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Lettera a Quindici, troppi bar e gazebo a Molfetta: traffico caotico e ridotta vivibilità
14 maggio 2011

MOLFETTA - Dopo l’area pedonale su Corso Dante proposta da un lettore, Quindici ha ricevuto la lettera firmata di un cittadino di Molfetta, che ravvisa nella proliferazione inarrestabile di bar e nella concessione di aree pubbliche da adibire a gazebo o piazzole le cause di un traffico caotico e di una vivibilità ridotta al minimo nel centro città.

«Il problema più grande a Molfetta è la viabilità e quello dei bar ubicati in piazza Garibaldi e Corso Dante, che apportano soste selvagge in doppia e tripla fila da parte degli automobilisti.
A mio parere, da parte dell’amministrazione comunale con molta leggerezza vengono concessi permessi agli esercenti per costruire in zona dedicata a parcheggio delle vere e proprie piazzole in forma stabile, recintate e contornate da piante.
Volevo sapere se si tratta solo di far cassa da parte dell’amministrazione comunale, oppure queste autorizzazioni sono rilasciate tenendo conto della viabilità, dei parcheggi, dello smog che sono costretti a respirare e assumere con i cibi le persone che stazionano in queste piazzole.
Da quanto mi risulta, si tiene prevalentemente conto di questa prima ipotesi.
Certo, mi direte che per quanto costano i fitti dei locali in centro diventa conveniente per gli esercenti realizzare queste strutture esterne, che almeno per sei mesi producono un considerevole reddito, di gran lunga superiore a quello che si spenderebbe nel pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico e di consumo di energia elettrica per via dei condizionatori d'aria. Non si tiene, invece, conto della salute del cittadino che respira smog, dell’intralcio al traffico che queste strutture arrecano e della sottrazione di parcheggi ai residenti, costringendo gli stessi a parcheggiare nelle fasce blu, a patto di trovare anche in queste zone il posto, che in certe ore diventa anche lì difficile da trovarsi.
In piazza Garibaldi ogni bar si è dotato di pedane esterne, a partire dalla trattoria “La Pignaccia”, il bar “Sottocoperta”, la paninoteca “Planet Food”, il “New Style Cafè” (di prossima realizzazione), la “Baghetteria”, (appena realizzata davanti la fermata della circolare), “Pizzeria Edelways” (attualmente chiuso, ma probabile riapertura con pedana antistante) e l’“Off Street Cafè”, che, sommati ai passo carrabili, soste per disabili (o diversamente abili dato che lo usano prevalentemente le persone abili ad ingannare i Vigili Urbani di Molfetta utilizzando permessi intestati ad altri) e quelli rosa delle gestanti (mai utilizzati), cassonetti per i rifiuti, passaggi pedonali (esistenti solo per effettuare le sanzioni, dato che sono letteralmente cancellate), abbiamo letteralmente azzerato una strada che offriva parcheggi per i residenti.
I parcheggi liberi a Molfetta (a differenza di quelli a pagamento), data la loro esiguità, sono spesso preda di assalto. Alle volte ci si può compromettere con chi con arroganza effettua manovre azzardate per occupare un parcheggio. Gente che spesso viene da paesi viciniori che dopo aver passato una giornata nei centri commerciali anche a notte inoltrata vengono a consumare negli unici pubblichi esercizi aperti.
Se vogliamo che Molfetta diventi una località turistica, occorrono soluzioni oculate che per prima non penalizzino i residenti. Invece, è proprio così. Con la liberazione delle licenze, abbiamo un bar ad ogni angolo di strada. Il bar non ha più il valore di offrire un servizio ai residenti, ma crea un danno per gli inquilini dello stabile che lo ospita. In alcuni casi limite, un immobile posto in vendita è deprezzato del proprio valore.
Ma vediamo in dettaglio quali sono i problemi.
Si parte con i rumori che si devono sopportare per via delle impastatrici, l'accensione di cappe aspiranti che spesso non hanno un tubazione che sfocia in comignoli sul terrazzo, ma sono delle cappe filtrate senza tubatura esterna che spesso non vengono accese e gli olezzi arrivano direttamente tramite gli atri e le finestre nelle abitazioni sovrastanti. Non si tratta di odori che potrebbero anche essere gradevoli come quello di una pizza appena sfornata, ma da un miscuglio di odori, e pensiamo alla frittura (a questo proposito sono a conoscenza di esercenti che cambiano l'olio di frittura una volta la settimana).
Le autorizzazioni sanitarie sono spesso rilasciate ponendo come priorità l'esistenza dei vari servizi igienici per il personale e per il pubblico, senza però tenere conto che le attività di esercenti si dotano in seguito di ulteriori macchinari e forni non progettati con cappe aspiranti. Mi riferisco ad esempio ad un gril per il kebab.
Altro problema, poi, sono il continuo vociare notturno, le sporcizie rilasciate sui marciapiedi con residui alimentari come, ad esempio, il colare di oli, salse, gelati. Gli esercenti non rispettano le varie ordinanze emesse che li obbligano a pulire al termine del lavoro il marciapiede e raccogliere le bottiglie o le carte lasciate per strada. Spesso la pulizia si riduce a un giorno la settimana, prima del giorno di chiusura settimanale, ma si limitano al solo marciapiede antistante.
Le piante esterne di ornamento (che fungono da spartitraffico) sono spesso innaffiate e l'acqua ristagna nei sottovasi creando nel periodo estivo la formazione di zanzare.
Non parliamo poi delle pedane esterne che, essendo fisse al suolo, provocano l'accumularsi nella parte sottostante di qualsiasi materiale portato dalla pioggia: fogliame, carte e cartoni, lattine e residui di alimenti che ristagnando crea il posto ideale per i topi. È tipico il raggirarsi in quelle zone di gatti che nella nostra città sono diventati rari, (mentre per i residui di alimenti spesso vi stazionano cani randagi).
La stragrande maggioranza dei pubblici esercizi non effettua la raccolta differenziata (ad eccezione del cassonetto blu esterno che usano solo i clienti). La sera gli esercenti riversano nel cassonetto di raccolta indifferenziata qualsiasi rifiuto e, quindi, carte lattine, bottiglie e materiale organico.
Per contenere i prezzi (o per guadagnare di più) usano prodotti alimentari di scarsa qualità. Ad esempio, sulle pizze si usa cagliata di latte economica, oli di sanza, passate di pomodoro economiche dei discount, lieviti e farine scadenti (non sappiamo se con OGM) e non si rispettano i tempi normali di lievitazione, quindi si impasta il pomeriggio e le pizze fatte la sera, creando dei problemi di digestione ai client.
Precisiamo che fortunatamente non tutti gli esercizi e pizzerie usano prodotti scadenti, mentre il nostro auspicio è che il Comune revochi i permessi di occupazione di suolo pubblico rilasciati in strada nelle zone destinate al parcheggio.
Dott. Marco Gadaleta».
 
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