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Lettere  
15 febbraio 2007

Lo scempio edilizio della città Caro Direttore, si parla sempre di scempio edilizio a Molfetta. Sul numero di gennaio, “Quindici” ha parlato del cantiere “anomalo” in via Don Minzoni. Qualche giorno fa è scoppiato lo scandalo delle palazzine della 167, con il sequestro degli appartamenti. Ha ragione lei quando scrive anche sul bellissimo suo libro “Affondi” (complimenti) che l'edilizia è il cancro si questa città. Le case hanno prezzi stratosferici pur a fronte di una pessima qualità degli edifici e poi dietro c'è sempre qualcosa di anomalo, quando non si tratta di vere e proprie illegalità, come sembra essere l'ultimo caso scoppiato? Non verremo mai fuori da questa situazione pazzesca che vede famiglie indebitarsi a vita (veramente per comprare una casa da 100 metri in centro, di vite ce ne vorrebbero due, tenuto conto che le richieste vanno oltre i 700mila euro, quasi un miliardo e mezzo delle vecchie lire: una autentica pazzia). Sono decenni che ascoltiamo le solite prediche dei politici che promettono che i prezzi caleranno, ma in realtà lievitano sempre più, di questo passo per comprare una casa non basterà più indebitarsi per due generazioni, ma occorrerà prostituirsi. Perché la magistratura che nel caso di Tangentopoli ha fatto piazza pulita di certi personaggi e speculatori, non fa altrettanto a Molfetta? Un primo segnale lo stiamo avendo questi giorni, speriamo che i giudici vadano in fondo e non finisca tutto con una bolla di sapone che alla fine lascia fuori politici, costruttori, tecnici e ingegneri e a rimetterci le penne siano i soliti cittadini danneggiati e beffati ancora una volta. Gentile Signora, la ringrazio innanzitutto per i complimenti, ma da oltre trent'anni, cerco di fare bene solo il mio lavoro, anche se questo è scomodo e mi crea molti nemici: sono stato anche aggredito da uno degli imprenditori indagati per gli abusivismi della zona B4, ma della mia denuncia non ho saputo più nulla. Venendo all'edilizia, anche queste anomalie denuncio da trent'anni, ma le logiche speculative sono più forti. Mi permetta di dire, che un po' la colpa è anche nostra o di chi in passato ha accettato prezzi assurdi per la presenza di un'elevata domanda di case a fronte di una (voluta) bassissima offerta. Ma anche di una parte della classe politica che dall'edilizia ha attinto consensi e finanziamenti. Ci auguriamo che lo scandalo del sequestro delle palazzine porti all'individuazione e, soprattutto, punizione dei responsabili di queste illegalità. La vicenda, in tal caso, potrebbe essere di esempio per il futuro e servirebbe da deterrente. In caso contrario, tutto continuerà come prima e più di prima, come è accaduto in passato, quando qualche politico colto con “le mani nella marmellata” se l'è cavata tranquillamente, divenendo anche più scaltro dopo questa esperienza. I cittadini sono gli unici che possono fare pulizia, «cacciando le volpi dal Palazzo», come ho scritto in uno di quegli editoriali del libro Affondi, al quale lei accennava. Ma per fare questo, occorre molto coraggio, senza farsi tentare dalle sirene e soprattutto costringendo i costruttori e i proprietari dei suoli ad accettare prezzi giusti e calmierati, senza arricchirsi alle spalle dei poveri cristi che non dormono la notte per pagare i mutui. La casa è un diritto che va soddisfatto, non negato. “Affondi”, utile alla riflessione su un periodo storico controverso Dodici anni di storia della città, vengono raccontati con la passione e l'onestà intellettuale di chi ha creduto e crede fermamente in quella libertà di pensiero che può risvegliare le coscienze sopite dei molfettesi, anche a costo di apparire sempre e comunque una voce fuori dal coro. “Affondi” è un opera che ricostruisce le vicende della vita politica, economica e sociale dell'ultimo decennio raccontate “in diretta”, mentre la storia si dipana, con il pregio della ricchezza delle riflessioni e dei dettagli di cronaca. C'è da essere grati a Felice de Sanctis per averci consegnato un'opera che può aiutare una rilettura di un periodo storico molto controverso, ricco di slanci e di errori, di mutazioni urbanistiche e di regressioni morali, di crescita dell'economia e di impoverimento della convivenza civile e del senso della polis. Mi accomuna a Felice de Sanctis una passione autentica per la mia città, una passione che mi porta a sperare che con uno sforzo corale possa essere invertita la rotta e possano essere superati i limiti e le contraddizioni che da troppo tempo tengono imprigionate le migliori energie della nostra comunità. In tal senso “Affondi” è un contributo importante alla riflessione ed offre spunti chi volesse cimentarsi con l'esperienza politica. Nino Sallustio Come si fa a riconfermare personaggi inquisiti? Siamo nella seconda repubblica o nella prima? Me lo sono chiesto leggendo l'articolo sulle lottizzazioni negli enti comunali e soprattutto considerando la modesta qualità della nuova classe dirigente. Ma quello che fa più disgusto è che anche personaggi inquisiti e arrestati siano stati riconfermati negli incarichi. Non c'è che dire, un bell'esempio per i giovani! Forza Quindici continua a denunciare, anche se sei rimasto l'unica voce urlante nel deserto dell'indifferenza. Ho amato tanto questa città, ma le confesso che ora me ne vergogno non poco. Ormai sono in pensione, altrimenti sceglierei la strada dell'emigrazione e capisco chi oggi scappa da Molfetta. Che pena! Io sono destinato a morire qui ed ad essere sepolto nel nostro cimitero, dove, se si ripetono i furti, non riuscirò a riposare in pace. Corrado Gadaleta Compostaggio, quanto spreco di denaro pubblico La vicenda dell'impianto di compostaggio lascia sconcertati per l'uso sconsiderato che è stato fatto del denaro pubblico. Quanti soldi dei contribuenti gettati al vento, soldi con i quali si sarebbero potute realizzare tante opere, non ultimo il sempre auspicato teatro, che però sembra che nessuno voglia veramente al di là delle parole e delle promesse elettorali. Vorrei dire ai miei concittadini di non disinteressarsi della politica, ma di partecipare attivamente. Avete visto cosa è accaduto quando si è lasciato campo libero ad avventurieri di ogni tipo? Non fatevi prendere dal disgusto ma ricordatevi che rinchiudersi nel privato non paga, perché poi lasciamo agli altri la decisione di scegliere per noi che poi dobbiamo subire i loro errori e i loro guasti, pagando costi elevati sul piano sociale e su quello economico. Che aspettiamo a scendere in piazza? Marta Pansini Tatuaggi e piercing Nell'articolo “Tatuaggi e piercing: sono davvero innocui?” pubblicato nel numero di gennaio, per un errore il nome del tatuatore di Molfetta è diventato Francesco anziché Vincenzo. Ci scusiamo con l'interessato. Colpevole silenzio di An sul caso Pino Amato Il silenzio degli uomini politici del centro-destra e nello specifico degli uomini di Alleanza Nazionale che ricoprono cariche istituzionali e non, è a dir poco vergognoso dopo l'arresto di Pino Amato. Premettendo che la presunta innocenza del Sig. Pino Amato & C. è d'obbligo, bisognava per lo meno avere uno scatto d'orgoglio e stare dalla parte dei cittadini. Perchè l'amministrazione e tutti i consiglieri non pensano di porre il Comune in parte civile come parte lesa dai signori indagati? Se le accuse dovessero essere confermate l'amministrazione ha il dovere di difendere l'immagine della città e dei cittadini e questo mi sembra il minimo da fare. Finora, invece, si nota solo il silenzio pesante e ingombrante del centro-destra ed in particolare del partito AN che tace sull'accaduto. Non si possono fare saluti romani nella sede di partito e poi tacere su tali avvenimenti. La destra in questi casi deve far valere le ragioni per cui la destra stessa esiste: non certo un silenzio che sa tanto di “stiamoci zitti che qui rischiamo di perdere la poltrona...”. Gaetano de Pinto Non si rispettano più nemmeno i cimiteri Ma in che città viviamo? Non si lasciano in pace nemmeno i cimiteri. Rubare le chianche in un luogo sacro è semplicemente vergognoso. Una volta chiese e luoghi sacri venivano rispettati anche dai più incalliti delinquenti. Oggi non è più così, la gioventù non rispetta i genitori, figuriamoci i morti. Bene avete fatto voi di “Quindici” a denunciare il furto al cimitero, ma fareste bene a chiedere una vigilanza per questi luoghi.
Autore: A. M.
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