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Le modifiche allo Statuto
15 luglio 2017

 Il 6 giugno 2017 tre dei cinque membri del Consiglio di Amministrazione della “Fondazione Musicale Vincenzo Maria Valente”, nelle persone di Pietro Centrone, presidente, Matteo Azzollini, vicepresidente e Giovanna La Martire, segretaria (assenti Lazzaro Ciccolella, presidente pro tempore della Dvorak, e il rappresentante pro tempore del Comune di Molfetta) riuniti davanti al notaio Francesco Campi nella Sala Gialla di Palazzo Giovene hanno cambiato lo statuto della Fondazione. Le modifiche apportate, agli occhi di un comune cittadino, non esperto di Diritto societario né di Fondazioni, suscitano qualche dubbio e perplessità. Li esponiamo come semplici domande, senza malizia, in attesa che qualcuno intervenga a fare luce, a diradare le persistenti ombre che continuano a gravare sulla Fondazione. Era davvero così urgente modificare lo Statuto, da non poter aspettare un mese per avere presente il nuovo sindaco di Molfetta, membro di diritto del CdA? Le modifiche all’art. 2 paiono stravolgere dalle fondamenta le finalità della Fondazione sia riguardo all’ambito territoriale (tanto era chiara nella sua semplicità la dizione originale «La sua finalità e quella di dare incremento al livello culturale della città di Molfetta», tanto appare di difficile comprensione anche da un semplice punto di vista letterale l’aggiunta «nell’ambito provinciale e regionale») sia riguardo all’ambito tematico (se non può esservi dubbio sulla finalità esclusiva fissata dal fondatore Vincenzo Maria Valente di creare una «Fondazione Musicale», cosa diventerà ora la Fondazione aggiungendo accanto a “musicale” «artistico e culturale» [stendiamo un velo pietoso sulla castroneria stilistica della attuale locuzione «dare incremento al livello culturale … ed in particolare a quello … culturale »]). Qual è il fine dell’aumento dei componenti del CdA dalla previsione originale di «minimo 3 e massimo 5» a quella attuale «minimo 7 massimo 9»? Per giunta attraverso cooptazione da parte di una presunta maggioranza del CdA? A noi sembra profilarsi il rischio di incrementare un profilo “privatistico” in contraddizione con le volontà del fondatore. Sulla figura introdotta ex novo del Presidente Onorario abbiamo dedicato un aspecifica scheda. Non ci pare necessario aggiungere altro qui. Molto dubbia ci pare anche la previsione della «decadenza ipso iure» soprattutto se riferita ai due membri di diritto del CdA: il presidente pro tempore della Dvorak e il sindaco pro tempore del Comune di Molfetta o suo rappresentante. Come si fa a far decadere un membro di diritto del CdA? Mistero.

Autore: Mimmo Favuzzi
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