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Lutto di quartiere, i residenti di Piazza delle erbe a Molfetta protestano così contro il ripetitore
08 agosto 2009

MOLFETTA - Ancora un altro caso in cui probabilmente sono i fini economici ad essere favoriti a discapito della salute pubblica. La vecchia stazione radio base per telefonia cellulare della Wind, situata su corso Dante, effettivamente del tutto nascosta sotto un finto caminetto, è stata sostituita con una di ben altre dimensioni in piazza delle Erbe, senza rispettare neanche l'ubicazione preposta per lo spostamento. Questo a seguito di una denuncia della Sovraintendenza delle Belle Arti, in quanto la vecchia antenna deturpava un sito di valore storico. Un valore storico lo ha però anche il luogo prescelto per la nuova collocazione, con la differenza che il nuovo ripetitore ha un raggio d'azione che copre addirittura il segnale fino al palazzo dell'INPS sul lungomare. L'elettrosmog è chiaramente un tipo di inquinamento in crescita, dato il sempre crescente utilizzo di telefoni cellulari, ma che ovviamente non si può evitare. Non sono ancora stati accertati i danni che può arrecare alla salute, ma c'è chi parla di un possibile rischio di leucemie. Più certi altri effetti di minor importanza: caduta dei capelli, depressione, vertigini, dolore agli occhi, tachicardia ecc… La nuova stazione radio base, d'altronde, ha un'intensità di campo elettrico di 5,98 volt/metro che rientra per poco nella norma nazionale, che impone 6 volt/metro e supera quella regionale (3 volt/metro). Insomma,partendo dall'idea che la tecnologia comporta sempre e comunque dei rischi, è necessario impegnarsi non solo ovviamente affinché non oltrepassino i limiti della legge ma anche affinché siano della minor portata possibile. Dunque bisogna mirare a un'equa distribuzione del carico elettromagnetico, anche se chiaramente il mantenimento di tante piccole stazioni risulta più dispendioso di quello di un'unica stazione più grande. La salute pubblica non può essere barattata con gli interessi economici. Ma ciò che ha sconvolto maggiormente è stato il fatto che questo provvedimento sia stato preso in modo dispotico, senza la consultazione dei cittadino e addirittura senza neanche un preavviso. I residenti si sono impegnati dunque in varie azione di protesta tra cui una petizione, che richiederà una raccolta di firme, in cui si lamenta soprattutto l'assenza di una preventiva comunicazione ai cittadini e si richiede l'attivazione di un efficace piano regolatore. Ma è nata anche un'idea un po' più originale. I residenti dichiarano” lutto di quartiere, ma per i morti che ci saranno” e forse in un futuro prossimo un passante che attraverserà quelle strade noterà qualcosa di strano sugli antichi palazzi.
Autore: Giulia Maggio
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Le conseguenze dei campi elettromagnetici sulla nostra salute sono oggetto di numerosi studi. Le indagini sono evidentemente differenziate in base alle frequenze, poichè esse interagiscono diversamente con il nostro corpo. Nel caso delle frequenze utilizzate per le telecomunicazioni, l'esposizione al campo elettromagnetico provoca un trasferimento di energia che viene dissipata sotto forma di calore da parte dei tessuti biologici, si parla dunque di effetti termici. Gli effetti termici delle radiazioni elettromagnetiche, studiati per circa cinquant'anni, si manifestano soltanto al di sopra di una certa soglia e dipendono dalla frequenza della radiazione. La soglia è stata definita in funzione delle capacità dell'organismo di compensare naturalmente l'innalzamento della temperatura provocato dall'esposizione. Un effetto termico è considerato potenzialmente nocivo se l'aumento di temperatura derivante dall'esposizione di campi elettromagnetici è superiore ad 1°C. Gli studi hanno dimostrato che, per produrre effetti nocivi alla salute delle persone, i campi elettromagnetici generati dagli apparati trasmittenti nel campo delle telecomunicazioni devono raggiungere un SAR di almeno 4W/kg.. Questi risultati sono stati presi a riferimento per imporre rigidi limiti di legge nella gestione di impianti che generano campi elettromagnetici. L'esposizione può essere generalizzata se tutto il corpo è esposto alla radiazione. Si tratta invece di una esposizione localizzata solo se su alcune parti del corpo, nel caso, ad esempio, di un campo generato da un apparato più piccolo come un telefono cellulare. Va detto anche che alcuni ricercatori hanno ipotizzato altri possibili effetti, non termici ed a lungo termine, dovuti all'esposizione alle radiazioni elettromagnetiche, legati principalmente all'insorgere di tumori. Tuttavia i risultati degli studi scientifici al riguardo non hanno finora messo in luce nessuna evidenza convincente che avvalori questa ipotesi. La potenza irradiata da un'antenna nello spazio libero diminuisce notevolmente mano a mano che ci si allontana dalla sorgente. Per ottenere un valore di SAR di 4W/kg. una persona di corporatura media, 70 kg., dovrebbe essere esposta ad un campo avente una densità di potenza di circa 300W/m2. Questa condizione non si verifica nella realtà. In Italia infatti i limiti di esposizione sono di W/mq (per periodi inferiori alle 4 ore) e le misure di cautela di 0,1 W/mq (per periodi superiori alle 4 ore). L'O. M. S., (Organizzazione Mondiale della Sanità) si è espressa dichiarando come "improbabile" che l'esposizione ai campi magnetici generati dagli apparati trasmittenti operanti nelle frequenze proprie delle telecominicazioni induca tumori. - Tutto questi s'intende "teoricamente". In pratica poi, sappiamo tutti cosa succede quando l'UOMO "approfitta per il profitto".
Vorrei, se possibile, contribuire a fare un po' di chiarezza su un argomento che, purtroppo, si presta a creare inutili allarmismi. 1) La salute pubblica non è messa in pericolo dalle stazioni di telefonia cellulare; altrimenti saremmo in pericolo tutti noi che da tempo usiamo un telefonino, e lo sarebbero molto di più non solo coloro che da anni lavorano sugli impianti di telefonia cellulare ma anche quelli che lavorano su impianti di radio FM (spesso presenti in città) e TV, dato che le potenze e i campi elettromagnetici in gioco sono decisamente più elevati. 2) Quella di nascondere le antenne di telefonia cellulare è una prassi normale, spesso concordata con il Comune, soprattutto quando si intende coprire del servizio di telefonia cellulare aree di grande pregio urbanistico o paesaggistico. Quando non fosse possibile individuare una soluzione idonea a preservare la bellezza del luogo, gli enti preposti hanno il potere di impedire la costruzione di tali stazioni. Dato però che una posizione NON vale l'altra, si deve accettare che alcune aree restino prive di copertura. 3) Ogni stazione è caratterizzata da una propria “cella di copertura” (da cui il termine “copertura cellulare”) che arriverà fin dove il segnale può viaggiare senza ostacolo (non solo fino al palazzo dell'INPS quindi, ma anche fino in Croazia!) con un'attenuazione dovuta alla sola propagazione in spazio libero. Quando il segnale incontra un ostacolo, il livello della sua intensità crolla a valori molto bassi e questo è uno dei motivi per cui una sola stazione non basta per coprire una grande città ma ce ne vogliono diverse, tante più quanto più grande (e più abitata) è l'area di interesse. 4) Scrivere << Non sono ancora stati accertati i danni che può arrecare alla salute…>> significa dare per scontato che un qualche danno, non si sa quale, venga comunque provocato. A questo si aggiunge poi: <<…ma c'è chi parla di un possibile rischio di leucemie. Più certi altri effetti di minor importanza: caduta dei capelli, depressione, vertigini, dolore agli occhi, tachicardia ecc…>>. Francamente questo non significa “informare” ma solo “allarmare”. Le uniche prove che hanno una qualche validità scientifica sono quelle epidemiologiche. Per semplificare, è necessario studiare se in qualche area particolarmente “inquinata” dal cosiddetto elettrosmog, vi siano delle sostanziali variazioni, rispetto alla media nazionale, di una qualche patologia. Ricordo un servizio delle “IENE” di qualche anno fa, sull'enorme proliferazione di casi di tumore nella popolazione di Cesano, comune vicino all'impianto da cui trasmette Radio Vaticana. ATTENZIONE però: la frequenza e la potenza in gioco sono completamente diverse, dato che Radio Vaticana, da quella stazione, viene ricevuta in tutto il mondo e non fino… al palazzo INPS sul lungomare. Sarete d'accordo con me che non è la stessa cosa se si beve un bicchiere di vino o ci si scola la cantina sociale di Locorotondo. Poi si tratta del Vaticano... e mai nessun governo, di destra o di sinstra, ha mai fatto nulla per impedire questo scandalo! 5) Poi si scrive: << La nuova stazione radio base, d'altronde ,ha un'intensità di campo elettrico di 5,98 volt/metro che rientra per poco nella norma nazionale, che impone 6 volt/metro e supera quella regionale (3 volt/metro).>> La legge nazionale prevede un limite di 6 V/m in tutte le aree dove sia possibile trattenersi per oltre 4 ore consecutive. Tra queste non rientrano, per esempio, i lastrici solari, soggetti al limite di 20 V/m. La prima domanda che viene in mente, quindi è: i 5,98 V/m, dove sono stati misurati? Inoltre, i 6 V/m sono un limite di legge, che ovviamente va rispettato! Non si tratta però di un limite oltre il quale sia dimostrato che sia a rischio la salute pubblica. In questo l'Italia ha la legge più restrittiva al MONDO (quella regionale non conta; basterebbe un ricorso al TAR per far applicare la normativa nazionale: solo che è inutile farlo, dato che le potenze in gioco sono talmente basse che di norma viene rispettato anche il limite dei 3 V/m; limite che, è bene sottolinearlo, non ha alcuna valenza scientifica ma solo una valenza propagandistica e demagogica! I limiti stabiliti in ambito europeo sono consultabili qui (http://www.ispesl.it/gauss/legislazione/normative/limiti.campo.europa.asp) e pari, nel caso più restrittivo, a 41,2 V/m. O in Europa sono tutti stupidi, oppure siamo esagerati noi… voi che dite? 6) Non esiste una legge che, per installare una stazione radio base, preveda di interpellare il “cittadino”. E' necessario, prima di tutto, trovare un accordo con il proprietario della struttura ospitante; quindi rispettare gli obblighi di legge ottenendo le autorizzazioni degli enti interessati del lato urbanistico (Comune, Sovraintendenza Belle Arti, ecc.) e del lato sanitario (ARPA: Agenzia Regionale Protezione Ambiente). 7) Gli abitanti della zona possono stare tranquilli: non ci sono mai stati lutti causati da una stazione radio base… come non ce ne sono stati causati da quell' “ordigno” che tutti noi teniamo da anni vicino all'orecchio, e per tanto tempo al giorno. Credo si tratti di un commento che possa interessare chi ne sa poco e potrebbe essere allarmato per… NULLA! Spero quindi vogliate pubblicarlo. Saluti


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