La performance teatrale degli studenti del Classico all’Aneb “Cara Democrazia”, confronto fra generazioni sui temi politico-sociali
La performance teatrale degli studenti del Liceo Classico di Molfetta diventa occasione per un confronto generazionale all’ANEB di Molfetta La performance teatrale “Cara Democrazia” presentata dagli studenti del Liceo Classico “Leonardo da Vinci” di Molfetta, sotto l’abile regia dei docenti Emilia de Ceglia, Emmanuele Colonna, Damiano de Virgilio, Marianna Turtur, sabato 8 febbraio nell’Aula Magna del Seminario Vescovile di Molfetta e organizzata dall’Aneb (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti), presieduta dal prof. Michele Laudadio, si è rivelata una preziosa occasione per un confronto generazionale su alcuni temi di notevole interesse quali la giustizia, l’accoglienza degli stranieri, la meritocrazia, il ruolo delle donne nella “polis”, il conflitto di interessi tra pubblico e privato. Serata di alto pathos e partecipazione, quindi, in cui gli studenti del Liceo Classico hanno declamato l’elogio della democrazia di Atene, tessuto da Pericle nel celebre “Epitaffio per i caduti nel primo anno della guerra del Peloponneso” e trasmesso a noi dallo storico Tucidide, in cui sono stati messi a confronto le virtù e i vizi della democrazia ateniese da parte dei “popolani”, guidati da Pericle e degli “oligarchi” alternandosi nel rappresentare la parte migliore della propria categoria e mettendo in evidenza gli atteggiamenti prevaricatori degli avversari. Infatti, alla democrazia ateniese, pur considerata modello di perfetto liberalismo e di compiuta giustizia, furono mosse, tuttavia, già a quel tempo nell’Atene classica, critiche radicali, come quella gridata dalla fazione oligarchica e conservatrice, facente capo a Crizia il tiranno, che denunciava l’ignoranza dei governanti e la corruzione dei giudici. Si levarono, inoltre, anche le voci sofferte e inascoltate degli esclusi dalla democrazia: le donne e gli stranieri residenti in Atene. Voci che risuonarono in teatro e nei tribunali di Atene, grazie al tragediografo Euripide e all’oratore Lisia. Atene era una città aperta al mondo in cui gli stranieri erano accolti senza discriminazioni ma con delle limitazioni ai loro diritti di cittadini: come possedere beni immobili, essere esclusi dalla vita politica e avere l’obbligo di pagare le tasse annuali. Al termine dell’applauditissima esibizione, l’argomento trattato ha suscitato un interessante dibattito e una riflessione critica tra il numeroso pubblico presente in sala e i ragazzi e i docenti del Liceo sulla condizione dei cittadini e degli stranieri nella nostra Democrazia e ha introdotto una ventata di aria fresca nell’attuale stantio panorama politico e culturale. Dal confronto è emerso come i giovani non vogliono essere più cittadini passivi ma avvertono la necessità di approfondire le tematiche sociali e politiche del nostro Paese in modo da essere per il futuro essi stessi autori di quel cambiamento radicale che consente ai giovani di raggiungere i loro obbiettivi in base alla meritocrazia e non già tramite amicizie altolocate o interessi personali. In questo contesto è stato affermato il ruolo importante della scuola, che se sostenuta da appropriate risorse finanziarie, garantendo l’istruzione e la formazione culturale di tutti i cittadini di qualsiasi strato sociale, può contribuire ad abbattere le discriminazioni e le barriere che favoriscono i pochi ma non tutti. Dal confronto tra le generazioni diverse è emerso che, pur con un futuro incerto, la democrazia anche con i suoi limiti, resta la forma ideale di convivenza civile contro ogni populismo e autoritarismo.