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La filosofia del silenzio alle elementari Battisti
15 febbraio 2014

In una classe normale di solito l’alunno impara qualcosa, poi la campanella suona ed esce, dimenticando ciò che ha appreso. È quanto detto da Keith Topping, docente dell’Università di Dundee. «Invece la filosofia incoraggia ad assumere un ruolo attivo nell’apprendimento, aiutando a vedere connessioni tra le cose anche al di fuori della scuola». Con questo obiettivo la maestra Marisa Valente è stata promotrice dallo scorso anno dell’ingresso della filosofia nelle classi prime dell’Istituto Comprensivo Battisti- Pascoli, sfatando l’idea che si potesse “filosofare” anche con bambini più piccoli. La novità rispetto alle precedenti esperienze è stata nell’aver fatto entrare la grande e antica arte del pensiero in casa, coinvolgendo intere famiglie. Si tratta di assumere la filosofia non in una logica di mera aggiunzione di “materie”, bensì come metodo per più alti sguardi conoscitivi e nuove interazioni. È un modo per tramutare il dialogo in spazio aperto in cui si confrontano e si negoziano le diverse prospettive interpretative della realtà, in cui si co-costruisce conoscenza e l’apprendimento non è quantificabile in interrogazioni e prove di verifica ma diventa piuttosto un gioco che l’insegnante instaura con i propri allievi. Ne sono testimonianza i numerosi dialoghi tenutisi nel “giardino delle idee” e raccolti nel libro “Il pensiero prende forma tra parole, ascolti, silenzi”. Si tratta di un compendio che tira le somme sul progetto educativo avente come tema principale la costruzione del pensiero che, attraverso il ragionare insieme, si fa capacità di scegliere, di esporsi, di sostenere le proprie ragioni rispetto a quelle degli altri. Qualcosa di più di un semplice modo di pensare. Bensì una maniera di essere all’altezza delle sfide che porta con sé lo stare insieme. Protagonista del libro è stato il silenzio, oggetto di riflessione per sviluppare l’abitudine all’ascolto in un tempo in cui i momenti di meditazione si sono fatti sempre più esigui. «Il silenzio può essere un gioco. E come sanno i bambini, giocando si impara a vivere, a stare insieme ». Per gli alunni è bastato averlo tra le mani per provare una grande gioia e ritrovarsi protagonisti attivi di esperienze vissute. Tale progetto ha destato anche l’interesse del semestrale di letteratura sociale, “Nuova rivista Letteraria”. Di fatti è stata pubblicata l’intervista di Girolamo De Michele fatta alla maestra Valente circa l’insegnamento della «filosofia come prassi educativa legata al pensare ancor più che al sapere ». L’educazione comincia dalla consapevolezza che cambiare è difficile, ma è possibile. Soltanto attraverso l’impegno di formare ogni essere umano alla coscienza critica si potrà determinare un reale cambiamento. Quando l’educazione si fa problematizzante offre una nuova prospettiva sia nelle relazioni interpersonali e sociali che nella valutazione del mondo e dei suoi contenuti. E come diceva Antonio Gramsci «ai giovani consigliamo la meditazione. Ogni domanda può avere la sua risposta. Basta riflettere».

Autore: Angelica Vecchio
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