Verso le ore 7.30 arrivando al mercato “minuto pesce”, per acquistare la dose quotidiana di ottimo pesce freschissimo, di cui sono ghiotto (mi scuso per la notizia non proprio interessante, ma necessaria a “giustificare” la mia assidua, giornaliera frequentazione della zona del porto), notavo che aveva attraccato un'altra nave che doveva scaricare merce. Notavo anche una cosa che, certamente si è verificata altre volte ma che forse non aveva attirato la mia attenzione come questa volta. In attesa di poter arrivare sotto bordo alla nave appena arrivata, vi era una fila (in verità la fila era anche doppia e in alcuni casi, anche tripla) di autocarri con rimorchio e autoarticolati: ad occhio e croce ne ho contati non meno di cinquanta che occupavano entrambi i lati della banchina S. Domenico (dalla famigerata Foresteria, fino allo sbarramento sul molo, oltre il Faro). Quell'enorme numero di mezzi pesantissimi mi ha dato uno spunto di riflessione che tenterò di sintetizzare. Dopo un po' di tempo di languore, il traffico mercantile dell'attuale Porto è nettamente aumentato, passando dalle circa 3 - 4 presenze medie al mese del 2008, agli attuali 8 attracchi al mese di gennaio e febbraio. Nel porto, quello attuale, cresce l'attività mercantile forse come atto propedeutico a quanto ci si aspetta dalla nuova, grandiosa struttura in via di realizzazione; questo impone delle riflessioni atte a definire un… bilancio fra i costi ed i benefici derivanti dall'aumentata attività dell'attuale struttura e dal conseguente impatto sulla Città e sui Cittadini. Altro discorso si potrà fare quando ci sarà il nuovo Porto. Sappiamo tutti che la viabilità da e per l'attuale Porto è, per usare un eufemismo, inadeguata: per raggiungere le banchine, i veicoli ingombrantissimi, pesantissimi ed inquinantissimi devono, venendo dalla S.S.16bis uscendo alla Zona Industriale, oppure dalla via Caduti sul Lavoro, attraversare la zona Madonna dei Martiri, attraversare totalmente via M. dei Martiri dal semaforo di via Caduti sul Lavoro (secondo me, già insufficiente, anche a causa delle auto parcheggiate in modo caotico e… fuori legge, specie davanti all'ex mattatoio) alla curva a gomito di via di via S. Rocco, fare un pezzetto – critico – di via S. Carlo, fare il tratto di vico S. Carlo (attualmente molto congestionato sia a causa dei lavori alla Foresteria, ma soprattutto per la presenza del bar all'angolo con Banchina S. Domenico, dove gli avventori lasciano la vettura dove possono, infischiandosene del fatto che restringono ancora di più la già insufficiente carreggiata!). Poi si fanno tutta Banchina S. Domenico, Banchina Seminario, per arrivare, finalmente al varco della Guardia costiera. Bella gimkana che certamente non deve essere gradita dagli Autisti, tanto è vero che in alcuni casi di… precedenza, fanno valere la “stazza”, con qualche oggettivo pericolo di collisioni con altre auto. A proposito di alcune delle strettoie e tortuosità indicate (via S. Rocco; via e vico S. Carlo e zona Foresteria), l'anno scorso, in un impeto di insospettabile, ammirevole e tempestiva premonizione di possibili difficoltà, l'amministrazione comunale aveva installato degli impianti semaforici per “regolamentare” il traffico sostenutissimo in queste zone: buco nell'acqua, i semafori, come fanno a turno, quasi tutti gli impianti di Molfetta, non funzionano mai! (nel senso che sono o completamente spenti o lampeggiano, il che, agli effetti pratici è la stessa cosa). Allora, veniamo alle considerazioni: Il Porto (attuale) che lavora a regime sostenuto porta occupazione e ricchezza. Dà lavoro praticamente continuativo agli Addetti alla discarica delle navi (la Compagnia portuale), il che è un bene. L'attività implica che i Padroncini dei veicoli “chiamati” al trasporto delle merci, abbiano una certa continuità di lavoro, il che è un bene. Forse gli Equipaggi delle navi “spendono” in beni e servizi in Città e nei Centri commerciali, il che è un bene. Si fornisce materia prima per le fabbriche che usano i prodotti arrivati dal mare, nel contempo si ha una via di spedizione per i manufatti che vengono esportati (tra parentesi, salvo errore da parte mia, non mi sembra che alcuna Impresa del Territorio molfettese, tranne IMOLALEGNO, importi o esporti alcunché), il che può essere un bene. Certamente vi sono degli altri aspetti positivi che io non colgo. Il contraltare a tante positività è determinato da: Inquinamento ambientale: i famosi quaranta o cinquanta veicoli, quante volte nell'arco della giornata fanno avanti e indietro dal Porto ai siti di scarico e viceversa? Secondo me non meno di due tre volte (è noto a tutti che il Padroncino che ha effettuato un onerosissimo investimento per acquistare il veicolo, più lavora e più ha la possibilità di far fronte all'impegno finanziario; pertanto più “viaggi” fa, più incassa). In questo modo quanta CO2 in più e quante “polveri sottili” in più sono scaricati nell'atmosfera già non molto salubre della nostra Città? Strade: sappiamo e constatiamo tutti, sulla “pelle” delle nostre auto ed a volte delle nostre gambe, lo stato delle vie cittadine. Non si può oggettivamente sostenere che questo “supplemento” di traffico, e che traffico, sia di beneficio per lo stato del fondo stradale. Non meno importante: la mobilità cittadina. L'intralcio generato dal traffico pesante, nelle nostra vie, unito alla già caotica situazione, è esperienza di tutti. Ultimo e credo non meno importante, la vetustà di alcuni bastimenti che attraccano (alcuni credo abbiano più di venti anni). Secondo me sono delle autentiche “bombe ecologiche”, privi di gran parte degli accorgimenti tecnologici e di sicurezza che le normative internazionali impongono alle nuove costruzioni Che cosa fare? “Chiudere” il Porto, non mi pare una soluzione praticabile, anche perché, forse risolveremmo parzialmente alcuni problemi ma ne creeremmo un'altra grande quantità. Quello che si potrebbe senz'altro fare sarebbe “limitare” i danni e/o i disagi. Come? Come primo, più facile intervento, snellire il traffico nelle zone critiche (via M. dei Martiri, via S. Rocco, via/vico S. Carlo). Non dovrebbe essere particolarmente difficile o oneroso, anzi. Come realizzarlo? Facendo rispettare RIGOROSAMENTE il DIVIETO DI SOSTA E FERMATA esistente su quasi tutte le strade critiche; si eviterebbe così il caos della circolazione quando transitano i mezzi pesanti, i quali, con strada “libera”, impiegherebbero meno tempo nel districarsi e, di conseguenza “emetterebbero” meno. Riattivare il funzionamento dei semafori installati – secondo l'annuncio della medesima amministrazione comunale – a regolamentare il flusso del traffico da e per il Porto: meno “jungla”… sull'asfalto e quindi traffico più spedito. Fare radicali interventi di risanamento delle strade battute dai mezzi pesanti, in maniera tale che, le abbondanti buche già presenti (un po' in tutte le strade, con situazioni, a volte al limite dell'imbarazzante) non vengano, diciamo così, esasperate. Questo sarebbe la richiesta minima, visto e considerato che, malgrado le denunce quasi continue l'Amministrazione, dall'orecchio di riportare le strade cittadine (tutte) ad un livello di decenza, sembra non sentirci – la cosa strabiliante è che sembra non parlarci neppure! Sembrerebbe utopico, ma invitare i Noleggiatori ad utilizzare navi di costruzione più recente, magari sacrificando un po' di guadagno. E' una chimera? Con questi semplici e non trascendentali interventi si potrebbe “tamponare” una gran parte degli inconvenienti citati. Per il “supplemento” di inquinamento che, data la situazione, siamo obbligati a sorbirci – nel vero senso del termine – non vedo soluzioni praticabili, ma sono convinto che, con un po' di buona volontà, i Tecnici saprebbero farci qualcosa.