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La memoria e la città. Mostra documentaria sulla Grande Guerra a Molfetta
Si inaugura oggi con un convegno di studi alle ore 17 la più completa mostra su Molfetta e la Prima Guerra Mondiale. Allestita presso la Biblioteca Comunale alla Fabbrica di San Domenico con documenti tratti dall'Archivio Storico, dall'Archivio di Stato, da collezioni private
04 novembre 2015
MOLFETTA
– Sarà inaugurata questa sera alle ore 18.30 la mostra documentaria sulla Grande Guerra: “La memoria e la città” che fino al 31 gennaio 2016 sarà allestita presso la Biblioteca Comunale alla Fabbrica di San Domenico. L’inaugurazione sarà preceduta alle ore 17 dal convegno di studi “Conoscere la Grande Guerra per ripudiare tutte le guerre” con cui l’amministrazione comunale intende ricordare l’evento attraverso una profonda riflessione storiografica ed etica, che possa offrire soprattutto alle giovani generazioni la conoscenza dei grandi quadri storici del passato, utili a capire il presente per interpretarlo criticamente e soprattutto a sviluppare la cultura della pace, con uno sguardo alla contemporaneità e ai massacri delle guerre di oggi.
Interverranno
Angelantonio Spagnoletti
dell’Università di Bari,
Beatrice Viganotti
dell’Archivio di Stato di Bari e lo storico dell’arte
Gaetano Mongelli
.
“Anniversari come quello importante che stiamo vivendo – spiega il sindaco
Paola Natalicchio
– il Centenario della Prima Guerra Mondiale, costituiscono una straordinaria occasione per aprire gli armadi degli archivi, per snodare i lacci dei preziosi faldoni e tirarne fuori pezzi di memoria collettiva, un po’ impolverati ma così attuali nelle cose che ci mandano a dire. Nei luoghi della memoria collettiva, gli archivi e le biblioteche in primis, si custodisce l’identità di un popolo, la sua storia, il suo patrimonio di conoscenze. Un patrimonio che non può e non deve essere gelosamente protetto ma deve essere interpretato come strumento utile alla costruzione del senso di cittadinanza e di nuovi percorsi di democrazia, di antifascismo, di Pace e di Accoglienza”.
L’assessore alla cultura
Betta Mongelli
aggiunge: “I documenti selezionati per questa mostra documentaria che apre le porte del nostro più importante contenitore culturale, la Fabbrica di San Domenico con la Biblioteca Comunale e l’Archivio Storico, ci raccontano che insieme agli uomini e ai giovanissimi mandati al fronte, ci sono le popolazioni civili che affrontano i pericoli e gli stenti derivanti dallo stato di guerra, ci raccontano di una città che resiste ma anche di una città addolorata ma resiliente, che trova le risorse per affrontare i fattori di rischio, che è capace
di rialzarsi dopo una crisi, più forte e più ingegnosa di prima. Il linguaggio dei manifesti, dei telegrammi, delle disposizioni delle autorità centrali svela le ideologie e la retorica della guerra; le cartoline dei soldati al fronte, le lettere, svelano la tenerezza per la casa, per le madri, per la famiglia ma svelano soprattutto il bisogno di pace.
Un progetto culturale che non avrebbe trovato realizzazione senza la pronta, competente e appassionata risposta dei responsabili e degli impiegati delle strutture culturali, dei docenti universitari che hanno generosamente ‘prestato’ i loro saperi alti alla città, dei soci dell’Archeoclub che hanno studiato i documenti dell’Archivio storico, dei collezionisti di documenti e ‘memorabilia’ che raccontano storie pubbliche e private, persone attive e consapevoli del fatto che il progresso di una città si misura attraverso la sua capacità di promuovere Cultura”.
SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE "QUINDICI" IN EDICOLA LA PROSSIMA SETTIMANA CONTINUANO GLI ARTICOLI SULLA GRANDE GUERRA E SUI MOLFETTESI CADUTI. QUESTA VOLTA LO STORICO MARCO IGNAZIO DE SANTIS SI SOFFERMA SULLA BATTAGLIA DI COLLE CAPPUCCIO. DA NON PERDERE
Orari mostra:
dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13
martedì e giovedì dalle 15 alle 18
sabato dalle 18 alle 20
Info: 080.3388067
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Studente della biblioteca
06 Novembre 2015 alle ore 08:44:00
Bellissima iniziativa, ma non si poteva scegliere un'altra location? Assurdo che la mostra sia stata realizzata all'interno della sala lettura della biblioteca togliendo la possibilità di studiare a tanti ragazzi che ogni giorno frequentano questo luogo. Di chi è stata questa brillante idea? Spero in un vostro articolo che segnali la cosa. Grazie
Rispondi
Sergio Ragno
05 Novembre 2015 alle ore 09:51:00
Un elogio particolare va ai docenti e a chi col lavoro di ricerca ha selezionato e catalogato migliaia di documenti a molti sconosciuti, rendendoli visibili a tutti. All'ultimo minuto ad illuminare tutto, come un faro puntato sulla Storia, la bandiera dei nostri soldati che li ha visti cadere e morire nelle trincee; sporca ancora del loro sangue. É stata la prima bandiera dell'Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra. Fu sepolta durante la seconda guerra mondiale per non farla vilipendere dallo straniero è tornata alla luce nell'anno 2002 grazie ai giovani dell'Ass. Eredi della Storia. Insieme ad un elmetto sporco di terra del Carso, all'elenco degli invalidi di guerra e dei decorati al Valor Militare, alle foto sui campi di battaglia, al monumento ai Caduti con le autorità e tutti gli invalidi di guerra, sono stati messi a disposizione dai musei dei Mutilati ed Invalidi di Guerra e dall'Ass. Eredi della Storia e dall'A.N.C.R. di Molfetta. Anche se feriti nell'animo, questo è il più grande dono che abbiamo fatto ai nostri Caduti, rendendo grande la loro storia con un gesto di pace.
Rispondi
Ignazio Pansini
04 Novembre 2015 alle ore 12:52:00
Io invece ricordo, fra tante altre, questa canzone che cantavamo nella caserma "Testafochi" ad Aosta, mentre pulivamo i muri del quarto Reggimento alpini: "Ti ricordi/ la sera dei baci/ che mi davi stringendomi al sen/ mi dicevi sei bello mi piaci/ questa sera sei fatto per me. Ragasete che fate all'amore/ non piangete non state a soffrir/ non c'è al mondo più grande dolore/ che vedere un alpino morir". A ciascuno i suoi canti.
Rispondi
pietro capurso
04 Novembre 2015 alle ore 07:56:00
Ricordate il canto degli alpini "Tapum, tapum" che riecheggiava lo sparo dei cecchini durante la prima guerra mondiale? Anche i soldati molfettesi avevano un canto simile, solo che il ritornello faceva:"Bom, bom, bom, 'ngule a ci passe mò"!
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