Fra alcune settimane, finalmente, è il caso di dirlo, andremo a votare per eleggere Sindaco e componenti della giunta che amministrerà la nostra Città per i prossimi cinque anni, si spera. A tutti i livelli: Partiti, raggruppamenti politici, nuovi competitors nati dall’oggi al domani (è bastato che ‘chiunque’ avesse o presumesse di avere un certo seguito per pensare di presentarsi come un possibile competitore?) stanno organizzandosi per la competizione; la confusione tuttavia è abbastanza percepibile. Il ‘travaglio’ del Partito Democratico – sulla carta, ancora? il maggior partito nello scenario politico molfettese – che non riesce, come d’altronde succede a livello nazionale, a fare una sintesi fra le varie anime presenti; non si conosce ancora con certezza il nome del Candidato, il di lui programma elettorale. Confusione estrema! C’è, a sinistra, il solito Partito di Rifondazione Comunista che continua nella sua politica di alterità rispetto agli altri, preferendo raccogliere quel poco o tanto che gli verrà nella consultazione elettorale, dal voto per i suoi Candidati, apparentemente senza contaminarsi con alcuno. Sinistra Italiana: una formazione neonata, dalla diaspora del P.D.. Anche qui, non possiamo registrare serenità di comportamenti e visione politica chiara. I problemi dell’infanzia (politica)? Il locale raggruppamento M5S? al momento non pervenuto!. Nulla si sa su di loro, sul loro Candidato e su come si posizioneranno/ coalizzeranno ovvero non si posizioneranno alle elezioni. Sul programma ??. Ci sono nuovi raggruppamenti apparentemente spuri, che sembrano nati raccogliendo quanto di buono e/o di meno buono cola dai partiti (così detti) tradizionali, la maggior parte di questi ultimi, come detto, in forte subbuglio per conflitti interni. C’è il Centro Destra, con Forza Italia o quel che ne resta dopo la ‘fuga’ post-elezioni del 2013; i cambi di casacca intervenuti – uno per tutti l’uscita, all’indomani della sconfitta del suo? candidato contro la sig.ra Natalicchio, del Senatore Azzollini già sindaco per due mandati consecutivi anche se, ricordiamolo, il primo non espletato completamente per convenienze …senatoriali – con l’adesione, sempre nell’area di Destra, al Nuovo Centro Destra. Altri fuoriusciti hanno aderito al CoR (Conservatori e Riformisti), neoraggruppamento del sig. R. Fitto; tutti reduci dalla militanza in Forza Italia. Il partito del sig. G. Amato – storico politico ex D.C./U.D.C. – sembra aver aderito a Forza Italia? Da mesi – l’abbiamo già annotato altre volte – le plance riservate alla pubblicità a pagamento sono tappezzate da manifesti, alcuni pubblicizzanti (nuovi) enti, partiti?, attività che si stanno… cantierizzando; sconosciuti ai più. Recentemente, il tempo scorre e forse sembrerebbe arrivata l’ora di dire alla cittadinanza quale sia, in chiaro, il mittente del messaggio pubblicitario, si incomincia ad avere quasi un’idea più chiara di chi sta dietro i messaggi sui manifesti. Si incomincia allora con il balletto solito delle promesse, degli impegni, delle proposizioni, più o meno velate, di raccogliere istanze e malcontenti populisti; di una volontà di questo o quel raggruppamento/competitore di “cavalcarle”, allo scopo di orientare la scelta elettorale dei cittadini in proprio favore. Quello che a nostro avviso sembra il più populista/demagogico messaggio – oggettivamente non è il primo – è un manifesto di Forza Italia / U.D.C. che perentoriamente recita: ‘NO AL PORTA A PORTA’. In precedenza manifestavano la propria avversione con un: ‘scelta scellerata’! E non dimentichiamo che il candidato sindaco del centrodestra Ninnì Camporeale nel 2013 proponeva la raccolta differenziata “porta a porta”: quanta coerenza? Non si limita alla richiesta perentoria, ma propone – al posto dell’attuale sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, estesa ormai a quasi tutta l’area cittadina – alcune soluzioni …migliorative?. Questo poi, lo dichiara in fondo: per essere “IN SINTONIA CON LA CITTA’”!. Allora vediamo quali sono le soluzioni che propongono Forza Italia e U.D.C.: 1. Eliminazione della raccolta porta a porta con i famigerati mastelli: fonte di rifiuto assoluto e categorico da parte di una certa percentuale di cittadini (che rilasciano rifiuti dove capita, in modo penosamente, vergognosamente furtivo, infischiandosi del danno non solo d’immagine che fanno alla comunità tutta, per protestare a modo incivilmente loro); non si conosce l’entità di tale percentuale e se in essa gli intenti… protestatari siano coerenti fra loro; sembrerebbe – salvo errore – una frangia minoritaria. L’evidenza mostra che a causa di questi nostri concittadini renitenti, indisciplinati ‘godiamo’ ancora di uno spettacolo indegno per una città che dovrebbe definirsi tale. Sono cittadini che forse ideologicamente rifiutano questo metodo, alcuni adducendo ragioni, in qualche modo, anche condivisibili. Ma da questo a giustificarne totalmente la loro violazione di norme emanate dall’Autorità, ce ne passa. 2. Potenziamento della raccolta differenziata mediante estensione in tutta la città di cassonetti interrati e piccole isole ecologiche. E’ d’obbligo qui ricordare che in ‘epoca Azzollini’ furono attrezzate (a costi inquantificati?) tre zone di raccolta differenziata attraverso la realizzazione di siti con enormi contenitori interrati, per separare le diverse tipologie di rifiuti. Un auto-compattatore, particolarmente predisposto estrae dal sottosuolo gli enormi cassonetti per vuotarli secondo il loro contenuto; il mezzo si ferma in una zona adiacente all’area di raccolta ed effettua lo svuotamento. Fra l’area occupata dalle imboccature a filo terra dei cassoni interrati e la “zona di rispetto” per la manovra di svuotamento nell’auto-compattatore, ènecessario disporre di un’area complessiva stimata di non meno di 40mq. La disponibilità di uno spazio di tali dimensioni, almeno nelle zone cittadine di più recente costruzione, forse – diciamo forse – non costituirebbe un grande problema; si tratterebbe solo di capire quanti… impianti ed a quale distanza uno dall’altro realizzarli (e, con quali costi), per alleviare il disagio che adesso provocherebbe l’uso dei mastelli, per alcuni cittadini. Ma, come si pensa di realizzare ciò, ad esempio nel quadrilatero compreso fra C.so Dante – Villa comunale, via Baccarini, via Roma, e via S. Francesco d’Assisi? Sono sicuri, i proponenti, che si possa in queste zone ed in altre del centro città altrettanto intasate, di poter disporre di un certo numero di aree di circa 40mq. più, da non trascurare, la disponibilità di strade di agevole adito, manovra e uscita dei mezzi di svuotamento, piuttosto ingombranti?! Dunque, la richiesta e le soluzioni proposte sembrerebbero tanto perentorie quanto di ardua realizzazione, date le oggettive condizioni stradali e topografiche di Molfetta; populiste, demagogiche, appunto! La realizzazione di mini-isole ecologiche: ad un esame grossolano delle condizioni suddette relative all’assetto stradale e architettonico della città, anche a noi che non abbiamo dimestichezza con l’urbanistica, sembra altrettanto… problematica! In che cosa consisterebbe dunque una (o più) miniisola ecologica? Dove, come sarebbero ubicate, sempre riferendoci alle zone cittadine a più alta densità abitativa, con vasti quartieri privi addirittura di marciapiedi stradali! Si potrebbe allora optare (nostra ipotesi pour parler) per una… rarefazione dei punti di conferimento rifiuti ai cassonetti interrati e/o alle mini-isole ecologiche, proprio a causa dell’oggettiva difficoltà di reperire aree piuttosto vicine fra di loro, adeguatamente sgombre e grandi a sufficienza per soddisfare l’uso delle infrastrutture e dei mezzi (i circa 40 mq., più spazio di manovra) ed aree cittadine che possano ospitare l’isola – senza arrecare disagi di carattere igienico sanitario ai residenti - anche qui con il vincolo dello spazio di manovra dei mezzi. Ma questa soluzione – che potrebbe essere una… soluzione, ma a noi e crediamo anche ad un esame più approfondito da parte di esperti sembra una toppa peggiore dello strappo – non eliminerebbe ad esempio uno dei problemi: un cavallo di battaglia dei “renitenti” i quali, fra l’altro, denunciano la scarsa sensibilità di chi ha introdotto la raccolta porta a porta con i mastelli, da depositare a giorni ed ore prestabilite portandoli in strada per depositarli fuori al portone, anche dai piani più alti dove potrebbero vivere persone anziane o impedite fisicamente. Infatti in questo, uno dei tanti casi del… rifiuto, se i cassoni interrati e/o le mini isole ecologiche di cui si vagheggia, non fossero ubicati a relativa vicinanza con le abitazioni (possibilmente vicini ad ogni abitazione/condominio?) di questi soggetti non completamente autonomi, ci sarebbe il paradosso che il non autonomo, non solo dovrebbe portare in strada il sacchetto dei rifiuti abitando in un piano fuori terra, ma dovrebbe anche… raggiungere il più vicino sito di conferimento (cassone interrato o isola… che sia) che potrebbe distare anche un bel po’: alla faccia dell’agevolazione del servizio! Un’ultima considerazione riguarda la frase di chiusura del manifesto, in cui Forza Italia/U.D.C. dichiarano così di essere “IN SINTONIA CON LA CITTÀ”. Populismo, demagogia belli e buoni! Di quale città parlano? Che cosa fa credere loro che tutta la città condivida la loro opinione riguardante la raccolta porta a porta? Come abbiamo già detto, non crediamo esistano statistiche, allo stato, che dimostrino che la totalità o almeno la maggioranza della cittadinanza rifiuti il sistema introdotto che, non è perfetto; dovrà inevitabilmente, una volta a regime, subire tutte quelle azioni di miglioramento che scaturiscono appunto dall’uso a regime e dall’esperienza tratta della procedura e dagli – si spera – effetti benefici sull’economia della Comunità, insieme al non trascurabile aspetto del miglioramento e della salvaguardia dell’AMBIENTE cittadino. Il populismo ha sempre creato danni immensi materiali e sociali. Esso giustifica alimentandole, anche le pulsioni più basse dei cittadini, facendo passare l’idea che una minoranza (indisciplinata, renitente, non avvezza alle regole civili, sporcacciona) possa condizionare con azioni anche illecite che soddisfano, appunto, la minoranza a discapito della maggioranza, la vita di una comunità. Le ipotesi prospettate di soluzione del problema servono – nella sinteticità necessaria della narrazione di un manifesto – solo ad alimentare un malcontento che già si fa fatica a contenere, senza apportare nulla di utile alla discussione in corso ed alla ricerca di quelle soluzioni che rendano più razionale il servizio, senza snaturarlo. Se gli estensori, in questa particolare circostanza, hanno idee, soluzioni più chiare di quelle che abbiamo qui obiettato noi, allora lo facciano! Altrimenti ripetiamo quanto proposto: questa è demagogia e populismo sterili.
Autore: Tommaso Gaudio