Recupero Password
La Jolly Amaranto è affondata, salvo l'equipaggio con i due molfettesi La portacontainer trainata verso il porto egiziano di Alessandria d'Egitto nella notte è colata a picco all'ingresso del porto: tutti salvi i 21 marinai, 16 dei quali italiani
14 dicembre 2010

MOLFETTA -E' affondata la Jolly Amaranto nella notte. Il cargo, della Compagnia genovese “Ignazio Messina” di Genova, è colato a picco all'ingresso del porto di Alessandria d'Egitto. Tutti salvi i 21 marinai, 16 dei quali italiani, che erano a bordo della nave, tra cui i molfettesi Angelantonio Allegretta e Domenico Montebello.
Ieri mattina fra le 8 e le 9.30 un rimorchiatore, partito dall'isola di Creta, ha condotto fino alle coste africane la portacontainer rimasta in balia delle onde per tre giorni al largo di Alessandria d'Egitto a causa di un'avaria al motore.
La nave però una volta arrivata all'imbocco del porto di Alessandria d'Egitto, era circa mezzanotte e trainata dai due rimorchiatori che l'avevano trinata ieri a una trentina di miglia dalla costa, nel corso delle manovre per entrare in porto avrebbe sbattuto contro la banchina. Manovre difficili poiché il porto era ancora chiuso a causa del continuo maltempo e riaperto solo per far entrare la nave italiana. Sullo scafo quindi si è aperta una falla e il mercantile, dopo essersi inclinato, ha iniziato ad imbarcare acqua ma non è affondato del tutto poiché il fondale del porto non è molto alto. Finito il dramma di tutto l'equipaggio che ha già abbandonato la nave.
Le voci
«Due colpi secchi e poi la Jolly Amaranto ha cominciato ad inclinarsi ed a imbarcare acqua – è quanto ricostruisce Andrea Gais, amministratore delegato della compagnia. L'equipaggio è stato sbarcato alle 3. Alle 5:25 anche il comandante ed il primo ufficiale di coperta hanno abbandonato la nave, inclinata su un fianco di 15 gradi».
Secondo la ricostruzione dell'armatore Andrea Gais la nave è stata avviata verso il terminal vero e proprio, passando attraverso un canale di accesso. Durante questa fase, alle 1.10, il comandante della Jolly Amaranto Federico Gatto ha sentito due colpi sotto lo scafo e subito dopo – sempre secondo il racconto dell'armatore - il rimorchiatore di prua é entrato in avaria.
La nave quindi si è arenata sul fondo sabbioso ed ha cominciato ad imbarcare acqua nelle stive.
Per questo motivo si suppone si sia aperta una falla facendo inclinare la nave, sbandando di 10 gradi su un fianco.
«E' una vicenda paradossale –spiega Gais - è come se un uomo si fosse salvato dopo essere caduto dal tetto di un grattacielo e poi fosse morto salendo sull' autobus».
Infatti quando tutto sembrava essersi risolto c'è stato un disallineamento, complice la risacca provocata dal mare grosso,e poi l’urto contro qualcosa.
La mascotte della Jolly, il cane Athos, è morto nella notte mentre veniva allontanato dalla sua nave a bordo del rimorchiatore col resto dell'equipaggio dopo che la nave si era arenata. Iil cane, si è lanciato in acqua dal rimorchiatore per tornare a bordo, alla sua cuccia in sala macchine, ma l'alta onda creata dalle eliche dell'imbarcazione lo ha fatto affogare. Un marinaio si è tuffato per cercare di salvarlo, ma è stato a sua volta soccorso.

Autore: Q
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2023
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet