L'impegno verso i minori con disturbi di tipo psichiatrico nuova sfida del Consorzio Metropolis e dei volontari Aiccos
Garantire lo sviluppo armonico di ogni bambino, nel rispetto della sua dignità e dei suoi diritti, è una delle priorità di ogni civiltà evoluta. Era il 20 novembre 1989 quando, con l’adozione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nasceva ufficialmente la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, di cui si è celebrato, pochi giorni fa, il 25° anniversario. Una convenzione che oggi è stata assunta da 193 Paesi che si sono impegnati, solennemente, nei confronti dei bambini a fare fatto tutto ciò che è in loro potere per farli vivere e crescere, per garantire loro l’istruzione e le cure mediche, per dar loro la possibilità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità ed esprimere liberamente la propria personalità. Questo anniversario permette di rallegrarsi per i grandi passi fatti in avanti, come sul fronte della mortalità infantile e sull’accesso all’istruzione, ma al contempo è anche un monito a guardare quanto ancora c’è da fare. L’impegno nei confronti dei minori è, da molti anni, tra le priorità del Consorzio Metropolis che, in sinergia con i volontari AICCOS, è costantemente impegnata nell’osservazione e nel monitoraggio delle problematiche della sfera evolutiva, con il fine di rispondere adeguatamente e tempestivamente alle necessità emergenti. Prova ne sono le diverse comunità educative presenti sul territorio molfettese che accolgono minori con difficoltà familiari, vittime di trascuratezza o di violenza, in stato di abbandono, con percorsi di devianza. Accogliere significa ascoltare, accettare, osservare, comprendere, senza aprioristici giudizi di valore, la persona e le sue esperienze di vita nella loro globalità. L’accoglienza consiste anche nel fornire ai ragazzi ospitati un ambiente che offra loro opportunità adeguate per esprimere non solo i bisogni, le storie e le difficoltà che li hanno portati su percorsi problematici o devianti, ma anche quel repertorio di abilità, competenze e risorse in riferimento alle quali pensare e costruire un eventuale progetto di cambiamento. Negli ultimi anni e sempre più spesso, le comunità educative sono diventate “luogo di approdo” anche per minori con disturbi di tipo psichiatrico, con una diagnosi di disturbo della personalità o con gravi disturbi comportamentali. La valutazione sempre più precoce, grazie anche alla maggiore attenzione delle agenzie educative, dei disturbi psicopatologici dell’età evolutiva rende indispensabile fornire adeguate risposte anche a tali problematiche, in quanto, spesso, le famiglie non sono in grado di gestirle autonomamente. Al fine di rispondere a tali nuovi bisogni e garantire anche a questi minori i diritti di cui sono portatori, in piena sinergia con i Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza territoriali, si intende avviare nuovi progetti che possano permettere di rinforzare e valorizzare le parti sane del sé e contenere le espressioni di disagio emerse. L’impegno è di garantire, attraverso un percorso di formazione altamente qualificato che sarà promosso nei primi mesi del prossimo anno, la crescita e la selezione di un’ équipe professionale che, supportata costantemente da consulenti specialistici esterni, possa avviare un servizio specialistico per l’età evolutiva finalizzato al trattamento sia delle patologie acute neurologiche e psichiatriche e dei disturbi dello sviluppo che a quello dei disturbi cronici, anche con intensa potenzialità invalidante, con riduzione dell’efficienza mentale o delle capacità relazionali o dell’autonomia fisica e bisogni multipli complessi ad elevato impatto sociale, che perdurano tutta la vita. E’ una scommessa importante, ma fortemente voluta, che si potrà vincere se si riuscirà a creare una rete di supporto e di collaborazione con i genitori, con gli insegnanti, con i medici pediatri di base, con le agenzie del territorio. Servirà, pertanto, una presa in carico “globale” del bambino e della sua famiglia che gli garantisca lo sviluppo e il potenziamento degli aspetti motori, della sfera psico-fisica, delle potenzialità cognitive e linguistiche, valorizzandolo nella sua globalità e nella rete di relazioni familiari, educative e sociali. Con l’intento di non vederlo come “paziente” o “portatore di una diagnosi psichiatrica”, ma prima di tutto come bambino o adolescente con dei bisogni, delle attese, dei desideri, delle risorse che, con il giusto supporto, potrà incrementare e realizzare.