L'indifferenza e la paura
Il boato e la morte non hanno rotto la paura degli abitanti della contrada «Piscina di Sonz». Sul far del giorno i proprietari di una mega villa bianca sono in casa. Intuiscono che deve essere accaduto un incidente. Proprio davanti al loro cancello ha fermato la corsa il furgone «Iveco». Ma fanno spallucce. Qualunque tragedia sia appena fuori l’uscio di casa, non li riguarda. Preferiscono non mettere il naso fuori. Ma poi perdono mezza mattinata a guardare le operazioni della Polizia stradale. Una donna di mezz’età, capelli corti bianco-grigi, sta impietrita in ciabatte sull’uscio. Racconta: «Stamattina ho sentito l’urto, ma non mi sono nemmeno affacciata». Quasi a giustifi carsi, aggiunge: «Ad aprire così presto il cancello, si rischia di subire furti. Qui siamo terrorizzati». Non è la sola a non aver sentito il dovere di prestare soccorso. Un quarantenne abita a pochi passi dal luogo dell’incidente. Intorno alle 11 è infastidito dal protrarsi delle verifi - che della Polstrada. Gli è suonato l’allarme e vorrebbe passare per accertarsi che in casa non ci sono ladri. Dice: «Lo schianto l’ho sentito. E’ stato fortissimo. Ma non sono uscito per paura di essere ‘ripulito’». Sigaro in bocca, l’uomo ricorda: «L’altro giorno mia moglie si stava immettendo sulla strada, quando un automobilista le ha fatto un gestaccio. L’ho inseguito fi no a Terlizzi, ma senza successo». Accappona la pelle il suo racconto. Per vendicare l’onta dell’offesa ha scelto di fare in velocità tre chilometri di strada. Per tentare di salvare una vita, nemmeno tre passi.