L’emozione di Mimì col talento di Lisa Manosperti
“Chiamatemi Mimì” è non solo omaggio, ma testimonianza viva e pulsante di un’artista, ovvio ma bene ricordare, pilastro della musica italiana. Originali, e raffinati gli arrangiamenti jazz del maestro Andrea Gargiulo che non ha avuto bisogno di presentazioni. Per tutti ha “parlato” il talento e la voce di Lisa Manosperti. Minuetto, Almeno tu nell’universo, Gli uomini non cambiano, e tanto altro del vasto repertorio musicale di Mia Martini, ma Lisa Manosperti, non paga dei successi riscossi, si cimenta nell’interpretazione di composizioni altri autori come Francesco De Gregori, Enzo Gragnaniello e vince. Tocca le corde dell’emozione, del ricordo, della malinconia, compagna fedele di vita di Mia, cantata costantemente da colei che non cantava l’amore ma questo sentimento di struggimento per quello che non era stato, per quell’amore tossico che l’aveva segnata. Lisa è Mimì quando interpreta il suo riscatto, arrivato postumo. “Fammi sentire bella”, pubblicato dopo la sua morte non è bastato a cancellare il dolore di chi ha amato le sue canzoni. Sara Allegretta, direttore artistico della Fondazione Vincenzo Maria Valente, sottolinea, a conclusione di una serata da ricordare, la cifra interpretativa, la raffinatezza di un quintetto al suo esordio, un quintetto che vede la presenza del maestro flautista, novità eccellente in un ensemble jazz. “Siamo una grande famiglia artistica, quella che è mancata a Mimì”, continua la prof.ssa Allegretta, quella che ancora oggi si trova a combattere contro forme più sottili ma sempre presenti di pregiudizio. Un crescendo di emozioni, una proposta artistica completa tanto a prevedere, per il prossimo evento, la performance di Sergio Rubini, protagonista de “Le città invisibili” di Italo Calvino. Stay tuned. © Riproduzione riservata
Autore: Beatrice Trogu