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La presidenza e il terrore della pera cotta: Azzollini, quo vadis?
21 ottobre 2012

MOLFETTA - È quasi fuori dalle segrete stanze viola del Pdl. Secondo indiscrezioni, il sindaco di Molfetta senatore Pdl, Antonio Azzollini, presidente della V Commissione Bilancio del Senato, avrebbe già salutato il partito che lo ha allevato al seno berlusconiano dal 1995. Le dichiarazioni di Gaetano Quagliariello, senatore e vicepresidente vicario del Pdl, rafforzano questo pettegolezzo che sta assumendo giorno dopo giorno maggiore concretezza. Infatti, Quagliariello non ha escluso che la sua corrente, cui ha aderito lo stesso Azzollini e il deputato leccese Alfredo Mantovano, possa divincolarsi dal Pdl.
Ad aggravare la situazione del Pdl le dichiarazioni di alcuni suoi esponenti, tra cui la deputata Daniela Santanchè, la “pasionaria”pidiellina: «Il Pdl va azzerato, chi ha un incarico adesso si deve dimettere a cominciare dal segretario Alfano fino all'ultimo dei coordinatori provinciali. Chi ha più di tre legislature alle spalle non va più candidato in Parlamento, deve sparire. In questo momento il Pdl è peggio della Dc. Dobbiamo rappresentare anche una discontinuità rispetto all'esperienza di Mario Monti. Chi sostiene Monti non può restare con noi».
Insomma, il problema è spinoso per Antonio Azzollini: non solo non avrebbe sciolto il nodo sulla futuribile candidatura alla Camera o al Senato (ma, a quanto pare, starebbe puntando pure alla poltrona della presidenza regionale), ma non saprebbe nemmeno come e dove collocarsi, in quale partito o erigenda lista. Tra l’altro, è anche possibile che il risuscitato Silvio Berlusconi stia confezionando un nuovo partito “di plastica” (una specie di prodotto scaduto da supermercato) da promozionare sulle sue reti per catalizzare il consenso popolare e plasmare una consistenza politica, così come accadde tra il ’93 e il ’94 per Forza Italia.
Regna l’incertezza assoluta. Azzollini vorrebbe imboccare con il suo catorcio politico la migliore delle strade e per questo pare stia attendendo l’ultimo minuto utile, anche per le sue probabili dimissioni dalla carica di sindaco di Molfetta.
Del resto, le sue dimissioni, qualora fossero consegnate nelle mani del segretario generale del Comune di Molfetta, dott. Giuseppe Camero, sarebbero esecutive al decorrere di 20 giorni dalla loro presentazione. Ma l’istrione della politica locale potrebbe addirittura avere dei “ripensamenti” in queste settimane (come già Quindici aveva annunciato nel numero di settembre) e trascinarsi fino alle prossime elezioni comunali, conservando lo scettro di primo cittadino tra le mani, danneggiando la trasparenza e il corretto svolgimento della campagna elettorale.
Eventuali “ripensamenti” potrebbero essere favoriti anche dalla decisione di non candidarsi per Camera o Senato in una qualsiasi lista, virando sulla presidenza della Regione Puglia (un sogno mai sopito) o su un ente prestigioso in una Italia trasformata ormai in un «poltronificio», florida azienda che da destra a sinistra continua a regalare poltrone nazionali e regionali, benefit da cumulare con i vitalizi parlamentari.
Il plenipotenziario assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo (ex Mpa?), unitamente a un gruppo abbastanza variegato che l’anno scorso aveva instradato la rinascita della Democrazia Cristiana locale, avrebbe opzionato la coccarda di Italia Futura, la lista di Montezemolo dai contorni fumosi, perché trasversale tra trasformisti, trasforma(n)ti e liberali. Ma solo per le elezioni comunali?
È probabile che l’adesione ferrarista del Caputo e di un certo “variegato coacervo d’interessi” sia necessaria per lasciare una porta aperta alla discesa in campo parlamentare di Azzollini con Montezemolo, come “Quindici” ha dato in anteprima. Ma l’opzione potrebbe anche essere un’altra e forse più prestigiosa.
Sarebbero buoni i contatti tra i vertici nazionali dell’UDC e lo stesso Azzollini: anche in questo caso non si esclude che lo yot casiniano imbarchi la numerosa ciurma azzolliniana. Perché anche in caso di scomparsa del Pdl, non si estingueranno di colpo le “mandrie” e i vari “mandriani” del sindaco-senatore-presidente che ciclicamente soffrono di “fitte allo stomaco”, generate da una “fame” sempre più crescente. 
Allo stato attuale, con un Azzollini libero battitore in mediana di difesa, può accadere tutto e il contrario di tutto. Anzi, potrebbe essere errato ritenere che questa situazione gelatinosa non possa influire sulle alleanze elettorali per la campagna elettorale amministrativa comunale: ad esempio, non si può escludere un’alleanza completamente centrista sulla candidatura di Nicola Camporeale con partiti che in questo momento siedono al tavolo del centrosinistra con una gamba sotto e l’altra fuori, pronti ad accorrere dal “munifico” senatore.
Il centrosinistra, invece, si attarda al balcone di Giulietta in attesa del suo Romeo, come in una tragedia shakespeariana.
 
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Autore: Nicola Squeo
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Dal "Fatto Quotidiano". Vola il Movimento 5 Stelle, continua la crescita costante del Pd, non si arresta il crollo del Pdl, l'Idv perde un punto e mezzo in termini di consenso, male l'Udc, stabili Lega e Sel. Non solo: diminuisce la fiducia degli italiani nel governo Monti e si ingrassano ulteriormente le fila del primo partito d'Italia, quello degli indecisi. E' quanto emerge dal sondaggio Swg realizzato tra il 15 e il 17 ottobre in esclusiva per il programma di RaiTre Agorà. Stando alle percentuali fornite dall'istituto di Trieste (che ha analizzato le intenzioni di voto degli italiani all'inizio di questa settimana), il Pd si confermerebbe partito più votato, con il 25,9% dei consensi e un aumento costante dell'indice di gradimento (+ 0,7% rispetto al 12 ottobre). Inversamente proporzionale la situazione del Popolo della Libertà, mai così in crisi di numeri nella sua pur breve storia. Le inchieste e gli ultimi scandali in Lazio e Lombardia hanno fatto precipitare il partito di Silvio Berlusconi ad un misero 14,3%, ma ciò che colpisce maggiormente è la progressione dell'avvicinamento al baratro elettorale: solo il 12 ottobre, infatti, secondo Swg il Pdl raccoglieva il 15,1% dei consensi, il che significa che in neanche una settimana il principale partito del centrodestra ha perso la bellezza di quasi un punto percentuale (0,8%). Non sta meglio l'Italia dei Valori. Anzi. Il partito di Antonio Di Pietro è fermo al 4,3%, con un punto e mezzo percentuale in meno rispetto ad inizio settimana. Le difficoltà del movimento dell'ex pm di Mani Pulite, secondo molti, dipende dalla continua crescita del Movimento 5 Stelle. Quest'ultimo, del resto, è il vero vincitore del momento, almeno a leggere lo studio di Swg. Il non partito di Beppe Grillo, del resto, ha sfondato quota 20%, piazzandosi al secondo posto nazionale con un 21% che, tuttavia, non sembra ancora la punta di un aumento di consenso ancora impronosticabile. Lo dice l'indice di crescita: rispetto al 12 ottobre, infatti, il M5S ha guadagnato l'1,6%, facendo segnare il miglior risultato tra tutti i movimenti politici del Paese. Per quanto riguarda gli altri partiti, invece, da registrare la tenuta della Lega Nord nonostante l'atteggiamento ondivago di Maroni sul caso Lombardia (6%, +0,2% rispetto ad inizio settimana), la leggera crescita di Sel di Nichi Vendola (6%, +0,3%), la flessione verso il basso dell'Udc di Casini (5,2%, -0,6% rispetto al 12 ottobre) e la stabilità di Fli (2,5%), Rifondazione-Comunisti Italiani (2,5%) e La Destra di Francesco Storace (2,1%, +0,1% rispetto al 12 ottobre). L'istituto triestino, inoltre, ha anche monitorato la fiducia degli italiani in Monti, che risulta in calo di due punti (dal 39% di una settimana fa al 37% attuale) dopo la presentazione della legge di stabilità. In aumento, invece, gli indecisi, che rispetto all'inizio della settimana scorsa sono aumentati del 2%, attestandosi al 29% del totale. Idem per coloro che hanno preferito non rispondere (18%, +2%). Altro dato interessante elaborato da Swg è quello sulle intenzioni di voto dei cittadini residenti nelle regioni del Nord Italia, Emilia Romagna compresa. Qui, infatti, la forbice tra Pd e M5S è più esigua di oltre un punto percentuale, con i democratici al 25,7% e Grillo al 22,4%. al tempo stesso, la crescita 'settentrionale' del non-partito del comico genovese vuol dire ulteriore affondamento degli altri soggetti politici, con il Pdl che sprofonda al 12,4%, l'Udc al 4,2%, l'Idv al 3,8%, Sel al 3,7% e Fli al 2,2%. Stabile la Lega Nord al 12,2%. Per quanto riguarda i parametri tecnici del sondaggio Swg, esso è stato effettuato tramite sondaggio telefonico (CATI) e online con metodo online CAWI su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 1100 soggetti maggiorenni (su 5300 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni. Il campione intervistato online è estratto dal panel proprietario SWG. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza. Margine d'errore massimo: +/-2,96%.

Ci vuole un 14 luglio 1789! Non esiste al mondo una classe di politicanti cialtroni come quella italiana, sono i più lazzaroni, incompetenti, ladri, corrotti del mondo, infatti se siamo nei guai è esclusivamente per colpa loro e nonostante questo continuano a rotolarsi nel grasso delle loro spettanze, privilegi, prebende... continuano a depredare il bene comune per i loro sporchi interessi, senza tener conto della miseria in cui molte persone vivono... L'immagine che viene in mente è quella degli squali, quando nei documentari si vede che, nonostante morenti, presi all'amo e issati in barca, continuano a mordere e mangiare finché muoiono. Oppure quella di certi signori medievali, che non riuscivano a smettere di razziare denari e preziosi, nemmeno con il popolo inferocito alle porte. La voracità di questi squali è pari solo alla loro sfacciataggine nel fare queste cose senza più neppure preoccuparsi di tenerle nascoste. Si nutrono del sopruso, dell'abuso, la loro legalità non presuppone il senso dello stato, l'etica, la moralità, la dignità, il rispetto di tutti i contribuenti italiani che si stanno sacrificando parecchio non si sa bene ancora per che cosa. Ai politici balordi, corrotti, ladri... andrebbe data la pena che si da ai mafiosi! LA CONFISCA DEI BENI! Devono ridare tutto alla gente, interessi compresi. Noi paghiamo l'aumento dei carburanti, noi paghiamo l'aumento dell'IMU... LORO si comprano il SUV coi nostri soldi, si fanno le ferie nei vari RESORT, si divertono alle serate in maschera! Ma perché noi italiani siamo così indolenti e ciechi da tollerare questo schifo? Ci hanno aumentano la benzina e noi zitti. Ci hanno messo le tasse sulla casa e noi zitti perché pensiamo di salvare il paese. Poi scopriamo una cloaca di personaggi che si travestono da centurioni e messaline e nuotano nei soldi che LORO HANNO DECISO di dotarsi. Quanto siamo coglioni noi italiani! Ci vuole un 14 luglio 1789!

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