L’incubo di nuovi razzismi
Cosa sono queste chiazze che incominciano a tempestare la mappa di questa nostra bella Italia?”. Eh Tonino, ieri la cronaca di questa nostra Italia ha registrato un avvenimento un po’ anomalo: il referendum per la nascita della Padania. Hanno preso parte a questa messa in scena circa cinque milioni di italiani del Nord: non è più quindi, secondo me, una messa in scena; e la cosa che più dà da pensare è che tutto è avvenuto fra l’indifferenza e, bisogna pur dirlo, il permissivismo delle autorità costituite. Se continua di questo passo, penso che, oltre al Campanile di San Marco in Venezia, molto presto vedremo dare l’assalto alla Scala di Milano, alla Torre pendente di Pisa, alla Piazza Grande di Bologna. Cinque milioni di italiani (le stime bossiane sono comunque più alte) che ignorano il discorso della solidarietà, della condivisione, della convivialità delle differenze! Sì, è vero, la classe politica cerca di edulcorare la pillola spingendosi verso una forma di federalismo solidale; ma il vero motivo è che, a tutti i livelli, c’è un certo senso di appiattimento culturale, politico e religioso. Penso che, ancora di più oggi, i tuoi confratelli delle diocesi del Nord ti deriderebbero se andassi a parlar loro dei problemi dei Sud della terra. Eh, caro ministro Berlinguer, proprio non capisco come mai ti è venuto in mente di emanare quella circolare in cui si dice che, in fondo, i don Ciotti e Rita Borsellino fanno male a parlare apertamente ai giovani dei problemi che attanagliano l’umanità. L’appiattimento culturale e morale e umanitario porta inevitabilmente allo sviluppo di popoli chiusi nel loro orizzonte locale, pronti ad interpretare ogni disfunzione o disagio come un’ingiustizia personale. Mi consola un fatto, Tonino, in tutta questa visione un po’ pessimistica che si profila all’orizzonte: tanti giovani di quelle popolazioni del Nord che hanno avuto occasione di conoscerti personalmente o attraverso i tuoi scritti vengono sempre più numerosi a cercarti qui, nella tua terra, per farsi ripetere da te che la solidarietà non è solo spartire il pane in parti uguali, ma è anche sedersi alla stessa mensa per consumarlo. E solo in questo modo non si perpetueranno più ingiustizie sociali e la pace sarà una costante poco variabile nella nostra vita. Intercedi, Tonino, questa sera, presso la nostra amabilissima Madre Celeste, perché si allontani dal nostro Paese l’incubo di nuovi razzismi e la tentazione che è in ognuno di noi di arrampicarci gli uni sulle spalle degli altri per emergere.
Marcello Bello