Recupero Password
La foto del progetto della rotatoria fra via Terlizzi e via Berlinguer a Molfetta Il Comune rifiuta di concedere le immagini delle opere pubbliche ai giornali, perché vuole sostituirsi ad essi anche nell'informazione ai cittadini e oggi diffonde le foto prima negate ai giornali. Quindici non ci sta e denuncia questa mancanza di rispetto dell'informazione e dei cittadini. Il Minculpop di memoria fascista è vicino
19 luglio 2009

MOLFETTA -Il Comune di Molfetta ha la vocazione mal nascosta di voler fare tutto, anche i giornali: è il vizio del padrone Berlusconi che viene mutuato dai vassalli locali. Le notizie devono essere date solo dall'amministrazione comunale, una sorta di Minculpop molfettese di memoria fascista. E' questo il significato del Popolo della Libertà per sé, ma non per gli altri. I giornali non possono decidere autonomamente di parlare (anche favorevolmente) di un progetto comunale, non possono presentare in anteprima un'opera pubblica. No, il patron locale tiene tutto sotto controllo e gli assessori (per loro stessa ammissione) non contano nulla, perfino sull'estate molfettese, come ci conferma un consigliere di opposizione presente nella relativa commissione. E' questo il concetto di democrazia e di libertà di chi, solo a parole, si dichiara liberale, ma è figlio dell'autoritarismo. Quindici aveva chiesto di pubblicare il progetto del nuovo Corso Umberto agli assessori Pietro Uva e Giacomo Spadavecchia, ma prima le foto ci sono state promesse, poi negate (perché è mancata l'autorizzazione a un assessore che credeva di avere autonomia), perché l'informazione, secondo il sindaco, la deve fare solo il Comune, non i giornali (i particolari su questo brutto episodio li trovate nel servizio sul nuovo numero di Quindici di luglio, da ieri in edicola). Stesso discorso del rondò, una notizia che Quindici aveva anticipato già due numeri fa e soprattutto un'opera che avevamo suggerito e sollecitato da tempo per risolvere il problema dei rallentamenti del traffico su via Terlizzi. Anche qui avevamo chiesto di poter pubblicare il progetto, ma ci è stato negato. Ora arriva la comunicazione ufficiale del Comune: «ecco il progetto esecutivo per la realizzazione di una rotatoria stradale – recita la velina del Comune - in corrispondenza dell'incrocio tra via Terlizzi, via Salvucci, via Cormio e via Berlinguer. Il rondò sostituirà, quindi, l'attuale impianto semaforico migliorando così la circolazione veicolare in uno degli snodi stradali più importanti di Molfetta, interessato ogni giorno dall'attraversamento di numerose autovetture. L'importanza di questo incrocio, inoltre, è data anche dalla sua immediata vicinanza rispetto ai nuovi insediamenti abitativi realizzati nei comparti di espansione. La realizzazione del rondò punta a migliorare la vivibilità dei residenti della zona di Mezzogiorno che sono costretti a spostarsi quotidianamente verso il centro città e viceversa: secondo alcune stime, infatti, in particolari fasce orarie, i tempi di percorrenza per raggiungere il centro della città raggiungono i 30 minuti. Il progetto di costruzione del nuovo rondò, del valore complessivo di 600mila euro, interamente finanziati dal Comune di Molfetta, si pone quindi come obiettivo «la riduzione sensibile del tempo di attraversamento dell'incrocio in condizioni di sicurezza ottimali – spiega il sindaco Antonio Azzollini in conclusione del comunicato – consentendo quindi un significativo abbattimento dell'inquinamento ambientale e acustico». Questo il comunicato del Comune che abbiamo riportato testualmente, ma non passivamente, aggiungendo il nostro commento critico, come dovrebbe fare ogni giornale libero, fino a quando il signore di Arcore ci lascerà la libertà di farlo, per denunciare questo assurdo comportamento di un'amministrazione comunale che non vuole governare a nome di tutti, ma solo della propria parte politica, con grande disprezzo proprio di quella libertà della quale senza ragione si appropria, decidendo a chi concederla e a chi no. Noi, anche a costo di essere gli unici, non ci stiamo.
Autore:
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""





Le democrazie vivono sul rapporto di fiducia che si instaura tra il popolo e le istituzioni. Ma poiché le istituzioni sono rappresentate da persone, quella fiducia si instaura tra il popolo e le persone istituzionali. Il rapporto fiduciario a sua volta si qualifica con due diverse modalità: la fiducia con partecipazione e quella con delega in bianco. Quest'ultima può essere revocata ma se dura troppo a lungo la revoca diventa difficile e sempre meno probabile anche perché l'area dalla partecipazione tende a restringersi mentre le istituzioni tendono ad assumere connotati sempre più autoritari. Noi stiamo vivendo questa fase con un'intensità che non è mai stata così accentuata in tutti i settant'anni di storia repubblicana. Le democrazie autoritarie derivano dunque da una torsione della democrazia partecipata verso una democrazia autoritaria con tratti di regime stabile e sempre più difficilmente revocabile. Il modello di democrazia autoritaria tende a raccontarsi in modo dissimile dal vero ed è a questo punto che la menzogna istituzionale diventa strumento primario di potere, deforma la realtà, indebolisce i poteri di garanzia, esercita la sua crescente influenza sui mezzi di informazione, dispensa favori e privilegi, viola diritti, narcotizza la pubblica opinione. La morale viene messa in soffitta, il teatro-spettacolo sostituisce la politica. Noi stiamo vivendo questa fase. Ad una tale deriva occorre resistere cercando di costruire il futuro. Eugenio Scalfari – la Reoubblica 19.7.2009

Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet