Lutto di quartiere, i residenti di Piazza delle erbe a Molfetta protestano così contro il ripetitore
MOLFETTA - Ancora un altro caso in cui probabilmente sono i fini economici ad essere favoriti a discapito della salute pubblica.
La vecchia stazione radio base per telefonia cellulare della Wind, situata su corso Dante, effettivamente del tutto nascosta sotto un finto caminetto, è stata sostituita con una di ben altre dimensioni in piazza delle Erbe, senza rispettare neanche l'ubicazione preposta per lo spostamento. Questo a seguito di una denuncia della Sovraintendenza delle Belle Arti, in quanto la vecchia antenna deturpava un sito di valore storico.
Un valore storico lo ha però anche il luogo prescelto per la nuova collocazione, con la differenza che il nuovo ripetitore ha un raggio d'azione che copre addirittura il segnale fino al palazzo dell'INPS sul lungomare.
L'elettrosmog è chiaramente un tipo di inquinamento in crescita, dato il sempre crescente utilizzo di telefoni cellulari, ma che ovviamente non si può evitare. Non sono ancora stati accertati i danni che può arrecare alla salute, ma c'è chi parla di un possibile rischio di leucemie. Più certi altri effetti di minor importanza: caduta dei capelli, depressione, vertigini, dolore agli occhi, tachicardia ecc…
La nuova stazione radio base, d'altronde, ha un'intensità di campo elettrico di 5,98 volt/metro che rientra per poco nella norma nazionale, che impone 6 volt/metro e supera quella regionale (3 volt/metro).
Insomma,partendo dall'idea che la tecnologia comporta sempre e comunque dei rischi, è necessario impegnarsi non solo ovviamente affinché non oltrepassino i limiti della legge ma anche affinché siano della minor portata possibile.
Dunque bisogna mirare a un'equa distribuzione del carico elettromagnetico, anche se chiaramente il mantenimento di tante piccole stazioni risulta più dispendioso di quello di un'unica stazione più grande.
La salute pubblica non può essere barattata con gli interessi economici.
Ma ciò che ha sconvolto maggiormente è stato il fatto che questo provvedimento sia stato preso in modo dispotico, senza la consultazione dei cittadino e addirittura senza neanche un preavviso.
I residenti si sono impegnati dunque in varie azione di protesta tra cui una petizione, che richiederà una raccolta di firme, in cui si lamenta soprattutto l'assenza di una preventiva comunicazione ai cittadini e si richiede l'attivazione di un efficace piano regolatore.
Ma è nata anche un'idea un po' più originale. I residenti dichiarano” lutto di quartiere, ma per i morti che ci saranno” e forse in un futuro prossimo un passante che attraverserà quelle strade noterà qualcosa di strano sugli antichi palazzi.