Le Tv locali sono fuorilegge?
Il candidato sindaco Centrone attacca le emittenti locali
Le emittenti televisive molfettesi spariranno? È questo l’interrogativo sorto dopo che, il 31 marzo, durante la conferenza di presentazione, il candidato sindaco del Terzo Polo, Pietro Centrone, ha affermato che sia “Rete 7” sia “TeleMolfetta”, per motivi differenti, non hanno ottenuto la concessione da parte del ministero delle Comunicazioni, per cui non erano in regola con la legge e quindi non autorizzate a trasmettere in quanto abusive.
Dichiarazioni significative, anche per il ruolo che le emittenti locali, assieme alle riviste, ricoprono nel consentire la diffusione di notizie di ambito locale, diffusione altrimenti affidata esclusivamente al passaparola, con tutti gli inconvenienti del caso.
In particolare, sempre a detta del candidato sindaco Pietro Centrone, “Rete 7” non avrebbe nemmeno proceduto alla presentazione dei documenti necessari alla richiesta di concessione, mancando dei requisiti previsti. “TeleMolfetta”, invece, avrebbe presentato richiesta, ma questa non le sarebbe stata assegnata.
Anche dall’elenco diramato dal Ministero, in data 14 marzo, e consultabile attraverso internet sul sito www.coordinamento.it, si evince che le due emittenti televisive molfettesi non sono incluse tra le 26 emittenti provinciali a cui è stata assegnata la concessione.
Per fare chiarezza abbiamo interpellato gli amministratori delle due emittenti in questione.
Per “Tele Molfetta (TM)” abbiamo incontrato il dott. Felice Abbattista, che ha riconosciuto come nell’elenco del ministero l’emittente locale non sia inclusa. TM ha però presentato la richiesta, avendone i requisiti, e la documentazione prevista è stata arricchita con altri elementi. Questi ultimi avrebbero dovuto consentire la valutazione dei requisiti alla luce del periodo di black-out forzato, causato da un incendio, che l’emittente ha superato da non molto tempo. Durante il colloquio, il nostro interlocutore ha aggiunto che, a detta delle associazioni di categoria, ma anche dello stesso ministero per le Comunicazioni, l’elenco non è definitivo. C’è difatti la possibilità di una definizione dell’elenco tendente a includere anche le emittenti che, nella prima redazione, sono state escluse. Questo perché le emittenti in possesso dei requisiti, ma escluse, sono in numero poco rilevante rispetto alla totalità delle concessioni assegnate.
Tutti questi elementi sono quindi fonte di ottimismo per il dott. Abbattista, che ritiene ci siano, per Tele Molfetta, possibilità di essere inclusi nella sanatoria che porterà alla redazione dell’elenco definitivo.
Per “Rete 7” l’amministratore Caterina Sallustio ha decisamente smentito Centrone, con una lettera inviata al nostro giornale, che riportiamo di seguito: “Gentile Direttore – scrive Caterina Sallustio – siamo costretti a richiedere spazio al suo giornale per rispondere alle affermazioni del Sig. Centrone sulla emittente Rete 7. Speriamo indotto da ignoranza, ma temiamo da maldicente insinuazione il sig. Centrone afferma che Rete 7 non è autorizzata a trasmettere. Sarebbe bastato infatti, un minimo di informazione per sapere che “Rete 7” è assegnataria di autorizzazione per emittente comunitaria”.
Intanto, almeno fino al 31 dicembre 2002, e in questo seguendo il dettato della legge, le due emittenti continueranno a trasmettere. Per quello che sarà dopo, bisognerà attendere la definitiva redazione delle graduatorie.
Nicolò Visaggio
SCHEDA
La legge sulle concessioni televisive
Quello delle “concessioni per la radiodiffusione televisiva privata in ambito locale su frequenze terrestri in tecnica analogica” (è questa la definizione contenuta nel testo delle norme) è un processo iniziato alla fine degli anni Settanta, quando l’etere cominciò ad affollarsi di segnali provenienti non più solo dagli studi RAI di viale Mazzini in Roma.
Un percorso legislativo che, nel corso degli anni, vide schierarsi segretari di importanti partiti in difesa o contro l’estensione delle emittenti private. Tutto questo in nome della libertà di espressione dei privati, o, al contrario, per limitare dilaganti monopoli editoriali, in cui le televisioni andavano a sommarsi a testate giornalistiche e radiofoniche, minacciando la stessa libertà d’espressione.
Attualmente l’assegnazione delle frequenze disponibili, su cui si basa l’aggiornamento delle graduatorie che vede coinvolte le due emittenti molfettesi, è basato sulle seguenti norme:
Piano delle Frequenze, emanato dal Ministero delle Comunicazioni, tramite la delibera n. 68 del 10 novembre 1998 dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. In tale elenco sono stabilite le suddivisioni delle frequenze radio per l’operatività di emittenti televisive e radiofoniche, in modo da non interferire con le apparecchiature di soccorso esistenti, anch’esse operanti su frequenze radio. Chiaramente dall’individuazione delle frequenze occupabili è poi scaturito il tetto massimo di emittenti che possono operare.
Regolamento per l’attribuzione delle frequenze, emanato con la delibera n. 78 del 1 dicembre 1998 della stessa Autorità. In particolare, per le emittenti locali si stabilisce che i requisiti per la richiesta delle concessioni siano: cittadinanza europea e assenza di condanne penali da parte dei richiedenti, capitale sociale superiore a 300 milioni di lire, presenza di almeno 4 dipendenti in regola con le norme previdenziali, un minimo di ore di trasmissione (12 al giorno e 90 settimanali).
Una serie di leggi, l’ultima delle quali è la n. 66 del 20 marzo 2001, che ha provveduto a stabilire le scadenze per coordinare il rilascio delle concessioni in questione con quelle per le trasmissioni su frequenze digitali. In particolare è stato stabilito che le emittenti televisive in regola con i requisiti e attive alla data del 30 gennaio 1999, possano trasmettere anche in assenza di concessione fino al 31 dicembre 2002, data ultima per l’approvazione del Piano Nazionale delle Frequenze Digitali.
N. V.