbato sul territorio di Molfetta, si è interessato anche a limitare, eliminare e controllare la forza di polizia comunale». Caratteri peculiari di molte comunicazioni dell’ing. Altomare al Comando della Polizia Municipale per bloccare l’attività dell’unità di Polizia Edilizia, arroganza e tracotanza, soprattutto nel ritenersi «il solo responsabile della custodia della documentazione d’ufficio» e nelle minacce e nelle ingiurie contro Picca e i colleghi (considerati privi di qualifica e di competenza professionale per le operazioni di controllo edilizio). Ad esempio, le richieste insistenti di una procedura di verifica a carico della Polizia Edilizia per accertare eventuali responsabilità civili, penali e disciplinari si sono moltiplicate ogni qual volta si toccavano particolari interessi amministrativi e politici (in particolare, in riferimento all’ex Hotel Tritone e allo Studio A&D di Altomare). Assurde anche numerose pretese, come l’avere copia delle segnalazioni di denuncia edilizia (di contro a quanto fissato dal Codice di Procedura Penale) e l’obbligo di comunicare periodicamente al dirigente del Settore Territorio i controlli effettuati (come se l’unità fosse subordinata gerarchicamente a quest’ultimo). Eppure, l’unità, come previsto dal Regolamento del Corpo di Polizia Locale (approvato nel dicembre 2009 ed esecutivo dal febbraio 2010), è parte integrante del Settore Sicurezza: perciò, la sua attività è finalizzata all’accertamento sull’intero territorio comunale di eventuali comportamenti illeciti in materia edilizia come Polizia Giudiziaria, sia di propria iniziativa che a seguito di specifici esposti, anche delegati dall’autorità giudiziaria. Altomare, forse, avrebbe preferito l’istituzione di una squadra addestrata con il possibile scopo di porla in regime di sudditanza? Intento personale mai raggiunto. Ora chi sostituirà Antonio Picca?
Autore: Marcello la Forgia