Il grande battage intorno alle primarie come prova di maturità e di rinnovata forma di partecipazione non deve eludere una lettura critica dell’attuale fase politica e dello scenario che si apre da questo momento alla fine della legislatura ( nella primavera del 2013). Diciamo subito che quel modesto 15,6% riportato da Sel e dal suo leader Niki Vendola ci ha deluso; è la formazione con la quale ci siamo sempre confrontati nel recente passato fin da quando stavamo insieme in Rifondazione comunista, prima della scissione. Dopo abbiamo continuato a considerarli compagni di strada, compagni che erano riusciti ad interpretare meglio le esigenze, le domande delle masse in terra di Bari. Noi di Terre libere abbiamo sempre visto in Sel tre coordinate politiche all’altezza dei tempi; a) il rispetto dell’alterità, del diverso, b) l’attenzione rivolta alla condizione dei giovani, specialmente quelli destinati al lavoro immateriale c) il ripristino di frammenti di stato sociale. Forse perché veniamo dallo stesso ambiente ( la famosa Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Bari, ormai tenuta in ostaggio dagli scemi di Comunione e liberazione) abbiamo sempre ritenuto che la narrazione del ponte per, infatti di questo si tratta di una narrazione del ponte per gli altri, fosse esportabile, fosse anche un modo per fronteggiare l’ideologia padana, tessere dei momenti di comunicazione nel cuore del Nord. Alcuni eventi significativi avevano lasciato ben sperare, l’elezione di Pisapia a Milano al quale Vendola aveva dato una mano, il ruolo di protagonisti di alcuni nostri compagni (Cristina Taiani, quelli del Leoncavallo, uno che chiamavamo Stalin), la presenza in giunta di Angela Barbanente che scherzando Vendola dice è un segno dell’esistenza di dio, erano fattori che contribuivano alla narrazione, possono contribuire alla narrazione, anche se ancora molto resta da fare. Il meglio deve ancora venire recita una canzone, a condizione che ci crediamo, che i giovani ci credano, quelli a cui stiamo per passare il testimone, penso ad alcuni giovani della nostra città, che non devono mollare, non devono mai finire di interrogarsi e interrogare, nella marea montante dell’indifferenza e del qualunquismo che si sta esprimendo nel movimento delle Cinque stelle. Certamente l’analisi nei prossimi mesi deve essere approfondita, ma un dato deve essere chiarito da subito: la partecipazione alle primarie è espressione dei ceti medi e popolari in via di proletarizzazione che hanno visto erodere il proprio livello di vita dalla politica prima di Berlusconi, poi di Monti. Sotto questo profilo le primarie non sono al di là delle dinamiche del biopotere, uno non è portatore di potere solo se è di destra, si è portatori di potere anche stando a sinistra (D’Alema, Veltroni, Bindi quelli che vuol rottamare Renzi, lo stesso Renzi). Vendola rimane al 15,6% perché non ha radicalizzato la critica del biopotere, anche se conosce il marxismo e si porta dietro un patrimonio di notevoli lotte di popolo. In questo momento sta rischiando di rimanere all’interno della politica monetarista di Monti se non mette in conto alcuni fattori presenti nello scenario della sinistra; l’esistenza ancora di Rifondazione comunista, gli arancioni e De Magistris, l’esistenza di Alba (Alleanza lavoro beni comuni ambiente), settori che non vogliono nemmeno sentir parlare di un Monti bis né dell’alleanza con le formazioni di centro ed esprimono una radicalità politica che attraversa tutto il tessuto sociale penalizzato dalle scelte di Monti. Prima di tutto quel tessuto sociale che si aggrega intorno alla cultura, alla ricerca, alla scuola e all’Università e che ci sta inviando dei messaggi, ci sta rivolgendo delle domande. Noi di Terre libere abbiamo ascoltato questo messaggio e lo stiamo inviando alle altre rive del Mediterraneo. L’imperialismo del mercato è come la filosofia di Hegel che ignora i corpi, ignora i soggetti, ignora il respiro, ignora l’amore. Per questo bisogna tenere alta la tradizione letteraria dei Giardini di Avalon e gli autori di Della Bellezza I e II (Marino Centrone, Rossana de Gennaro, Massimiliano Di Modugno, Silvia La Piana, Giacomo Pisani ) dovranno allestire una carovana, come il carro dei comici e andare, di città in città, da un villaggio all’altro a raccontare la storia di come si può sfuggire al giogo dell’imperialismo, ai carnefici di turno, all’alienazione della televisione, alla manipolazione del consenso messa in scena dai politici, come quei cinque (Bersani, Renzi, Vendola, Puppato, Tabacci) che correvano per le primarie e che si sono esibiti una sera su Sky. E tutti i giornali il giorno dopo a raccontare come era innovativo questo nuovo modo di presentare la politica al popolo e nessuno scriveva che era stata una ennesima presa in giro per creare il consenso di massa, perché quando la classe, i segmenti di classe si ricompongono, come nelle grandi manifestazioni di piazza degli ultimi anni dei ragazzi indignati, mettono subito in campo la polizia in assetto di guerra. Come avvenne a Genova per il G8 e portarono i ragazzi in caserma e li picchiarono e ci sono ancora dei processi in corso. Il potere, il biopotere non può smentirsi e quando non riesce a controllare le nude vite con gli apparati ideologici di stato (scuole, università, media, il consenso politico) fa ricorso alla violenza, all’uso della repressione per controllare la cosa più bella emersa nella storia del Novecento, la sovranità dei singoli soggetti, la sovranità delle persone. Le persone che pensano che la ricchezza su scala mondiale è sempre più concentrata in quell’1% della popolazione e che è in atto una espropriazione continua del Sud del mondo da parte del Nord. In un mondo in cui ci sono ancora delle esistenze, dei corpi. Corpi presenti al limite del linguaggio, corpi fatti di carne, di gesti, di forze, di passioni, di pulsioni, di tremiti. Il corpo dinamico, energetico, economico, politico, sensuale, estetico che non è nessuna di queste significazioni perché le trascende. Esso è la presenza che non ha alcun senso, ma che è il senso. Corps à la limite du langage, fait de chair, de gestes, di forces, de passions, de pulsions. Corps dynamique, énergétique, économique, politique, sensuel, esthétique. Il est la présence qui n’a aucun sens, mais qui est le sens.1 Corpi materiali e singoli ( avoir un corps matériel et singulier), che hanno fame e sete, dare a tutti pane per mangiare e acqua da bere è oggi il comunismo. E quelli di Terre libere devono continuare a lottare per il comunismo.