Laser e restauro due giovani molfettesi uniscono il loro know-how
Un incontro tra tradizione e innovazione
A volte mondi originariamente distanti, quali quello della conservazione, quello della ricerca e quello dell'industria delle tecnologie avanzate, possono trovare un terreno di interesse comune e cooperare per produrre metodologie e strumenti innovativi di pratica e vantaggiosa utilizzazione nelle procedure di restauro. Un esempio signifi cativo è rappresentato dall'applicazione ai beni culturali della tecnologia Laser. Nel campo del restauro conservativo a laser di opere d'arte, per “ablazione laser” si intende la rimozione dalla superfi cie di un'opera d'arte, attraverso irraggiamento laser, di strutture di alterazione stratifi cate (quali ad esempio le croste nere presenti sui monumenti esposte alle intemperie). L'impiego di radiazioni laser offre delle potenzialità che prospettano signifi cativi vantaggi, sia come integrazione di tecniche di pulitura tradizionali sia per la risoluzione di problemi irrisolti e a queste connessi. Tali vantaggi possono essere così schematizzati: • minima invasività: non si richiede l'uso di specie chimiche, né il contatto con materiali abrasivi (sabbia, polveri). Ciò permette di trattare strutture estremamente fragili ed in avanzato stato di alterazione. • elevato grado di controllo: la rimozione dello strato di degrado avviene in modo progressivo. L'operatore controlla direttamente l'azione laser e può interrompere la pulitura a qualunque livello di approfondimento; • elevata precisione: il processo di pulitura interessa esclusivamente l'area illuminata dal fascio laser che può essere resa piccola a piacere. A Molfetta, presso il laboratorio di restauro “Spirito Sandracca” di Beppe Paparella, tradizione e innovazione tecnologica si sono intrecciati; infatti, il laboratorio “Monumental & Industrial laser cleaning” del Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Bari ha trasferito le moderne apparecchiature laser per mostrare ed eseguire interventi di pulitura di opere d'arte. Lo staff del laboratorio, guidato dalla Prof.ssa Catalano e composto da P.I. Daurelio, Dr. Andriani e Dr. Marano, ha già eseguito interventi di pulitura a laser per la rimozione di graffi ti deturpanti sul Dolmen di Bisceglie e sulla Cattedrale di Trani. Il P.I. Giuseppe Daurelio, senior researcher con esperienza trentennale sul laser, ed il Dr. Edoardo Andriani, fi sico molfettese, hanno eseguito nel laboratorio, in collaborazione con il restauratore Paparella, tests di pulitura su differenti materiali lignei policromi, in particolare su una cornice lignea del XVIII secolo decorata a foglia d'oro, su una statua policroma lignea del XVII secolo e su altre opere artistiche presenti. I risultati ottenuti e la restituzione dell'originale brillantezza dell'oro presente sulla cornice, sono stati dapprima accolti con gran stupore e poi valutati positivamente anche dai responsabili della Soprintendenza di Bari giunti per constatare le potenzialità della tecnica. Intensi sono stati la collaborazione e il dibatto scientifi co con l'amico restauratore; nel suo laboratorio, orami divenuto centro di tecnologia, il laser è intervenuto per integrare tecniche tradizionali di pulitura, per risolvere problemi legati al rispetto di policromie originali e si è arrestato dove nulla poteva su spessi strati di cementite da rimuovere meccanicamente. È da sottolineare che la necessaria integrazione delle tecniche tradizionali e innovative, l'esperienza del restauratore e la conoscenza dei principi fi sici dell'interazione laser-materia dell'operatore laser sono un connubio essenziale. La profi cua collaborazione con Beppe Paparella ha l'obiettivo di dare l'“incipit”, in Puglia e in particolare a Molfetta, all'applicazione di una tecnica già affermata a livello internazionale ed in diverse regioni italiane, specie in Toscana (dove l'utilizzo delle tecniche laser per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali è da decenni oggetto di studio e di largo impiego), ma tutt'oggi “sconosciuta” nel contesto pugliese.