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Le Associazioni combattentistiche di Molfetta ricordano le donne della Grande Guerra
08 marzo 2016

MOLFETTA – Le Associazioni combattentistiche di Molfetta ricordano il ruolo delle donne nella Grande Guarra. «Nel 1916, esattamente cento anni fa, l'Europa era un immenso campo di battaglia, con trincee che correvano lungo i confini dei maggiori stati belligeranti. Milioni di uomini furono chiamati alle armi per combattersi al fronte. Il grande spostamento umano, soprattutto maschile, che avvenne negli anni della guerra fu una grande occasione per le donne dell’Occidente di emanciparsi. Sin dalla fine dell’ottocento erano infatti nati dei movimenti a sostegno dei diritti delle donne, tra cui uno dei più famosi era quello delle “Suffragette” (da suffragio). Il movimento femminista chiedeva a gran voce che anche le donne, al pari degli uomini, potessero votare ed avere uguali diritti nelle vicende politiche nazionali.

In tutti i paesi belligeranti, la partenza degli uomini per il fronte lasciò un enorme vuoto di manodopera e professionalità che in qualche modo era necessario riempire. Tale ruolo fu assunto dalle donne, fino a quel momento relegate per la maggiore parte del tempo a fare le madri e le padrone di casa. Le fabbriche, che dovevano produrre le armi per i combattenti, furono riempite di donne, così come nei campi, nelle scuole, nelle istituzioni pubbliche, negli uffici ecc.

Fu una vera rivoluzione, molto sentita durante la Grande Guerra, in cui per la prima volta le donne ebbero un posto di rilievo nel buon funzionamento della società.

Non fu un cambiamento semplice da accettare, bensì frutto del compromesso raggiunto sulla base delle esigenze del momento. Sul lavoro le donne erano comunque discriminate dai pochi colleghi uomini. Non avevano i diritti al giorno d’oggi acquisiti e nemmeno lo stesso salario o stipendio che invece percepiva un lavoratore di sesso maschile. Come se non bastasse, alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, le donne furono costrette a fare un passo indietro, tornando alla vecchia vita votata alla sola gestione familiare. In Italia, la lotta delle donne continuò ancora per decenni, fino a quando nel 1946 ottennero il suffragio universale femminile. 

Non dobbiamo dimenticare soprattutto le donne che servirono nei reparti medici come crocerossine, le quali condivisero con i soldati le sofferenze delle ferite ricevute in battaglia. Oppure delle ragazze che facevano da staffetta, che attraversavano il fronte in lungo ed in largo tra le bombe e le scariche dei fucili, per portare ordini e vettovaglie.

Tra queste vogliamo ricordare Maria Abriani che si guadagnò una medaglia d'argento al Valor Militare con la seguente motivazione: "Durante un combattimento, guidò spontaneamente e con virile ardimento un comandante di avanguardia in località adatta per combattere il nemico abilmente appostato, rimanendo impavida esposta al fuoco avversario."

Molfetta non si è sottratta a questi cambiamenti. Alcune donne sono ricordate con molto affetto da chi le ha conosciute per il brillante lavoro svolto in quegli anni.

Con l’otto Marzo, festa della donna, vogliamo ricordare tutte le donne che hanno contribuito a fare del mondo un posto migliore, ponendo le basi per un futuro di pace e prosperità (Nella foto: l’imprenditrice molfettese Giacoma Galeppi in Catacchio prima donna a tenere corsi di taglio e cucito con macchine per cucire innovative).

A questo proposito la Fondazione a.n.m.i.g, l’Associazione Eredi della Storia, l’A.N.C.R. e l’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro ricordano tutte le donne molfettesi (molte delle quali persero almeno un loro congiunto) che seppero rinnovarsi e ripartire dopo le atrocità della guerra.

Presso le nostre sedi sono disponibili pannelli documentali sulle nostre donne, che ci hanno donato un’Italia migliore».

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