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La liberazione delle tartarughe a Molfetta raccontata ai lettori di "Quindici" da un giornalista in erba
22 giugno 2024

MOLFETTA - C’è chi sogna di diventare astronauta, chi di scoprire la formula magica per sconfiggere la fame nel mondo, chi di diventare un diplomatico in grado di far cessare tutte le guerre e le sofferenze.

E poi c’è chi sogna di diventare giornalista ed invia alla redazione di Quindici il proprio articolo.

E Quindici non poteva non accogliere la richiesta del più giovane redattore, “sceso in campo” domenica 16 giugno.

Ecco cosa ci scrive Emanuele Di Dedda, nove anni e tanti sogni.

«Grande successo per La Giornata Mondiale Delle Tartarughe, edizione 2024.

In occasione della Giornata Mondiale Delle Tartarughe, le associazioni Poseidon e WWF hanno organizzato la liberazione di tre esemplari di tartarughe Carretta Carretta, due femmine e un maschio. L’evento si è svolto in località Prima Cala di Molfetta, domenica 16 giugno 2024.

Prima della liberazione delle tre tartarughe, alla presenza di genitori, nonni e bambini, ci sono state delle simulazioni di salvataggio con i cani della scuola di salvataggio di Bitritto e operatori del servizio del volontariato dei soccorritori che, nel frattempo, hanno preparato le tartarughe per la loro liberazione; infatti, sul loro carapace, hanno posizionato, con una colla bollente, un apparecchio simile ad un GPS per seguire il loro percorso e controllare che non ci fossero problemi.

Nel nostro immaginario le tartarughe sono esseri lenti, impacciati a causa della mole e del carapace, ma non è esattamente così.                   

Infatti, come riferito dagli organizzatori dell’evento, uno degli ultimi esemplari, muniti di GPS, liberato dalla sezione del WWF di Molfetta, in soli quindici giorni, ha raggiunto la Sicilia!

E ad un certo punto, il momento più atteso: la liberazione delle tre tartarughe, accompagnate nell’acqua grazie all’aiuto di due persone perché ogni esemplare pesa circa 60-70 kg.

Nell’acqua le erano attese da altri volontari anche su gommoni, per indicare loro la strada e per accertarsi che non tornassero indietro impaurite.

È stato un evento indimenticabile e non credo che lo dimenticherei così facilmente ed anche i miei compagni si sono emozionati.

Questa esperienza insegna ad avere sempre amore e cura per gli animali, come hanno fatto i pescatori che hanno trovato questi esemplari tra le loro reti ed invece di restituirli al mare, lasciandoli al loro destino, hanno avvisato il Centro WWF di Molfetta perché fossero curati.

Gli animali insegnano la libertà ed il rispetto. Nessun animale farebbe del male volontariamente, al contrario dell’uomo».

Emanuele Di Dedda

E’ il caso di dire “buona la prima” e che sia il primo di tanti articoli per Emanuele e per tanti giornalisti in erba.

E come si suol dire: “chi ben inizia…”

E’ ammirevole questo ragazzo che sembra differenziarsi da tanti giovani che oggi non solo non vogliono fare i giornalisti, ma che non hanno qualità e che rifiutano l’impegno civile, privilegiando l’inerzia e l’indolenza: e non sono pochi.

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