Recupero Password
L' Azione Cattolica di Molfetta riflette sul bene comune: etica dell'economia o economia dell'etica ?
06 marzo 2009

MOLFETTA - Negli ultimi tempi non c'è uomo che non abbia sentito parlare di quella che dagli esperti è definita una “crisi economica” senza precedenti ed i cui reali riflessi devono ancora pienamente manifestarsi. Si tratta di una crisi che, anzitutto, suggerisce due livelli di analisi. Il primo livello è quello macroeconomico che mette in risalto i guasti di un sistema globale basato quasi interamente sul denaro, sulla finanza, sul sistema bancario non rigorosamente disciplinato; il secondo è quello microeconomico della concreta ferialità che ci invita ad andare al di là dei grandi progetti di riforma i quali hanno bisogno di uomini capaci di un cambiamento di rotta individuale nelle piccole scelte quotidiane. Una conversione di vita capace di dare gambe a quel senso di bene comune come bene di tutti gli uomini, un pò meno bene per ciascuno perché sia di tutti. Ogni volta pare che ognuno cerchi una soluzione per sé; poche volte si sente cercare una soluzione per tutti; poche volte si vede cercare un bene comune per tutte le parti. Partendo da alcune semplici considerazioni e dalla analisi dell'attuale contesto sociale ed economico, il Coordinamento cittadino di Molfetta dell'Azione Cattolica Italiana ha previsto un incontro-dibattito – aperto a tutta la comunità cittadina – per Lunedì 09 Marzo 2009 presso la Sala “B. Finocchiaro” - Fabbrica San Domenico alle ore 19.00. Relatori il Prof. Rocco D'Ambrosio ed il Dott. Luigi Palombella.
Autore:
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Per comprendere a fondo quello che sta succedendo e che accadrà, occorra sempre ripartire dai Fondamentali. Adam Smith nel suo capolavoro "La ricchezza delle nazioni" scolpisce una frase che diventerà la memoria fossile della scienza economica moderna. "Non dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro desinare, ma dalla considerazione che questi hanno per il proprio interesse personale. Non ci rivolgiamo alla loro umanità, ma al loro egoismo, e ad essi,parliamo dei loro vantaggi e non delle nostre necessità." La potenza della "Mano invisibile" l'atteggiamento autointeressato dell'individuo singolo, delle società, si trasforma in un beneficio indiretto a favore della collettività e dell'individuo stesso. "Non è dalla benevolenza dei prestatori o dei mediatori di ipoteca che ci aspettiamo la possibilità di accedere al sogno della vita, ovvero l'acquisto di una casa, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse. L'egoismo del singolo, non porterà mai al benessere della società, l'economia e la finanza senza etica, o valori sono scienze realmente tristi, non tanto per i loro contenuti, per la loro utilità, quanto per quelli che sono i risultati finali, conseguenza di un uso edonistico. Amartya Sen, invece richiama il distacco che è avvenuto tra l'economia e l'etica, secondo il quale è sorprendente il carattere consapevolmente "non etico" dell'economia moderna e l'evoluzione di questa disciplina in gran parte derivata dall'etica. Adam Smith descrive nella Teoria dei sentimenti morali, un sistema morale fondato sul principio di simpatia che comporta l'immedesimazione nelle passioni e nei sentimenti altrui e che differisce dalla benevolenza e dall'altruismo pur non sostituendosi all'egoismo. Per simpatia, sentimento innato nell'uomo, va intesa la capacità di mettersi al posto dell'altro e a comprenderne i sentimenti in modo da potere ottenere l'apprezzamento e l'approvazione altrui. Da questo sentimento gli individui deducono regole morali di comportamento. Kahlil Gibran, grande poeta trasferitosi in America in seguito alla diaspora libanese, scrisse in riferimento alla libertà: "E a cosa vorreste rinunciare se non a parte di voi stessi, per diventare veramente liberi." Inoltre scrisse a proposito del Commercio: "A voi la terra dà i suoi frutti, e non vi mancheranno se solo saprete riempirvene le mani. E scambiando i doni della terra che troverete l'abbondanza e sarete soddisfatti. Ma se lo scambio non sarà nell'amore e nel segno di una giustizia benevola, porterà solo alla fame e all'ingordigia." La storia recente di questi ultimi anni è piena di esempi di come i comportamenti deviati, nascano dall'interesse personale innanzitutto a scapito della comunità.
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet