La poesia invade la città, iniziativa del Liceo Classico
Anche se per una sola settimana, quella dal 15 al 21 marzo, la poesia ha fatto da padrona in città. Sessanta espositori con versi di sei differenti poeti - Marziale, Blok, Dickinson, Neruda, Aristofane, Sereni - sono stati messi in mostra nelle vetrine dei principali negozi di Corso Umberto; in venti appositi distributori cinquemila segnalibri, con altre quattordici liriche, sono stati messi a disposizione presso bar, farmacie, banche, fiorai e tabaccai. E' stata l'originale iniziativa presa dal Liceo Classico di Molfetta in occasione della “Giornata mondiale della poesia”, fissata dall'Unesco al 21 Marzo. Guidati dalle docenti Giancaspro e Salvemini, con la collaborazione di don Gino Samarelli nelle inusuali vesti di grafico, cinquanta alunni appassionati hanno deciso di liberare la poesia dai libri, così poco frequentati in Italia, e di portarla incontro alla gente. Ecco perché la scelta degli espositori nei negozi, dei segnalibri in esercizi molto frequentati ed il motivo per cui la manifestazione finale, un recital di poesie e musica, si è svolta sabato 20 marzo, all'aperto, nell'atrio antistante la scuola, fino a traboccare sullo stesso Corso Umberto.
A cittadini presi da tutt'altre faccende è capitato di vedere emergere fra le scarpe un espositore con stampati versi di Neruda, imporsi nello scaffale della gioielleria il consiglio di Marziale - “Non dice il savio esisterò domani/il domani è già sera/oggi è la vita” - od ancora vedersi rivolgere da Emily Dickinson, fra borse e cinture, l'invito a riconoscere la potenza generatrice del sogno. E, a cercar ristoro in un bar, assieme allo scontrino per il caffè, si son visti offrire un segnalibro con riportati altri versi.
Quanto mai adatto, quindi, il nome “Regaliamo poesia”, che il Liceo Classico ha dato al recital conclusivo del progetto. Con la regia di Francesco Tammacco e la direzione musicale di Federico Ancona, gli alunni si sono esibiti nello spazio antistante la scuola, vissuto per un giorno come un palcoscenico naturale. Quindici musicisti, una trentina di alunni a recitare versi scelti spaziando dall'iperclassico Leopardi all'inatteso Stefano Benni, mentre due alunne su un grande pannello dipingevano in accordo a quanto declamato.
La cultura non può essere solo di chi ha compiuto la scelta di studi classici, ma di tutti, anche di chi il sabato di solito lo riserva agli acquisti e a cui, il 20 marzo, sarà capitato di cogliere passando un verso di Montale o di Rilke. E se da scettico si sarà chiesto “a che scopo?” pronto gli ha risposto dalle vetrine Aristofane: “A che serve un poeta? Che domande! A salvare la Città, no?”.
Alessandra Palmiotto