La sinistra sconfitta: abbandonare o ricominciare?
Da dove? La sconfitta elettorale del centrosinistra Pd + Socialisti + altri (Udc con fuorusciti di An, De Cosmo per Molfetta, la Rosa bianca e Il Confronto) ha riproposto la necessità di una riflessione sulla politica portata avanti in questi anni nei quali non sono mancati errori che hanno favorito il successo del centrodestra e del Popolo della Libertà che, con il suo leader Antonio Azzollini sindaco-senatore, ha stravinto le elezioni. La Sinistra l'Arcobaleno, invece, è andata da sola, ottenuto una vittoria di Pirro, non spendibile sul piano concreto. Per il fronte progressista è la terza sconfitta consecutiva, col rischio della rassegnazione e dello sfilacciamento di quella sia pur labile area di riferimento per gli elettori che non si riconoscono nel Popolo della Libertà e in Azzollini. L'«emergenza democratica» è fallita sia perché realizzata con troppa fretta, sia per la presenza di soggetti non graditi all'elettorato di sinistra, sia per la mancanza di un progetto politico serio e credibile, che non fosse un'alleanza-contro. Ecco perché è necessario riaprire il dibattito sulle prospettive future e cercare di ricostruire un consenso attorno a un progetto credibile e soprattutto fattibile. La rivista Quindici, da sempre riferimento dell'area di centrosinistra, si è fatta promotrice di questo dibattito, a partire dal numero di giugno. C'è chi ritiene si debba ripartire dal '93 e dal “Percorso”. Non crediamo sia la strada migliore: c'è il rischio di dibattere a vuoto su “ciò che eravamo e volevamo essere e non siamo stati” come dice qualcuno. Capire il fallimento di quella straordinaria esperienza può essere utile, ma rifuggendo dalla tentazione di “processi politici” di staliniana memoria, cari a una certa sinistra o a personaggi che - vittime della mania di protagonismo - hanno di sinistra solo l'etichetta, ma sono capaci solo di demolire e non di costruire. È una strada lunga e faticosa, ma indispensabile, se si vuole evitare la marginalizzazione, un cammino che deve cominciare all'interno delle forze politiche, allargandosi poi a quella che una volta era definita “società civile” e che oggi, sfiduciata, si è rifugiata nel privato o nell'astensione. Continuiamo il dibattito con tre contributi quello di Mino Salvemini, candidato sindaco del centro-sinistra, di Annalisa Altomare, già sindaco della città ed esponente dello stesso Partito Democratico, alla quale abbiamo anche chiesto una riflessione sull'assenza delle donne nella giunta di centrodestra di Azzollini e la seconda parte delle considerazioni di Tommaso Minervini anch'egli fra i protagonisti del '93, poi autore di un'esperienza controversa con il centrodestra e oggi ritornato alla “casa madre” socialista. Antonello Zaza di Rifondazione comunista e candidato sindaco della Sinistra l'Arcobaleno non è riuscito a farci pervenire in tempo il suo contributo, che ospiteremo sul prossimo numero di settembre.