MOLFETTA - È quasi fuori dalle segrete stanze viola del Pdl. Secondo indiscrezioni, il sindaco di Molfetta senatore Pdl, Antonio Azzollini, presidente della V Commissione Bilancio del Senato, avrebbe già salutato il partito che lo ha allevato al seno berlusconiano dal 1995. Le dichiarazioni di Gaetano Quagliariello, senatore e vicepresidente vicario del Pdl, rafforzano questo pettegolezzo che sta assumendo giorno dopo giorno maggiore concretezza. Infatti, Quagliariello non ha escluso che la sua corrente, cui ha aderito lo stesso Azzollini e il deputato leccese Alfredo Mantovano, possa divincolarsi dal Pdl.
Ad aggravare la situazione del Pdl le dichiarazioni di alcuni suoi esponenti, tra cui la deputata Daniela Santanchè, la “pasionaria”pidiellina: «Il Pdl va azzerato, chi ha un incarico adesso si deve dimettere a cominciare dal segretario Alfano fino all'ultimo dei coordinatori provinciali. Chi ha più di tre legislature alle spalle non va più candidato in Parlamento, deve sparire. In questo momento il Pdl è peggio della Dc. Dobbiamo rappresentare anche una discontinuità rispetto all'esperienza di Mario Monti. Chi sostiene Monti non può restare con noi».
Insomma, il problema è spinoso per Antonio Azzollini: non solo non avrebbe sciolto il nodo sulla futuribile candidatura alla Camera o al Senato (ma, a quanto pare, starebbe puntando pure alla poltrona della presidenza regionale), ma non saprebbe nemmeno come e dove collocarsi, in quale partito o erigenda lista. Tra l’altro, è anche possibile che il risuscitato Silvio Berlusconi stia confezionando un nuovo partito “di plastica” (una specie di prodotto scaduto da supermercato) da promozionare sulle sue reti per catalizzare il consenso popolare e plasmare una consistenza politica, così come accadde tra il ’93 e il ’94 per Forza Italia.
Regna l’incertezza assoluta. Azzollini vorrebbe imboccare con il suo catorcio politico la migliore delle strade e per questo pare stia attendendo l’ultimo minuto utile, anche per le sue probabili dimissioni dalla carica di sindaco di Molfetta.
Del resto, le sue dimissioni, qualora fossero consegnate nelle mani del segretario generale del Comune di Molfetta, dott. Giuseppe Camero, sarebbero esecutive al decorrere di 20 giorni dalla loro presentazione. Ma l’istrione della politica locale potrebbe addirittura avere dei “ripensamenti” in queste settimane (come già Quindici aveva annunciato nel numero di settembre) e trascinarsi fino alle prossime elezioni comunali, conservando lo scettro di primo cittadino tra le mani, danneggiando la trasparenza e il corretto svolgimento della campagna elettorale.
Eventuali “ripensamenti” potrebbero essere favoriti anche dalla decisione di non candidarsi per Camera o Senato in una qualsiasi lista, virando sulla presidenza della Regione Puglia (un sogno mai sopito) o su un ente prestigioso in una Italia trasformata ormai in un «poltronificio», florida azienda che da destra a sinistra continua a regalare poltrone nazionali e regionali, benefit da cumulare con i vitalizi parlamentari.
Il plenipotenziario assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo (ex Mpa?), unitamente a un gruppo abbastanza variegato che l’anno scorso aveva instradato la rinascita della Democrazia Cristiana locale, avrebbe opzionato la coccarda di Italia Futura, la lista di Montezemolo dai contorni fumosi, perché trasversale tra trasformisti, trasforma(n)ti e liberali. Ma solo per le elezioni comunali?
È probabile che l’adesione ferrarista del Caputo e di un certo “variegato coacervo d’interessi” sia necessaria per lasciare una porta aperta alla discesa in campo parlamentare di Azzollini con Montezemolo, come “Quindici” ha dato in anteprima. Ma l’opzione potrebbe anche essere un’altra e forse più prestigiosa.
Sarebbero buoni i contatti tra i vertici nazionali dell’UDC e lo stesso Azzollini: anche in questo caso non si esclude che lo yot casiniano imbarchi la numerosa ciurma azzolliniana. Perché anche in caso di scomparsa del Pdl, non si estingueranno di colpo le “mandrie” e i vari “mandriani” del sindaco-senatore-presidente che ciclicamente soffrono di “fitte allo stomaco”, generate da una “fame” sempre più crescente.
Allo stato attuale, con un Azzollini libero battitore in mediana di difesa, può accadere tutto e il contrario di tutto. Anzi, potrebbe essere errato ritenere che questa situazione gelatinosa non possa influire sulle alleanze elettorali per la campagna elettorale amministrativa comunale: ad esempio, non si può escludere un’alleanza completamente centrista sulla candidatura di Nicola Camporeale con partiti che in questo momento siedono al tavolo del centrosinistra con una gamba sotto e l’altra fuori, pronti ad accorrere dal “munifico” senatore.
Il centrosinistra, invece, si attarda al balcone di Giulietta in attesa del suo Romeo, come in una tragedia shakespeariana.
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