Le Trame di Raffaele Ferrero
È stata inaugurata in febbraio presso la Sala dei Templari, alla presenza del Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, e dell›Assessore alla Cultura e Vicesindaco, Sara Allegretta, con prolusione del prof. Gaetano Mongelli, la personale di pittura di Raffaele Ferrero, dal titolo Trame. In occasione della mostra, aperta sino al 15 marzo, è stato anche realizzato un catalogo. I dipinti risalgono tutti al 2019; Ferrero ha infatti optato non per un’antologica diacronicamente sviluppata, ma per una scelta che testimoni il più recente periodo del suo percorso pittorico. Il catalogo presenta tre scritti al suo interno. In apertura la Premessa dell’Assessore alla Cultura, Sara Allegretta, che, muovendo dalla riflessione sulla pittura di Ferrero, che “si esprime attraverso forme geometriche che pur nella loro frantumazione non si respingono”, arriva nel finale a scandagliare gli elementi di convergenza tra astrattismo geometrico kandinskyano e musica dodecafonica di Schönberg. Seguono le lucide Note su Raffaele Ferrero pittore: dall’iconico all’aniconico di Gaetano Mongelli. Dopo aver opportunamente ribadito l’importanza di una riscoperta del “ruolo valoriale della ‘provincia’ a mo’ di vettore ‘trainante e non stringente, decentrato, ma non periferico”, lo storico dell’arte rievoca una precedente personale del Ferrero, Di passaggio in passaggio, risalente agli anni Novanta, ribadendo la parentela delle ‘rifrazioni’ dell’artista con l’“arazzeria futurista”, soprattutto in virtù di un’esprit de géometrie, che tende a respingere la figura umana. Raffinate suggestioni emergono anche dalla trattazione delle Trame, con passaggi molto belli, come questo: “I morfemi” (efficace e decisamente condivisibile ci appare questo accostamento all’elemento morfemico) “di Ferrero sono morfemi che provengono dalla galassia dell’immaginario: dal florilegio, sempre mutevole e complesso, di curve spezzate e assemblate tra ritagli piramidali che sanno di vela latina; tra sagome talvolta lanceolate, in altri casi appuntite come foglie d’oleandro scosse dal vento di tramontana all’apparire dell’autunno (…)”. V’è infine un contributo di Ennio Chiapperini dedicato alla Sala dei Templari, alle sue origini e ad alcuni “ospiti d’eccezione” di cui siano state esposte opere nella Domus templare. Come rilevato in precedenza, la produzione di Ferrero si inscrive nel solco dell’astrattismo geometrico. Si connota per la ricorrenza di alcuni moduli, dalla serie dei triangoli alle linee e tratteggi filiformi, per proseguire con quadrilateri, trapezi e altri elementi affioranti nell’immaginario geometrizzante dell’artista. Primum movens sono sovente, come in alcuni casi l’intitolazione stessa rivela, forme paesaggistiche, ma il dato fenomenico è scarnificato ed essenzializzato, con solo vaghissimi riferimenti all’occasione ispiratrice. In altre circostanze, le forme germinano casualmente, in un gioioso dialogo di cromatismi e il titolo richiama l’attenzione dell’osservatore su un elemento della composizione, magari apparentemente marginale, ma non sotto il profilo emotivo (si veda la serie dei triangoli), o, secondo quanto accade nel Colore giallo, funzionale alla direzione di lettura indicata. La scelta della pittura acrilica, su tela o cartone, favorisce la particolare lucentezza che connota la pittura di Ferrero, artista che colpisce soprattutto per l’eleganza dei moduli adottati, la brillantezza del colore e la padronanza nell’arabescare, con sobrietà, a partire da un’impressione, una percezione o uno stato emotivo. La presenza frequente del giallo e dell’arancio contribuisce spesso a render calda la partitura, ma anche il verde ricorrente ha gradazioni piuttosto chiare e quietanti, laddove il blu e il violetto tendono, invece, ad acuire il senso di slargante spazialità, altra caratteristica, a nostro avviso, peculiare di questa pittura. Pittura che al fondo sembra rivelare un intimo bisogno di armonia, di individuare moduli definiti laddove altri scorgerebbero il caos, di restituire apollineamente perfino l’idea del garbuglio formale. © Riproduzione riservata