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Lavori in corso al porto
15 dicembre 2008

È quasi trascorso il primo dei quattro anni necessari alla costruzione del nuovo porto di Molfetta. La prima pietra è stata posata a fine gennaio e oggi la bretella di collegamento tra la diga foranea “Salvucci” e la terraferma è compiuta e stanno procedendo con regolarità i lavori di allargamento e consolidamento. Tanto che inizia a prender forma anche il secondo molo contiguo alla diga Salvucci. Ma la “Cooperativa Muratori e Cementisti – CMC” di Ravenna, vincitrice dell'appalto da 55 milioni e mezzo di euro, avrà ancora tanto da lavorare. In mare sia per la costruzione di uno “sperone” radicato all'attuale molo peschereccio S.Vincenzo, sia per il dragaggio dei fondali e sulla terraferma dove sono visibili i primi segni della trasformazione del paesaggio. Una gigantesca gru semovente cingolata, che movimenta massi da 120 tonnellate sta conducendo le operazioni per favorire il banchinamento di tutta l'area portuale fondamentale per il traffico commerciale e le navi Ro-Ro. In estate tuttavia i lavori hanno subito dei rallentamenti a causa delle operazioni di bonifica e sminamento dei fondali facenti parte di un progetto di “Indagine e Bonifica del Basso Adriatico” finanziato con fondi statali per 5 milioni di euro, indispensabili per il proseguo dei lavori considerando che solo nel porto di Molfetta sono stati georeferenziati 54 punti fra bombe di aereo, mine antiuomo e anticarro, bombe a mano offensive e difensive a altri ordigni a caricamento speciale risalenti alla seconda guerra mondiale. La prima fase è stata compiuta ma restano ancora residuati bellici da rimuovere. Tutto dunque sembra procedere nel migliore dei modi per la realizzazione dell'opera fortemente voluta dal Sindaco Azzollini che si concede anche qualche passeggiata domenicale per seguire lo sviluppo dei lavori. Nessuno ha messo mai in dubbio la reale fattibilità dell'opera che pur nella sua straordinarietà non rappresenta la vera scommessa per la città. Il bello deve ancora venire perché la vera incognita sarà la movimentazione commerciale dello scalo, la capacità di inserirsi in circuiti avviati del traffico marittimo per i quali non basterà una fantomatica società di gestione locale, né bisognerà aspettare la fine dei lavori. La vera sfida ci sarà quando non serviranno più i finanziamenti ma la competenza nella capacità di gestione dei traffici.
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