La Forza della Puglia (Felice Spaccavento): “Bufera giudiziaria a Molfetta, turbamento e indignazione per quanto sta emergendo. Imbarazzante silenzio del consigliere regionale Tammacco”
“Necessario uno scatto di orgoglio della città per costruire l’alternativa a questo modo di intendere la gestione della cosa pubblica”
MOLFETTA – Anche la “La Forza della Puglia”, movimento che si è presentato alle scorse elezioni regionali all’interno della lista “Puglia Solidale e Verde”, esprimendo la candidatura di Felice Spaccavento, ha diffuso un comunicato stampa interviene sulla vicenda giudiziaria con 23 persone indagate e che vede coinvolte, fra queste, anche figure istituzionali quali il sindaco Tommaso Minervini, l’assessore ai lavori Pubblici Mariano Caputo e il consigliere di opposizione di Forza Italia Sara Castriotta per presunti reati a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, di corruzione, abuso d'ufficio, peculato, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, violazione delle norme sugli appalti, da parte di dirigenti comunali, funzionari, professionisti, ingegneri, imprenditori e un militare.
Gli oggetti dell’indagine riguarderebbero principalmente i lavori di piazza Moro e il monitoraggio delle acque del nuovo porto commerciale e nella sede dell'ex cementeria De Gennaro, ma si estenderebbe anche ad altri appalti.
«Destano profondo turbamento le notizie diffuse in queste ore, a Molfetta, relative all’inchiesta della Procura della Repubblica di Trani che coinvolge il sindaco della città, Tommaso Minervini, e l’assessore ai lavori pubblici, Mariano Caputo, oltre a funzionari pubblici, tecnici e imprenditori. Si tratta di ipotesi di reato gravissime che, se confermate in sede giudiziaria, lancerebbero un’ombra davvero sinistra sul Palazzo di Città e sull’attività amministrativa di questi anni, caratterizzata da numerosissimi affidamenti diretti, oltre che da un utilizzo disinvolto dei soldi dei cittadini e da un’incontrollata cementificazione.
Ovviamente, nel pieno rispetto del principio costituzionale di non colpevolezza degli indagati sino all’accertamento pieno di eventuali responsabilità, non ci interessano i risvolti penali della vicenda, di competenza della magistratura, ma sotto il profilo politico non possiamo che rilevare come questo vero e proprio scandalo giudiziario stia disvelando la reale natura di questa amministrazione comunale e cioè quella di un’accozzaglia multiforme priva di qualunque visione politica e strategica nell’interesse della collettività, tenuta insieme solo dalla brama di coltivare interessi molto specifici e particolari, come dimostrerebbero i molteplici opachi affidamenti senza gara, oggi al vaglio degli inquirenti, per incarichi di progettazione e per la realizzazione di opere pubbliche.
Dinnanzi a questo scenario, inoltre, risultano davvero assordanti gli imbarazzati silenzi del consigliere regionale molfettese, recentemente eletto nella coalizione di centrodestra anche grazie al convinto supporto del sindaco Minervini e dell’assessore Caputo, oltre che del Partito Democratico che continua a sostenere, senza più alcun pudore, questa amministrazione.
Auspichiamo, ora, un gesto di dignità politica almeno da parte dell’assessore coinvolto, che avrebbe già dovuto presentare le sue immediate dimissioni, mentre prendiamo atto con amarezza delle dichiarazioni del primo cittadino che ha già chiarito di non avere nessuna intenzione di lasciare il suo incarico nonostante questo scandalo giudiziario coinvolga direttamente la sua amministrazione oltre che la sua stessa persona.
Sotto altro profilo confidiamo in uno scatto di orgoglio della parte sana della città che siamo certi saprà dimostrare tutta la sua indignazione per quanto sta emergendo, prendendo con forza le distanze da un certo modo opaco di intendere la gestione della cosa pubblica a Molfetta.
È necessario e quanto mai urgente sradicare la pianta della mala politica in città per cominciare a costruire un’alternativa in grado di assicurare un futuro migliore per la nostra comunità, partendo dai valori irrinunciabili di legalità, trasparenza e partecipazione».