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La transumanza di cavalli e mule
15 gennaio 2019

Il periodo dal 1955 al 1965 può essere considerato il tempo in cui si verificò la transizione, per il trasporto delle merci, dall’utilizzo di traini di diverse fogge trainati da cavalli e muli agli automezzi personali e non. I traini, i cavalli e le mule, diminuirono di numero trascinando verso l’estinzione diversi mestieri tra cui il sellaro o l’armentario, il carpentiere che fabbricava i traini, il fabbro che fabbricava la diversa ferramenta occorrente per i traini, il maniscalco, il venditore di paglia e biada e gli stessi trainieri che una volta svolgevano per conto proprio e verso terzi trasporti vari. L’auto soppiantò il trasporto su strada con animali durato secoli. All’uopo segnalo che nel gennaio del 1718 Giacomo Ilderis, capitano della milizia cesarea (Impero austriaco), venne a Molfetta per osservare se vi erano cavalli abili per l’esercito. Dal XIX sec. fino al 1914 in tutto il Regno di Napoli e poi nel Regno d’Italia ogni anno si effettuava il censimento di tutti i quadrupedi abili che in caso di guerra ogni città doveva, a seconda delle necessità, fornire in numero prestabilito. Nel 1880, per esempio, Molfetta doveva fornire 15 cavalli e 80 muli. Furono disposti all’uopo vari censimenti relativi a diversi anni. In essi vengono segnalati il proprietario, la residenza e il numero dei quadrupedi posseduti. Si porta un esempio: nel maggio del 1915 il sindaco Poli fece noto al Sottoprefetto di Barletta che a Molfetta dopo la requisizione dei cavalli erano rimasti 1200 tra cavalli e mule. L’amico Giacomo Ciccolella, che ringrazio in anteprima, mi raccontava tempo fa che a Molfetta fino al 1960 circa si organizzava una transumanza di quadrupedi verso la Murgia. E all’uopo un suo conoscente, tale Domenico Sciancalepore classe 1928, confermava l’avvenimento dandogli più ampi ragguagli. Nel mese di agosto quando erano terminati i lavori nei campi e c’era una minore richiesta di lavoro, molti trainieri per far riposare i cavalli e le mule di loro proprietà li trasferivano sulle Murge ruvesi per circa 20 giorni. Il giorno stabilito per la partenza, verso l’imbrunire, nei pressi della piazzetta su Via Giovene (la chiazzod d l uegneun) angolo Via Giordano Bruno ai n. civici n. 49-51- 51bis di questa strada prima che si costruiva l’attuale fabbricato (1987) vi era un grande cancello di legno che dava accesso a un grande atrio racchiuso al centro di tutto l’isolato e qui c’era la stalla di Cesare Andriani. Qui si riunivano i primi quadrupedi formando una carovana scortata o da qualche trainiere o da appositi incaricati e, proseguendo per Via Zuppetta, al n. civico 5 c’era la stalla dei fratelli Todisco dove avveniva il congiungimento di altri cavalli. La carovana proseguiva per la strada rurale per Ruvo per poi inoltrarsi sulle Murge ruvesi fino alla località Barile situata a 13 km da Ruvo. Un traino con le masserizie con un lume acceso seguiva la carovana segnalando la loro presenza; cammin facendo effettuavano due e tre soste per il riposo degli animali. Giunti sul posto a giorno inoltrato, dal ferracavallo venivano tolti i ferri agli zoccoli a ogni quadrupede e svernavano e si riposavano dalla fatica. Dopo circa 20 giorni si riunivano i quadrupedi, si ferravano di nuovo, per lo stesso percorso ritornavano a Molfetta e consegnati ai vari proprietari. Chi organizzava la transumanza dei quadrupedi erano: Cosmo la Forgia (1930-2005) alias palenghidde, Francesco Fornari (1916-2005) alias ciccillo u caseratore e lo stesso Andriani prima citato. La località Barile è segnalata nella tavoletta 177, Mariotto, scala 1:25.000 della Carta d’Italia dell’IGM. La località situata a 400 m di latitudine è nelle vicinanze della masseria Ferrata; questa consisteva una volta di due ampie suppigne unite fra loro; agli inizi del 1900 apparteneva alla famiglia ruvese dei Camerino. Si presume che i mandriani trovavano qui alloggio giorno e notte. La masseria, restaurata e ampliata nel 1988, ora è adibita ad agroturismo gestito da Giulia Illuzzi. Trattando di animali da traino in genere, nei tempi passati il proprietario li alloggiava la sera nella propria abitazione a piano terra o in stalle private. Ricordo benissimo (1948- 1953) diversi ortolani abitanti a Via Nino Bixio e strade limitrofe che seguivano questa usanza. In un atto privato del 1928 riguardante la compravendita di un pianoterra a Via Pietro Colletta venne segnalato il diritto di dare libera entrata ad un animale. Ma per chi non aveva la possibilità per ricoverare l’animale in una propria stalla vi erano appositi locali adibiti a questo scopo dietro pagamento di un onere. Prima dell’avvento delle auto ci si spostava a piedi, a cavallo o in carrozza. Anticamente se il Comune (una volta si chiamava Università) aveva bisogno di portare un proprio rappresentante per esempio a Trani dove risiedeva il Preside della Terra di Bari noleggiava una carrozza o una barca pagando il dovuto prezzo. Dal 1870 si iniziò a rilasciare le licenze per le carrozze che trasportavano persone. Vitangelo Gadaleta aveva sia una carrozza che un omnibus. Rocco Guarino aveva una carrozza. Questi due effettuavano spesso il noleggio per conto del Municipio al Sindaco, consiglieri comunali e impiegati comunali fuori Molfetta. In città esistevano anche diverse taverne dove si dava alloggio sia ai viaggiatori che ai cavalli o ai soldati di passaggio; per esempio nel 1893 esistevano le taverne di Sergio Pappagallo al piano terra di Palazzo Cavalletti-de Dato, di Calvario Antonio e di Allegretta Nicola al Largo Porticella ora Piazza Garibaldi. Nel 1914 in città vi erano le stalle di Gadaleta Giuseppe in Piazza Garibaldi n.62 e poteva contenere 65 cavalli; Gadaleta Vincenzo in Via S. Rocco n. 19 e poteva contenere 50 cavalli; Gadaleta Vitangelo in Via Borgo n. 94 e poteva contenere 7 cavalli; Guarino Rocco in Via Nuova ora Sottotenente Ragno n. 14 e poteva contenere 5 cavalli; Pesce Vito Stefano in Via Madonna dei Martiri n. 67 e poteva contenere 70 cavalli. Ricordo che nel 1955 a Via Bari, 50 esisteva una taverna per i cavalli; un’altra taverna era in via S. Carlo, 21 di Mernudd (Marino) e fino al 1962 circa durante la Fiera vi alloggiavano Savino e Ciacek marito e moglie, zingari che commerciavano cavalli. © Riproduzione riservata ————— Bibliografia: Archivio Comunale Molfetta, cat. 17, vol.177, vol.331; cat. 14, vol. 135; cat. 6, vol. 5. Appunti di storia La transumanza di cavalli e mule Transumanza di Cavalli (foto G. Ciccolella)

Autore: Corrado Pappagallo
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