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La vittoria del singolo
15 maggio 2008

Il 28 aprile, le trombe trionfalmente suonanti e le bandiere mosse dall'impeto della vittoria hanno coronato la Molfetta “stabile”. La profonda denuncia da parte dell'attuale opposizione alla dimensione “singolare” della candidatura di Azzollini, non è stata assorbita. La proposta di un modello di sviluppo alternativo, di un progetto comunitario e collettivo, ha visto nella conservazione la propria condanna. I molfettesi hanno trovato nelle parole ormai consuete del senatore una vicinanza più immediata, quasi “quantificabile”, e hanno distolto il proprio sguardo dalla visione, forse più ideale, dello sviluppo comunitario. Con Azzollini e con la folla rumorosa che ha animato lunedì pomeriggio le vie cittadine, tutto appare palpabile: gli abbracci, l'adunata attorno al panino con la nutella, le parole “ad personam”. Sembra che i molfettesi abbiano trovato le proprie sicurezze in questa “nazionalità dal fiato corto”, in questo rapporto immediato fra individuo e politica. Una visione che forse prescinde da uno sguardo lungimirante e generale, ma che ci appaga, e che mostra il proprio seguito nei risultati elettorali. La rottura, le affermazioni ad ampio raggio, che inseguono un orizzonte un po' più ampio di quello istantaneo e personale, sembrano essere troppo distanti dall'interesse che nutriamo, ogni giorno. Un canale diretto e sicuramente efficace per orientare il voto. Un espediente accattivante per sembrare parte di quella folla, della sua tendenza, e che incontra la veloce adesione del singolo cittadino. Riesce così ad intrufolarsi nel campo di approvazione della gente, tanto ristretto da rendere difficile l'assimilazione di una dimensione così ampia come quella della cittadinanza. Il bene comune, lo sviluppo generico e diffuso della città, l'ambiente, la partecipazione, sembrano costituire boriose rivendicazioni svuotate di ogni riscontro. Svuotate soprattutto del seguito presso i soggetti principali della condizione sociale e politica che si presenta, che ne subiscono inevitabilmente gli effetti. Dunque, i soggetti-oggetti della comunità paiono allontanarsi dal livello globale, in questo senso cittadino, per andare incontro ad una soddisfazione fuggevole, momentanea ma gratificante. Sia Zaza che Salvemini hanno solcato, in modi diversi, un sistema astratto dalle affermazioni melodiche, di dialettica coerenza, e proprio per queste vie hanno costruito un edificio remoto, offuscato dal beneficio subitaneo. E allora Azzollini torna sul podio del vincitore, fra gli applausi di una folla fiera e orgogliosa. Di una politica priva dell'idealità della collettività e che trova nella parzialità del rapporto individuale il proprio momento fondamentale.
Autore: Giacomo Pisani
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