Le tentazioni terzopoliste
CORSIVI
La prospettiva che alle elezioni amministrative del prossimo anno siano in tre a concorrere per la poltrona di sindaco diventa sempre più concreta. E se nel 2001 la coalizione di centro che sosteneva la candidatura di Pietro Centrone, costituita da “Democrazia Europea” (neonato – e già defunto – movimento dell'ex segretario generale della Cisl, Sergio D'Antoni) e dal movimento locale “Unione di Centro”, non riuscì a svolgere quel ruolo di “ago della bilancia” cui aspirava in un eventuale ballottaggio, fermandosi ad un modesto 6,85% dei consensi, questa volta le cose potrebbero andare molto diversamente. Ed il “terzo polo” potrebbe sparigliare le carte e far saltare i giochi delle due coalizione più grandi.
Perché, nonostante quel che ci ha detto il sen. Azzollini, nell'intervista pubblicata in esclusiva dal nostro giornale il mese scorso, a proposito della solidità della coalizione di centrodestra, sembra davvero iniziato un fuggi-fuggi generale dalla Casa delle Libertà.
Le ragioni? Diverse tra loro: alcune politiche, altre opportunistiche ed, infine, alcune dovute ad incompatibilità personali e caratteriali. Di sicuro c'è un certo fermento che potrebbe portare nei prossimi mesi a clamorose novità. I nomi che circolano al momento, come promotori di questa aggregazione “terzopolista”, sono tanti e le riunioni “di cordata”, nelle scorse settimane, si sono succedute a ritmo serrato, ma sempre nel massimo riserbo.
E così in questa ampia coalizione potrebbero trovare posto spezzoni di Forza Italia (e sembrerebbero interessati al progetto Michele Palmiotti, presidente della Multiservizi, e Antonio Ancona, ex assessore al Commercio brutalmente defenestrato dall'amministrazione per far posto in Giunta a Pino Amato), di Alleanza Nazionale (pare che l'assessore alle attività produttive Saverio Tammacco, stanco della guerra intestina tra correnti che sta dilaniando il partito e che ha portato al commissariamento della sezione locale, stia meditando di costituire un nuovo soggetto politico), accanto all'Udc di Carmela Minuto, sempre più critica nei confronti di questa amministrazione tanto da aver ufficialmente chiesto un “rimpasto” (senza ottenere alcuna risposta). Nuova vitalità ha trovato anche il movimento “Molfetta che Vogliamo”, pronto a resuscitare con l'approssimarsi degli appuntamenti elettorali.
Ma è indubbio che gran parte di questi giochi ruoti attorno alla questione legata al posizionamento politico del Nuovo Psi che, a livello nazionale, ha avviato un deciso percorso di riunificazione dell'area socialista con conseguente riavvicinamento al centrosinistra. Franco Visaggio, sul punto, non si sbottona, ma è difficile immaginare che, nel caso (sempre più probabile) che il suo partito trovasse a Roma un accordo con l'Unione, rimarrà, a livello locale, nel centrodestra, anche in considerazione dell'importante ruolo che ricopre come unico rappresentante del “garofano rosso” in Consiglio Regionale. Di un suo imminente passaggio nella coalizione di centrosinistra si è vociferato a lungo nelle scorse settimane, ma sembra che quel processo sia al momento congelato in attesa di sviluppi provenienti dal dibattito nazionale che sta interessando tutti i protagonisti della “diaspora” socialista; intanto i segnali per un possibile accordo a Molfetta con l'Unione non sono mancati, come la partecipazione (a titolo di osservatore) del consigliere comunale del Nuovo Psi, Nicola Piergiovanni, all'Assemblea programmatica del centrosinistra, svoltasi nei giorni scorsi. Ma il “garofano rosso” potrebbe anche decidere di sostenere la candidatura terzopolista e, al momento, sembra voler tenere le mani libere, non escludendo nessuna possibilità, in attesa di vedere come si evolve la situazione politica locale, consapevole di poter davvero “fare la differenza” il prossimo anno forte del suo 11,28 % dei voti ottenuti alle ultime elezioni regionali.
Infine occorrerà vedere quali decisioni intenderanno assumere i movimenti locali che fanno riferimento a Lillino Di Gioia (“Il Riscatto della Città”, “Gli Ambientalisti” e “Democrazia Cristiana”) ed al gruppo del “Laboratorio Politico” formato da Centrone e dai consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza, Angione e De Robertis. Con un manifesto pubblico queste forze politiche hanno auspicato l'avvio di un processo unitario tra tutte le forze del centrosinistra (in cui si riconoscono) biasimando “comportamenti autoreferenziali e chiusure capziose” da parte dei partiti dell'Unione e hanno lanciato, per la metà di luglio, una convention in cui discutere di programmi e di metodo per la selezione del candidato sindaco. Come a voler avvertire il centrosinistra che, se non si trova un accordo in tempi brevi (e l'estate dovrà sciogliere tutti questi nodi, perché già da settembre comincerà la lunga “volata elettorale”), i movimenti sono pronti ad andare da soli. O meglio, con l'ampia aggregazione terzopolista cui in tanti, sottotraccia, stanno alacremente lavorando.
Giulio Calvani
giulio.calvani@quindici-molfetta.it