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La Caritas Diocesana presenta il Dossier sulla Povertà
20 febbraio 2009

MOLFETTA - La Caritas diocesana presenta la settimana prossima il Dossier sulle povertà: nel corso di una conferenza sul tema “La Persona cuore della pastorale” verranno comunicati i dati del 2° Rapporto sulle povertà raccolti dalla Caritas della diocesi Molfetta-Ruvo-Giovinazzo e Terlizzi, il 26 Febbraio nell' Auditorium Regina Pacia, presso la Parrocchia Madonna della Pace Molfetta, alle ore 19,30. Nel corso della serata interverranno: Sac. Giuseppe Pischetti, Direttore Caritas, Prof. Mimmo Pisani, Vice Direttore Caritas, Dott.ssa Rosamaria Catalano, Psicologa Presenzierà il vescovo, Mons. Luigi MARTELLA
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Condensando un rapporto del 2006 e considerando il peggioramento avvenuto in questi ultimi anni, causa la crisi in atto. Maggio 2006 - Ai giovani si chiede di essere creativi, ma la creatività senza politiche di sostegno non basta a generare ricchezze. Si parte dai dati ufficiali: in Italia sono circa 600 mila i giovani tra i 18 e i 24 che vivono in condizioni di povertà mentre gli under 18 poveri sono un milione e mezzo. Cifre ricavabili dal Rapporto sulle politiche contro la povertà e l'esclusione sociale 2004 del governo e che si riferiscono all'ultimo anno disponibile (2003). In generale si stanno rivelando situazioni di estrema precarietà, persone apparentemente normali, ragazzi di 18, 20 o 25 anni che vivono però storie di povertà materiale e relazionale. Così vediamo sempre più gente senza lavoro, a volte anche senza casa e con tanta solitudine. Eppure ci sono forti paradossi che rischiano di confondere. Si nota che molti ragazzi possiedono due cellulari, evidenziando come nei giovani sia cambiata la propensione alla spesa. Ma all'origine non c'è una situazione di reale benessere, quanto piuttosto un'incapacità di gestione del denaro, probabilmente frutto di una cultura distorta. Consumi sbagliati, dunque: eccesso di superfluo, dai telefonini all'abbigliamento trendy, che porta le famiglie e indebitarsi; effetti della fragilità psicologica con cui guardano al futuro. Va bene preoccuparsi dei pensionati, perchè votano anche loro, ma il futuro è dei giovani ed è una sfida fondamentale quella di garantire loro un benessere. La domanda, però, è: in che modo? La gente non riesce più a migliorare la propria posizione come un tempo, quando c'erano i contadini che diventavano industriali e operai che diventavano ingegneri. All'ipotesi di allargare il Reddito minimo di inserimento: "Questa forma di lotta alla povertà dovrebbe essere nazionale, non affidata alla sensibilità e alle risorse disuguali dei Comuni, e universalistica. E' stata sperimentata attorno al 2000 sotto il nome di Reddito minimo di inserimento ( Rmi ), ma la sperimentazione è stata interrotta. La legge Finanziaria 2004 prevedeva di sostituire il Rmi con il Reddito di ultima istanza ( Rui ), ma l'applicazione è rimasta sulla carta. Ed è proprio la mancanza di certe risposte che non permettono la soluzione di questi gravissimi problemi. A cominciare da quella della Riforma della scuola: "E' una risposta sbagliata a un bisogno reale ma nella situazione di crisi in cui si trovano i giovani non servono barricate ideologiche, bisogna davvero lavorare nell'interesse di una generazione che è il futuro del paese. Altrimenti perderemo tutti.
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