Le vite spezzate dalla strage sulla statale 16 a Molfetta, l'alta velocità tra le cause dello scontro
Proseguono gli accertamenti della procura di Trani. È stato escluso che il Ramaj Elvis, il ragazzo albanese sopravvissuto, avesse bevuto o assunto stupefacenti. Si attendono i risultati dell'autopsia su Lazzaro Rizzi, il conducente della Mercedes che ha causato l'impatto
MOLFETTA - Si è svegliata frastornata Molfetta dopo l'ennesima strage che ha colpito quattro suoi giovani figli. Sull'asfalto della statale 16 ci sono ancora i lunghi segni della frenata, lunga quanto inutile, della Mercedes su cui erano a bordo Lazzaro Rizzi, Annalisa De Ceglia, Sergio De Gennaro ed Elisabetta Cagnetta. Qualcuno ha deposto dei fiori, rossi, come la scia di sangue che impregna ancora l'asfalto. Le auto rallentano, guardano e poi riprendono la loro corsa.
Proprio l'alta velocità è stata sicuramente la causa dell'incidente, “dai primi accertamenti risulta che la Mercedes, - ha spiegato il sostituto procuratore della procura di Trani, Michele Ruggiero - andasse oltre i centocinquanta chilometri all'ora, più del doppio rispetto al limite. Non escludiamo che il conducente avesse anche bevuto”.
Per verificare questa evenienza sarà effettuata l'autopsia sul corpo di Lazzaro Rizzi(nella foto il primo a sinistra), mentre la Procura ha già aperto un'inchiesta e l'ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo, visto che appare sempre più chiaro che sia stata la Mercedes a invadere la carreggiata opposta e a causare lo schianto frontale.
Gli accertamenti hanno escluso, invece, che Ramaj Elvis, il ragazzo albanese di 20 anni alla guida della Volvo, avesse bevuto o assunto stupefacenti. Lo hanno rilevato i risultati degli esami tossicologici compiuti all'ospedale “Bonomo” di Andria dov'è attualmente ricoverato. La sua prognosi è ancora riservata, dopo gli interventi agli arti inferiori e per l'asportazione della milza, anche se ha superato la notte le sue condizioni rimangono critiche. L'unica parte del suo corpo a rimanere integra, hanno detto i medici è il cranio e questo induce a non disperare.
Potrà essere lui a ricostruire la dinamica dell'incidente avvenuto alle 3.30 di sabato sera alle porte della città, in cui ha perso la vita anche il suo connazionale 23enne Dritam Hoxhla (nella foto l'ultimo a destra). Entrambi venivano da una serata di lavoro, avevano venduto bibite al concerto di Renzo Arbore a Giovinazzo e si stavano recando a Bisceglie per mangiare un cornetto caldo.
Tornavano da una festa di compleanno invece i quattro ragazzi molfettesi. Due coppie. Lazzaro, 27 anni, era un elettrauto, titolare di un'officina, con la passione per auto e moto che l'aveva portato a presiedere il Moto Club di Molfetta, mentre la sua fidanzata Annalisa De Ceglie, 24 anni (nella foto la seconda da destra), lavorava come estetista. I due si sarebbero dovuti sposare il maggio prossimo e di quel sogno resta solo l'abito bianco con il quale il suo corpo è stato avvolto.
Sergio De Gennaro (nella foto il terzo da destra), 23 anni, lavorava come chef in una sala ricevimenti di Cerignola, e Elisabetta Cagnetta, 21 anni, anche lei estetista in un noto salone di acconciature nei pressi del seminario regionale, sono l'altra coppia molfettese che ha perso la vita nell'incidente.
Non è ancora stato stabilito il giorno del funerale. I corpi senza vita sono ancora nell'obitorio del cimitero, all'esterno del quale i genitori e amici dei ragazzi piangono e gridano il loro dolore. Ha la forza di parlare il papà di Lazzaro: “non voglio più sentir parlare di queste stragi del sabato sera, i giovani devono stare attenti”.
Un appello che oggi suona come un tardivo rimprovero.
Autore: Michele de Sanctis jr.